• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/05626 SAPONARA, CASOLATI, LUNESU, PISANI Pietro, PIANASSO, IWOBI, CALDEROLI, BAGNAI, CANDIANI, ZULIANI, BERGESIO, PERGREFFI, RUFA, MARTI, FREGOLENT, CORTI, DORIA, AUGUSSORI, PAZZAGLINI, VALLARDI,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-05626 presentata da MARIA SAPONARA
giovedì 10 giugno 2021, seduta n.335

SAPONARA, CASOLATI, LUNESU, PISANI Pietro, PIANASSO, IWOBI, CALDEROLI, BAGNAI, CANDIANI, ZULIANI, BERGESIO, PERGREFFI, RUFA, MARTI, FREGOLENT, CORTI, DORIA, AUGUSSORI, PAZZAGLINI, VALLARDI, TESTOR, MONTANI, CANDURA, GRASSI, ALESSANDRINI, MOLLAME, PILLON, BRIZIARELLI, RIVOLTA, RICCARDI, FAGGI, MARIN, SAVIANE, SBRANA, FERRERO, RIPAMONTI, BOSSI Simone, VESCOVI, URRARO, PEPE, ARRIGONI, BRUZZONE, BORGHESI, CAMPARI, TOSATO, LUCIDI, FUSCO - Ai Ministri dell'interno e per le pari opportunità e la famiglia. - Premesso che:

l'interrogazione trae origine dalla vicenda che vede coinvolta una giovane di origini pakistane di 18 anni, di nome Saman Abbas, residente a Novellara (Reggio Emilia), che lo scorso dicembre si era opposta alle nozze forzate con un cugino e dopo aver denunciato i genitori ai servizi sociali del Comune, poiché ancora minorenne, era stata collocata in una struttura protetta e, divenuta maggiorenne, era tornata a casa;

il 5 maggio, quando i Carabinieri si sono recati presso l'abitazione della famiglia di Saman per fare una perquisizione, hanno raccolto insospettabili dichiarazioni contraddittorie dai familiari presenti. Da lì è stata aperta un'indagine;

è la "Gazzetta di Reggio" a pubblicare, nell'edizione del 7 giugno 2021, il riassunto dei verbali delle dichiarazioni agghiaccianti delle persone sottoposte alle indagini, in particolare dal fratello minorenne della ragazza, protetto in una località segreta, il quale avrebbe affermato che la sorella sarebbe stata portata in un campo dai genitori, poi immobilizzata e aggredita dallo zio che avrebbe fatto sparire il cadavere con l'aiuto di altre due persone. Il padre, invece, sostiene che la figlia è in Belgio;

Saman viveva con i genitori in una cascina adiacente all'azienda agricola di Novellara, dove il padre lavorava da 15 anni. Il proprietario, da tempo, aveva fatto installare delle telecamere di sorveglianza per scoraggiare i ladri. Sin dall'inizio di questa storia, sono le immagini a parlare, in due video. La sera fra il 30 aprile e il primo maggio, la ragazza esce di casa con i suoi genitori. Tutti e tre vanno verso un vialetto che porta nei campi. Dieci minuti dopo, padre e madre tornano da soli a casa;

alcuni fotogrammi, diffusi oggi dagli inquirenti, sono agli atti dell'inchiesta. Immagini della videosorveglianza che hanno immortalato tre persone, con due pale e un secchio, con un sacchetto azzurro e un piede di porco, dirette verso i campi sul retro della casa di Novellara, la sera del 29 aprile 2021, per rientrare circa dopo due ore e mezza. Quei tre uomini inquadrati sono lo zio di Saman e i due cugini;

da quanto rinvenuto, la Procura di Reggio Emilia contesta la premeditazione ai 5 indagati (i genitori, i due cugini Nomanulhaq Nomanulhaq, di 34 anni, Ikram Ijaz, di anni 29 e lo zio Danish Hasnain) per l'omicidio della giovane Saman Abbas;

secondo il giudice per le indagini preliminari lo zio, attualmente ricercato, sarebbe dunque l'esecutore materiale dell'omicidio, mentre per quanto riguarda i genitori, attualmente in Pakistan, "è certo che costoro avessero programmato anche di ucciderla per punirla dell'allontanamento dai precetti dell'Islam e per la ribellione alla volontà familiare nonché per le continue fughe di casa". Si deve, quindi, ritenere che nel chiamare lo zio, che tutti i familiari sapevano essere un uomo violento, per sistemare le cose, abbiano accettato il rischio che la uccidesse. Nell'istigare lo zio a risolvere la questione avrebbero in sostanza acconsentito "all'esito omicidiario in ragione delle proprie intime convinzioni etiche e religiose",

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dell'entità del fenomeno dei matrimoni forzati e delle violenze collegate in caso di rifiuto delle ragazze, per lo più minorenni, vittime di tali abusi; che cosa si stia facendo e che cosa si intenda fare nel merito, al fine di controllare e contrastare tali accadimenti;

se i progetti personalizzati predisposti dai servizi sociali per la presa in carico e la tutela delle vittime di violenza possano prevedere il monitoraggio della situazione anche nella fase di rientro della vittima nell'ambito familiare a rischio;

se la procedura seguita dai servizi sociali coinvolti nella vicenda corrisponda a quanto previsto dai protocolli vigenti in materia e se si pensi di aggiornare tali protocolli, anche alla luce dei fatti illustrati;

se si intenda promuovere una campagna di sensibilizzazione, su tutto il territorio nazionale, in merito alla problematica dei matrimoni combinati per le ragazze di nazionalità straniera, considerando che in Italia il matrimonio forzato è reato, nonché sui diritti delle donne garantiti dalla normativa italiana presso le scuole, i luoghi di culto, le associazioni presenti sul territorio, i luoghi di aggregazione, le istituzioni locali ed i mezzi di informazione;

infine, se si intenda istituire, mettendo insieme le diverse competenze a livello ministeriale, un osservatorio nazionale, già oggetto di proposta della Commissione per i diritti umani del Senato, che consenta di monitorare e analizzare il fenomeno e le altre forme di violenza minorile, come mutilazioni genitali, lavoro forzato e schiavitù, al fine di adottare misure di contrasto nei confronti di coloro che organizzano viaggi finalizzati ai matrimoni precoci e forzati.

(4-05626)