• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02698 PITTELLA, ASTORRE, BOLDRINI, CERNO, CIRINNA', COLLINA, COMINCINI, FEDELI, FERRAZZI, GIACOBBE, IORI, LAUS, MANCA, MARCUCCI, MARGIOTTA, MISIANI, ROJC, PINOTTI, ROSSOMANDO, STEFANO, VALENTE,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02698 presentata da GIANNI PITTELLA
martedì 13 luglio 2021, seduta n.345

PITTELLA, ASTORRE, BOLDRINI, CERNO, CIRINNA', COLLINA, COMINCINI, FEDELI, FERRAZZI, GIACOBBE, IORI, LAUS, MANCA, MARCUCCI, MARGIOTTA, MISIANI, ROJC, PINOTTI, ROSSOMANDO, STEFANO, VALENTE, VERDUCCI, TARICCO - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

il 6 luglio 2021, durante l'assemblea annuale dell'Associazione bancaria italiana, il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, in un passaggio della propria relazione, ha evidenziato il rischio di possibili situazioni critiche negli istituti bancari di minori dimensioni, che in assenza di adeguate soluzioni richiederanno pronti interventi da parte della Banca d'Italia;

nel sistema bancario italiano vi sono diversi intermediari di medie e piccole dimensioni in grado di competere sul mercato, alcuni dei quali presentano modelli di business innovativi, strutture operative snelle, costi contenuti e sistemi informativi avanzati, mentre altri, anche se più tradizionali, hanno attivato piani industriali solidi e lungimiranti o aumentato la scala della propria operatività mediante operazioni di aggregazione;

in questo panorama rimane, tuttavia, un numero non trascurabile di istituti bancari di medie e piccole dimensioni che, anche in conseguenza del lungo periodo di recessione innescato dall'emergenza sanitaria da COVID-19, faticano ad adattarsi al mutamento del contesto esterno, in ragione di difficoltà strutturali derivanti da modelli di attività non più sostenibili e da significative carenze nel governo societario;

i problemi di maggiore rilievo sono concentrati prevalentemente tra gli istituti con modelli di attività tipici della banca commerciale tradizionale. Alla fine del 2020 i costi operativi delle quasi 60 banche commerciali meno significative, la cui incidenza in termini di depositi era pari all'8 per cento, assorbivano in media circa tre quarti dei ricavi e in numerosi casi il rapporto tra costi e ricavi era tale da lasciare solo una piccola parte dei proventi ordinari per la copertura del rischio di credito, gli investimenti innovativi, la remunerazione del capitale e il rafforzamento patrimoniale;

per tali banche, in assenza di piani di recupero dell'efficienza sul fronte dei costi, in primis del personale, e di chiare prospettive di rilancio da parte degli organi di dirigenza e della compagine sociale, non è da escludere che nel prossimo futuro si verifichino casi di crisi, con pesanti ricadute sui depositanti che ne rimarranno coinvolti;

il percorso di risanamento degli istituti bancari di minori dimensioni individuati come a maggiore rischio per costi di funzionamento elevati e per basso livello reddituale, secondo quanto evidenziato dallo stesso governatore Visco, non potrà prescindere: a) da una riduzione dei costi del personale, in quanto il numero eccessivo degli addetti è un tratto comune a molte banche commerciali tradizionali e assume maggiore criticità per quelle di minore dimensione; b) dall'integrazione con altri intermediari dotati di livelli di efficienza più elevati, senza la quale sarebbero concrete le prospettive di uscita dal mercato;

in tale inevitabile percorso di risanamento, appare indispensabile salvaguardare quanto più possibile le esigenze di prossimità e di presenza degli istituti bancari nei territori, in particolare nelle aree interne del Paese;

considerato che:

in caso di necessità, gli interventi del fondo interbancario di tutela dei depositi (FITD) rappresentano uno strumento efficace per la gestione delle crisi di banche di medie e piccole dimensioni, per le quali in base agli attuali orientamenti a livello comunitario la procedura di risoluzione non risulta applicabile;

per le banche con totale attivo inferiore a 5 miliardi di euro è previsto un ulteriore strumento costituito dallo schema per l'aiuto di Stato a supporto di operazioni di cessione di attività e passività in liquidazione, previsto dal "decreto rilancio" del maggio 2020 e approvato poi dalla Commissione europea, con durata fino a novembre 2021 e condizioni che ne rendono però complesso e incerto l'utilizzo;

rilevato che:

nel corso degli ultimi 20 anni numerosi risparmiatori sono rimasti duramente colpiti dalle situazioni di default di istituti bancari che hanno impoverito cittadini e territori, ancora oggi alle prese con le conseguenze di quelle crisi. I default bancari e finanziari che si sono succeduti nel nostro Paese e all'estero hanno coinvolto oltre 1,2 milioni di risparmiatori italiani, i quali hanno perso complessivamente circa 44 miliardi di euro investiti in azioni, obbligazioni e titoli vari, con una perdita media di 35.154 euro a risparmiatore;

in questa fase di ripresa del nostro sistema economico, già duramente colpito dall'emergenza sanitaria, appare indispensabile intervenire per tempo al fine di evitare il ripetersi di qualsiasi default bancario,

si chiede di sapere:

quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo sui fatti esposti e quali iniziative di propria competenza intenda adottare al fine di evitare il verificarsi di possibili default di istituti bancari di medie e piccole dimensioni, già sotto osservazione da parte della Banca d'Italia;

se intenda procedere ad un potenziamento degli strumenti già vigenti e previsti per la gestione delle crisi di banche di medie e piccole dimensioni tenendo presente che, considerate le specifiche del tessuto economico italiano, basato su l'ampia diffusione di piccole e medie imprese, artigiani, professionisti e sull'agricoltura, appare opportuno salvaguardare quanto più possibile la presenza degli istituti bancari di prossimità, specie nelle aree interne del Paese;

se non ritenga necessario, a tutela dei depositanti, adottare iniziative affinché la dirigenza e la compagine sociale degli istituti bancari, a fronte dell'attuale stato di inerzia, adottino rapidamente specifici piani di recupero dell'efficienza dei rispettivi istituti sul fronte del rapporto tra costi e ricavi o iniziative spontanee di integrazione con altri intermediari dotati di livelli di efficienza più elevati.

(3-02698)