• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02591 ZAFFINI, CIRIANI - Al Ministro della salute. - Premesso che: secondo il quinto Rapporto prodotto congiuntamente dall'Istituto nazionale di statistica e dall'Istituto superiore di...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02591 presentata da FRANCESCO ZAFFINI
mercoledì 9 giugno 2021, seduta n.334

ZAFFINI, CIRIANI - Al Ministro della salute. - Premesso che:

secondo il quinto Rapporto prodotto congiuntamente dall'Istituto nazionale di statistica e dall'Istituto superiore di sanità, denominato "Impatto dell'epidemia covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente - anno 2020", nell'anno 2020 il totale dei decessi per il complesso delle cause ammonta a 746.146, 100.526 decessi in più rispetto alla media degli anni 2015-2019. Tra il mese di febbraio e il 31 dicembre 2020 sono stati registrati 75.891 decessi dovuti al COVID-19, ma i restanti 24.635 decessi aggiuntivi non sono direttamente collegati al COVID-19;

secondo i dati riportati da AGENAS (l'Agenzia sanitaria nazionale delle Regioni) solo nei primi sei mesi del 2020 i ricoveri ospedalieri sono stati 3,1 milioni contro i 4,3 dello stesso periodo dell'anno precedente, mentre da gennaio a settembre 2020, si sarebbero perse ben 52 milioni di visite specialistiche e prestazioni diagnostiche;

le preoccupazioni della comunità scientifica e delle professioni sanitarie si concentrano in particolare, ma non solo, su due famiglie di patologie, tumori e malattie cardiovascolari, per i risvolti che rischiano di assumere i ritardi nella prevenzione, nella diagnosi, nella presa in carico e nei trattamenti di follow up registrati in questi mesi di lotta a Sars-CoV-2;

rispetto al 2019, nel 2020 la mortalità per infarto è passata dal 4.1 al 13.7 per cento, tanto che da mesi le associazioni nazionali di medici di cardiologia denunciano che "abbassare la guardia sulle malattie cardiovascolari, responsabili di più di 230 mila decessi ogni anno, e non ricostruire la rete dell'emergenza cardiologica, potrebbe causare più morti che per Covid-19", lamentando al contempo l'assenza di tavoli tecnici per l'attuazione di un programma di ripartenza cardiologica;

con riferimento alle patologie oncologiche, seconda causa di morte in Italia, sempre nel 2020 hanno subito un rinvio il 99 per cento degli interventi per tumore alla mammella, il 99,5 per cento di quelli alla prostata, il 74,4 per cento delle operazioni al colon retto, mentre il piano nazionale oncologico italiano è fermo al 2011, prorogato fino al 2016, ed oggi esiste solo una bozza di 145 pagine risalente al 2019, ma rimasta nel cassetto;

c'è poi un vero e proprio allarme che riguarda le patologie psichiatriche, anche in conseguenza dei provvedimenti di restrizione delle libertà personali che, secondo la comunità scientifica, hanno subito un'impennata sensibile, almeno un aumento 30 per cento traducibile in un milione di nuovi casi di disagio mentale;

la mancanza in Italia di adeguati piani nazionali, l'assenza di un'azione del Governo volta a spingere le regioni in ritardo ad uniformare la loro assistenza sono un preoccupante segnale di una sorta di rinuncia delle istituzioni alla tutela dei cittadini, a garantire il diritto alle cure, condizione peraltro indispensabile accedere ai finanziamenti PNRR;

con il decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, detto "sostegni bis", il Governo si accinge a rifinanziare i provvedimenti contenuti nell'art. 29 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, "decreto-legge agosto", asseritamente sufficienti al recupero "delle prestazioni ambulatoriali, di screening e di ricovero ospedaliero non erogate nel periodo dell'emergenza epidemiologica conseguente alla diffusione del virus Sars-CoV- 2", apportando ulteriori 477,75 milioni di euro;

considerato che:

non è dato oggi sapere il risultato concreto raggiunto dal SSN in virtù delle risorse stanziate quasi un anno fa nel tentativo di abbattere il numero delle prestazioni sospese nel corso della cosiddetta prima ondata dell'emergenza;

le liste di attesa delle prestazioni sanitarie per patologie non-COVID non sembrano essere, per quanto esposto, affatto diminuite;

la nuova previsione del decreto "sostegni bis" si limita a rifinanziare lo stanziamento ed a prorogarne l'efficacia all'anno corrente in modo acritico, senza prevedere alcun intervento di sistema;

già prima dell'emergenza COVID il SSN, specialmente nelle regioni del Sud e in quelle in dissesto, era afflitto da rilevanti ritardi nei trattamenti e da liste di attesa nelle prestazioni non degne di un "Paese civile", ad oltre 40 anni dall'istituzione del SSN stesso,

si chiede di sapere:

se le risorse erogate dal "decreto agosto" abbiano ottenuto i risultati previsti e quali siano i numeri complessivi e le aree di specialità delle prestazioni recuperate;

quali iniziative di sistema il Governo intenda, invece, adottare, anche in accordo con la Conferenza Stato-Regioni, per il recupero urgente, e non più procrastinabile, dell'enorme massa di prestazioni e di trattamenti rimasti in arretrato che si assommano, come detto in premessa, al già grave problema delle liste di attesa pre-COVID, e restituire cosi ai cittadini italiani fiducia nella capacità dello Stato di garantire il diritto alla salute, costituzionalmente garantito.

(3-02591)