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Atto a cui si riferisce:
S.1/00400 premesso che: il cancro è la seconda causa di mortalità nei Paesi dell'Unione europea dopo le malattie cardiovascolari; nel 2020 nell'Unione europea 2,7 milioni di persone hanno...



Atto Senato

Mozione 1-00400 presentata da SONIA FREGOLENT
martedì 6 luglio 2021, seduta n.342

FREGOLENT, CANTU', MARIN, DORIA, LUNESU, ROMEO, TOSATO, SAPONARA, VALLARDI, RIPAMONTI, ZULIANI, BERGESIO, PIANASSO, FERRERO, RICCARDI, CANDURA, ALESSANDRINI, BAGNAI, PISANI Pietro - Il Senato,

premesso che:

il cancro è la seconda causa di mortalità nei Paesi dell'Unione europea dopo le malattie cardiovascolari;

nel 2020 nell'Unione europea 2,7 milioni di persone hanno ricevuto una diagnosi di tumore e i decessi causati dalla malattia sono stati 1,3 milioni. In pratica l'Europa, la cui popolazione rappresenta meno del 10 per cento della popolazione mondiale, fa registrare circa un quarto di tutte le diagnosi oncologiche a livello globale. Questa malattia mette sotto pressione i sistemi sanitari e di protezione sociale nazionali, i bilanci governativi e incide sulla produttività e sull'economia, dal momento che l'impatto della malattia nel vecchio continente è stimata in circa 100 miliardi di euro ogni anno;

si prevede che, senza un'azione decisa, il numero di casi aumenterà quasi del 25 per cento entro il 2035, facendo del cancro la prima causa di morte nella UE. Inoltre la pandemia da COVID-19 ha avuto gravi ripercussioni sulle cure oncologiche, in quanto ha comportato l'interruzione dei trattamenti e ritardi nelle diagnosi;

nei suoi orientamenti politici la presidente Von der Leyen ha affermato che il cancro è una delle principali priorità della Commissione europea nel settore della salute, in particolare ha definito il piano europeo di lotta contro il cancro come uno strumento chiave volto ad aiutare gli Stati membri a combattere più efficacemente la malattia e a migliorare le cure per ridurre le sofferenze causate dal cancro e per far sì che l'Europa assuma un ruolo guida nella lotta contro il cancro;

il rinnovato impegno dell'Europa è partito ufficialmente il 3 febbraio 2021, alla vigilia della giornata mondiale contro il cancro, con la presentazione del "piano europeo per sconfiggere il cancro" (Europe's beating cancer plan), definito come "un pilastro chiave per una Unione europea sanitaria più forte e un'Unione europea più sicura, meglio preparata e più resiliente". Questo nuovo piano si pone come la risposta dell'Europa al quadro attuale e un impegno unanime per agire in modo concreto contro il cancro;

il piano si articola in quattro aree d'intervento fondamentali, nelle quali sono previste 10 iniziative e numerose azioni di supporto. Per realizzarle saranno attivati tutti gli strumenti di finanziamento della Commissione, con uno stanziamento complessivo di 4 miliardi di euro destinati ad azioni di lotta contro il cancro. Le quattro aree di intervento individuate sono: la prevenzione; la diagnosi precoce; la parità di accesso alle cure; il miglioramento della qualità di vita di pazienti e guariti;

un ulteriore elemento portante del piano europeo è il piano d'azione "Samira", presentato il 5 febbraio. Esso consiste in diverse azioni integrate e volte a migliorare il coordinamento europeo nell'utilizzo delle tecnologie radiologiche e nucleari anche per la cura del cancro, oltre che di altre malattie;

in Italia nel 2019, secondo l'ultimo rapporto AIOM-AIRTUM, sono state effettuate circa 371.000 nuove diagnosi di tumore (196.000 uomini e 175.000 donne). Complessivamente in Italia ogni giorno circa 1.000 persone ricevono una nuova diagnosi di tumore maligno. Le 5 neoplasie più frequenti, nel 2019, nella popolazione sono quelle della mammella (53.500 nuovi casi), colon retto (49.000), polmone (42.500), prostata (37.000) e vescica (29.700);

dal 2014, l'Intergruppo parlamentare "Insieme per un impegno contro il cancro", frutto della volontà del progetto "La Salute un bene da difendere, un diritto da promuovere", coordinato da "Salute donna" onlus, ha favorito il dialogo fra il Parlamento e molte associazioni di pazienti presenti nel campo dell'oncologia, evidenziando la necessità di intervenire in modo organico e strategico sulla materia e contribuendo ad un maggiore impegno della politica sul tema della presa in carico dei pazienti oncologici;

la pandemia ha gravemente accentuato le differenze tra le Regioni relativamente alla disponibilità delle prestazioni e in ordine all'accesso all'assistenza. Numerosi reparti chirurgici sono stati chiusi e convertiti in reparti di medicina dedicati ai pazienti con COVID-19 e ciò ha comportato evidenti limitazioni, in termini di volume, di altri casi trattati. Complessivamente, nel 2020, sono stati rinviati oltre un milione di interventi chirurgici, come evidenziato da uno studio dell'università Cattolica. Incrociando i dati di questa ricerca con quelli delle schede di dimissione ospedaliera del 2019, emerge che sono stati rimandati il 99 per cento degli interventi per tumori alla mammella, il 99,5 per cento di quelli per cancro alla prostata, il 74,4 per cento al colon retto;

