• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02665 BOLDRINI, BITI, TARICCO, D'ARIENZO, LAUS, ASTORRE, STEFANO, FEDELI, D'ALFONSO, FERRAZZI, PARRINI, ROJC, MANCA, COMINCINI, IORI, VALENTE, PINOTTI, ALFIERI, VERDUCCI - Ai Ministri della salute...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02665 presentata da PAOLA BOLDRINI
martedì 6 luglio 2021, seduta n.342

BOLDRINI, BITI, TARICCO, D'ARIENZO, LAUS, ASTORRE, STEFANO, FEDELI, D'ALFONSO, FERRAZZI, PARRINI, ROJC, MANCA, COMINCINI, IORI, VALENTE, PINOTTI, ALFIERI, VERDUCCI - Ai Ministri della salute e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:

secondo quanto riportato dal rapporto settimanale del Ministero della salute e Istituto superiore di sanità n. 58 del 23 giugno 2021, l'incidenza settimanale è in calo a 12 casi per 100.000 abitanti, con indice Rt medio su casi sintomatici pari a 0,69. A ciò si aggiunge il buon andamento della campagna vaccinale, attraverso la quale, secondo i dati della Presidenza del Consiglio dei ministri aggiornati al 28 giugno, sono state somministrate più di 50 milioni di dosi, portando la quota della popolazione che ha completato il ciclo vaccinale a un terzo del totale;

la circolare del Ministero della salute del 12 ottobre 2020 stabilisce che le persone che continuano a risultare positive al test molecolare per SARS-CoV-2, in caso di assenza di una determinata sintomatologia da almeno una settimana, possono interrompere l'isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi. Tali fattispecie corrispondono ai cosiddetti casi positivi a lungo termine, i quali, come i principali studi condotti al riguardo hanno dimostrato, pur risultando positivi ai test molecolari, presentano un rischio molto basso di contagio, nel rispetto delle normative di distanziamento e protezione individuale, dovuto alla riduzione della carica virale;

l'ordinanza del Ministero della salute del 21 maggio 2021, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 31 maggio 2021, n. 128, stabilisce che tutte le attività produttive industriali e commerciali devono svolgersi nel rispetto del "protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-Cov-2/ COVID-19 negli ambienti di lavoro", siglato dal Governo e dalle parti sociali il 6 aprile e allegato all'ordinanza;

il protocollo, a differenza della circolare del 12 ottobre, non presenta una disciplina specifica per i cosiddetti casi positivi a lungo termine. Esso stabilisce che, in caso di infezione da COVID-19, la riammissione al lavoro è consentita solo "dopo la negativizzazione del tampone molecolare o antigenico effettuato in struttura accreditata o autorizzata dal servizio sanitario";

l'articolo 9 del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante "misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19", disciplina le modalità di rilascio delle "certificazioni verdi". Le condizioni per il rilascio includono l'"avvenuta guarigione da COVID-19, con contestuale cessazione dell'isolamento prescritto in seguito ad infezione da SARS-CoV-2, disposta in ottemperanza ai criteri stabiliti con le circolari del Ministero della salute";

considerato che:

la discrepanza tra la circolare del 12 ottobre 2020 e il protocollo del 6 aprile 2021 ha comportato per i numerosi casi di positivi a lungo termine la possibilità di interrompere le misure di isolamento dal ventunesimo giorno dalla comparsa dei sintomi ma non quella di riprendere pienamente la propria attività lavorativa;

a quanto si apprende, in alcune circostanze si sono verificate situazioni irragionevoli, ad esempio casi in cui i positivi a lungo termine hanno potuto recarsi presso la propria attività per fare acquisti ma non per esercitare il proprio lavoro;

il cauto ottimismo generato dalla riduzione dell'incidenza della pandemia e dall'andamento della campagna vaccinale e la necessità di ripristinare la normalità delle relazioni economiche e lavorative, avviando la ripresa morale e materiale del Paese, suggeriscono di risolvere tutte le situazioni, come quella esposta, che comportano un rischio molto basso in termini di contagi,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano urgente, al fine di progredire in modo ordinato alla graduale ripresa delle attività economiche e sociali, nel quadro incoraggiante di un costante miglioramento della situazione sanitaria, risolvere la palese incongruenza tra le norme esposte garantendo ai cittadini positivi a lungo termine, trascorsi 21 giorni dalla comparsa dei sintomi, contestualmente all'ottenimento della certificazione verde COVID-19, di riprendere anche la propria attività lavorativa nel rispetto delle misure di protezione individuale e distanziamento.

(3-02665)