• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02597 CORRADO, ANGRISANI, GRANATO, LANNUTTI - Al Ministro della cultura. - Premesso che, per quanto risulta agli interroganti: come stigmatizzato nell'interrogazione 3-02390 del 1° aprile...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02597 presentata da MARGHERITA CORRADO
giovedì 10 giugno 2021, seduta n.335

CORRADO, ANGRISANI, GRANATO, LANNUTTI - Al Ministro della cultura. - Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:

come stigmatizzato nell'interrogazione 3-02390 del 1° aprile 2021, finora senza risposta da parte del Ministro competente, nel palazzo di piazza Verdi, a Roma, già sede del Poligrafico dello Stato, sia in corso, da parte di Cassa depositi e prestiti (CDP), un intervento edilizio oltremodo invasivo che, aggiungendo nuovi piani in metallo e vetro in base ad un progetto che la Soprintendenza competente avrebbe chiesto "ben distinguibile" dal costruito storico e "spettacolare", produrrà una significativa alterazione dell'esistente, a dispetto del vincolo che dovrebbe preservare quell'architettura;

la verifica autoptica delle tavole del progetto originale ha fatto emergere, frattanto, la scelta storicamente consolidata di escludere sopraelevazioni, rinunciando ad autorizzare anche quelle previste dal primitivo progetto che destinava l'immobile a sede della Corte dei conti (tranne l'attico soprastante la facciata principale), sia per ragioni economiche sia, soprattutto, di armonia urbanistica con il resto della piazza;

sempre a Roma, oltre al caso parimenti controverso del palazzo Canevari di largo Santa Susanna, sede dell'ex Istituto geologico, trattato dalla trasmissione televisiva "Report" il 31 maggio 2021 (si veda "Intrighi al Palazzo dell'ex Istituto Geologico di Roma: su Report del 31 maggio" su "tv.exibart"), un altro complesso edilizio vincolato, quello noto come "ex GIL" perché fu prima casa del Balilla e poi della Gioventù italiana del littorio, progettato dall'architetto razionalista Luigi Moretti e inaugurato nel 1937 in largo Ascianghi, a Trastevere, oggi convertito dalla Regione Lazio in centro per lo svolgimento di attività culturali e incubatore di imprese del settore, è fatto oggetto di lavori di ristrutturazione finanziati con 350.000 euro di fondi propri e ulteriori risorse assicurate dalla campagna istituzionale Art bonus; la gestione del nuovo "We GIL" è stata affidata alla società regionale in house LAZIOCrea che, a fini di riscoperta delle eccellenze culturali (anche enogastronomiche) laziali, agirà in collaborazione con l'Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione dell'agricoltura del Lazio (ARSIAL);

riaperta a dicembre 2017 gran parte dell'edificio A, relativamente al corpo B dell'ex GIL (la "sala Troisi"), circondato da impalcature fin dall'estate 2020 perché bisognoso di consolidamento prima di diventare il "cinema Troisi", già affidato all'associazione "Piccolo America" (costituita da ex occupanti del cinema "America") che l'ha preso in custodia fin dal 28 settembre 2016, poco dopo la metà di maggio 2021 i lavori si sono tradotti anche nell'abbattimento di elementi architettonici originali, quali parapetti e cornicioni, e nella realizzazione, in posizione avanzata, di nuove ringhiere metalliche. Mancando su via Induno, dov'è l'ingresso del futuro "cinema Troisi", alcun cartello di cantiere, si ignora se la committenza debba identificarsi nella Regione o nell'affidatario del bene, sul cui portale, tuttavia, sono pubblicati il progetto e il costo complessivo dei lavori (finanziati dal Ministero, dalla Regione Lazio e dalla SIAE), pari a poco meno di 1,5 milioni di euro;

vi si legge, inoltre, su "piccoloamerica" on line: "Il progetto è stato sbloccato: lunedì 25 novembre 2019 si procederà con le opere di demolizione interne, già autorizzate dalla Soprintendenza, nonché dai competenti uffici comunali. La Sala Troisi prenderà il nuovo nome di Cinema Troisi e sarà composta da quattro diversi luoghi: una sala studio da 40 postazioni che rimarrà aperta 24h su 24h tutto l'anno; una sala cinematografica da 298 posti in grado di poter dare spazio a qualsiasi tipo di evento; un foyer-bar all'ingresso ed una sede per l'associazione Piccolo America, il cui obiettivo è quello di mantenere e rafforzare il suo ruolo di operatore culturale nella città e di osservatorio per la tutela degli spazi culturali";