una delle sei missioni del PNRR e? dedicata alla salute e, in particolare, al rafforzamento della prevenzione e dei servizi sanitari sul territorio, alla modernizzazione e alla digitalizzazione del sistema sanitario. Alla luce di ciò, si deve rilevare che non può esistere una nuova visione sanitaria senza un'adeguata considerazione del cancro come fenomeno sanitario e sociale;

nel nostro Paese l'ultimo piano oncologico è stato pubblicato nel 2013, ed elaborato nel biennio precedente, ben 10 anni fa, ponendosi, dunque, come un documento obsoleto rispetto ai progressi della scienza e della tecnica intervenuti negli ultimi anni;

la difficile gestione del COVID-19 ha contribuito ad accrescere la consapevolezza della necessita? di un profondo rinnovamento tecnologico e di processo dell'assistenza oncologica, che deve rappresentare un vero e proprio traino per l'ammodernamento dell'intero servizio sanitario nazionale;

nel nostro Paese ogni anno si stimano circa 89.000 nuove diagnosi di neoplasie rare, che colpiscono in media persone più giovani e comportano una sopravvivenza a 5 anni inferiore riaspetto a quella di chi sviluppa un tumore più frequente; a questi si aggiungano i quasi 180.000 italiani che ogni anno perdono la vita a causa di un tumore aggressivo, poco curabile, secondo l'AIRC, con le possibilità di trattamento attualmente a disposizione;

appare quindi necessario individuare nuovi approcci e interventi che possano migliorare la sopravvivenza e la qualità della vita di molti pazienti oncologici;

la terapia con radioligandi, o radioligand therapy, si inserisce in questo scenario. Si pone come esempio innovativo della medicina di precisione, grazie al quale si intende individuare strategie di intervento mirate, sicure ed efficaci. La conoscenza sempre più approfondita dei meccanismi biologici dei tumori e la comprensione delle differenze tra cellule malate e cellule sane hanno cambiato e stanno cambiando la cura del cancro, aprendo nuovi orizzonti per i farmaci che agiscono direttamente sulle cellule tumorali, non danneggiando quelle sane, consentendo di aumentare l'efficacia delle terapie;

si tratta di un metodo innovativo che deriva dai progressi delle conoscenze in medicina nucleare e che tuttavia per sua natura richiede un'attenta pianificazione, dalle scelte di politica sanitaria all'adeguamento delle infrastrutture necessarie all'erogazione del trattamento. In Italia la terapia con radioligandi è disponibile già presso alcuni ospedali, ma vi sono certamente ampi margini di miglioramento per ottimizzarne l'impiego e per agevolarne l'uso dove necessario, così da garantire a tutti i pazienti con un'indicazione clinica alla terapia di accedervi. È quindi indispensabile considerare il portato di questa terapia, valutandone l'approccio terapeutico innovativo, l'efficacia, la qualità della vita per il paziente, la sostenibilità;

la complessità di questa terapia necessita di un adeguamento infrastrutturale, nonché la gestione nell'ambito di un team multidisciplinare. A tal fine, dunque, è necessario che vi sia un'adeguata implementazione e istituzionalizzazione della terapia RLT affinché sia inserita all'interno delle politiche sul cancro, nazionali e regionali, e si ponga come un'alternativa di cura a disposizione dei pazienti;

il piano oncologico nazionale, la cui adozione è prevista per i prossimi mesi, deve necessariamente seguire la via indicata dall'Europa, prevedendo azioni, tempistiche, finanziamenti e modifiche regolatorie e legislative per superare l'emergenza oncologica, al fine di rispondere concretamente alle gravi insufficienze strutturali dell'assistenza ai malati di cancro rese più che mai evidenti dalla pandemia. Inoltre, è fondamentale che prenda in considerazione gli sviluppi che la medicina ha raggiunto negli ultimi anni, e in un'ottica di maggiore inclusione preveda una cabina di regia che coinvolga anche le associazioni dei pazienti,

impegna il Governo:

1) a provvedere all'adozione di un nuovo piano oncologico nazionale che sia in linea con il piano oncologico europeo, che consideri le nuove terapie sul cancro, prevedendo misure di supporto alle strutture di ricerca italiane per assicurare ai pazienti oncologici di fruire dell'innovazione, garantendo la competitività nella ricerca;

2) ad adottare iniziative volte a facilitare e semplificare i percorsi e i tempi autorizzativi con misure di supporto alla ricerca scientifica, in particolare quella innovativa;

3) ad avviare un dialogo, attraverso il Ministero dello sviluppo economico, con le principali industrie del farmaco mondiale affinché svolgano attività di ricerca e sviluppo nel nostro Paese;

4) ad adottare iniziative volte a sostenere lo sviluppo di centri multidisciplinari di alta specialità, nell'ottica di sviluppare nuove innovazioni terapeutiche, tra cui la terapia con radioligandi;

5) ad impiegare i fondi del PNRR per pervenire ad un ammodernamento della strumentazione tecnologica per la diagnosi delle malattie oncologiche ed onco-ematologiche;

6) ad attivare strumenti di coordinamento delle attività delle reti oncologiche regionali, al fine di garantire l'equa efficacia del modello su tutto il territorio nazionale.

(1-00400)