• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/09596 (4-09596)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09596presentato daSCANU Luciatesto diLunedì 21 giugno 2021, seduta n. 527

   SCANU, PERANTONI, CADEDDU, SUT, DEIANA e PALMISANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   i buoni postali fruttiferi pluriennali hanno rappresentato per generazioni di italiani lo strumento di risparmio più sicuro e spesso i risparmiatori hanno portato i loro buoni alla scadenza massima prevista, trent'anni, per ottenere il rendimento migliore;

   peccato che rispetto al rendimento indicato al momento della sottoscrizione Poste non riconosca il dovuto; questo avviene per effetto di una modifica unilaterale dei tassi di rendimento, quando nel 1986 venne adottato il decreto ministeriale n. 148 e venne istituita una nuova serie di buoni denominata serie Q, dimezzando i tassi rendimento e prevedendone l'estensione a tutte le serie precedenti;

   a parere della Corte costituzionale tale disposizione rappresenterebbe un ragionevole bilanciamento tra la tutela del risparmio e un'esigenza di contenimento della spesa pubblica e la Corte di cassazione con sentenza n. 3963/2019 aveva escluso che Poste dovesse restituire i differenziali di interessi dei buoni emessi prima del 1986;

   tuttavia, per una particolare serie, denominata serie Q/P, emessa tra luglio 1986 e 1995, per adeguarsi al nuovo corso, Poste avrebbe dovuto stampare dei nuovi buoni, con nuovi tassi e nuovi rendimenti, invece non l'ha fatto, avendo semplicemente riadattato i vecchi buoni della serie P, apponendoci sopra un timbro con i nuovi rendimenti, ma questa operazione è stata fatta male perché in molti casi non ha timbrato i vecchi buoni, oppure il timbro ha modificato solo la rendita dei primi venti anni, lasciando immutata quella dal ventunesimo al trentesimo; così, alla scadenza dei trent'anni, Poste ha riconosciuto gli importi previsti dal decreto del 1986, mentre i risparmiatori pretendevano che per gli ultimi dieci anni fossero riconosciute le rendite stabilite dalla, formativa precedente e indicate nei buoni fruttiferi;

   ogni anno l'Arbitro bancario finanziario (Abf), l'organismo che risolve le dispute di questo tipo senza ricorrere alla giustizia ordinaria, riceve migliaia di ricorsi relativi a questi buoni «ibridi» e dà sempre ragione al risparmiatore, chiedendo a Poste di versare le differenze; i pronunciamenti di Abf non sono però vincolanti e Poste, che sino a qualche tempo fa' li rispettava, mentre dalla seconda metà del 2020 non li rispetta più; per questo motivo, molti risparmiatori si sono rivolti ai tribunali ordinari e l'orientamento dei giudici è esattamente quello dei collegi dell'Abf: per gli ultimi dieci anni i sottoscrittori hanno diritto a ottenere i frutti stabiliti dalla legge pre-1986;

   non si comprendono i motivi per cui un organismo di diritto pubblico a partecipazione maggioritaria dello Stato si sottragga alla decisione dell'Abf, organismo indipendente e imparziale sostenuto dalla Banca d'Italia; Poste, nonostante il quadro normativo e giurisprudenziale, infatti, continua per la sua strada, ribadendo che nel contenzioso sui buoni fruttiferi serie Q/P continuerà a difendersi nelle sedi opportune con una scelta che andrà a intasare le aule di giustizia, oltre che a ritardare la concretizzazione delle legittime aspettative dei risparmiatori; inoltre lo Stato dovrà sobbarcarsi anche il pagamento di interessi di mora e di spese legali –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per far sì che Poste Italiane, la cui proprietà è per la quasi totalità pubblica, riprenda a rispettare le decisioni dell'Arbitro bancario finanziario e, più in generale, atteso l'orientamento oramai univoco, riconosca gli interessi stabiliti per i buoni fruttiferi della serie Q/P per gli anni dal 21° al 30° senza costringere gli investitori a ricorrere all'Arbitro bancario finanziario e ai tribunali ordinari;

   quali iniziative intenda adottare per far sì che in tal senso si preveda l'attivazione di un tavolo di conciliazione tra Poste Italiane s.p.a. e le associazioni di consumatori riconosciute, al fine di risolvere le questioni pendenti relative alla liquidazione dei buoni fruttiferi in questione.
(4-09596)