anche nel caso dell'ex GIL, come all'ex Poligrafico, testi la brochure e il video messi in rete dall'associazione "Piccolo America", è prevista una totale ed energica ristrutturazione del terrazzo, da destinare a "studio all'aperto", con sala riunioni che necessita dell'abbattimento di un muro e della sua sostituzione con una parete a vetri, programma che i più avvertiti temono possa preludere alla conversione di quello spazio in bar o ristorante panoramico;

considerato che, sempre per quanto risulta:

l'archivio dell'architetto Moretti, le cui opere dovrebbero essere esposte in una mostra permanente ai piani quarto e quinto del corpo A dell'ex GIL, è uno dei fondi conservati nell'Archivio centrale dello Stato. Come sul complesso edilizio di largo Ascianghi, vincolato per intero dal 1984 ("vincoliinrete.beniculturali", codice 156348), anche su di esso, e sul progetto di quel palazzo, il Ministero ha emesso un provvedimento di tutela diretta;

nella determina relativa al corpo B dell'ex GIL, cioè all'ex Troisi, si allude ad interlocuzioni con la Soprintendenza competente (pubblicata su "laziocrea"), ragione per credere che quell'ufficio del Ministero abbia contezza del progetto in corso di esecuzione, sia per quanto concerne gli interventi all'interno sia all'esterno, e l'abbia approvato;

nell'allegato b) della carta italiana del restauro del 1972, però, a proposito delle nuove utilizzazioni di edifici storici, si legge: "i lavori di adattamento dovranno essere limitati al minimo, conservando scrupolosamente le forme esterne ed evitando sensibili alterazioni all'individualità tipologica, all'organismo costruttivo e alla sequenza dei percorsi interni";

sul portale già richiamato si afferma anche: "il progetto (...) si basa essenzialmente sulla rifunzionalizzazione dei locali esistenti, mediante il ripristino di alcuni elementi del progetto originale di Luigi Moretti, senza grandi interventi sulla struttura preesistente". Né il modello della casa del Balilla, né i disegni conservati nell'archivio centrale dello Stato, disponibili anche in rete nella galleria multimediale del portale degli archivi degli architetti, recano però elementi che corrispondano all'attuale ristrutturazione del terrazzo. Anzi, i parapetti in ferro che compaiono nelle immagini precedenti l'intervento di maggio 2021, meglio visibili dopo la demolizione delle transenne in muratura, sembrano assenti sia nei disegni sia nel modello, dunque estranei al progetto morettiano,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia in grado di riferire sulla base di quali elementi la Soprintendenza speciale di Roma abbia autorizzato la sopraelevazione, prima esclusa, del palazzo dell'ex Poligrafico (come del palazzo Canevari) e una ristrutturazione del terrazzo del corpo B del complesso edilizio ex GIL che ha comportato, tra l'altro, l'abbattimento di alcuni elementi architettonici originali;

come intenda porre rimedio al bipolarismo per cui in taluni casi, come il cinema "America", la cui sala, benché il progetto fosse vincolato da tempo, è rimasta senza tutela fino al 2020, il Ministero trascura gli immobili che ha riconosciuto di interesse culturale, mentre in altri, come l'ex Poligrafico e l'ex GIL, vincolati sia il progetto sia l'edificio, il Ministero riserva la prescritta cura istituzionale solo al primo, consentendo che il costruito sia invece alterato da interventi discutibili in sé e non giustificati dalle necessità di ordine statico ammesse dalla carta italiana del restauro, disapplicata a discrezione del dirigente della Soprintendenza speciale di Roma pur di realizzare sopraelevazioni "spettacolari";

se intenda abbandonare la grande tradizione italiana del restauro anche formalmente, oltre che spesso nella pratica, oppure no, e in questo caso perché non la segua con coerenza, nonostante abbia a suo tempo adottato la carta del restauro quale atto di indirizzo.

(3-02597)