• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00676 (7-00676) «Foti, Butti, Rachele Silvestri, Zucconi, De Toma».



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00676presentato daFOTI Tommasotesto presentato Lunedì 7 giugno 2021 modificato Martedì 8 giugno 2021, seduta n. 520

   La VIII e X Commissione,

   premesso che:

    il problema del «caro prezzi» sta diventando ogni giorno più insostenibile per le imprese del settore edile, in particolare per quelle di piccole è medie dimensioni, con il forte rischio di un aggravamento della situazione economico-finanziaria delle stesse, per altro nell'ultimo anno, già fortemente condizionata dalle gravissime conseguenze determinate dall'emergenza sanitaria;

    si è in presenza, infatti, di una dinamica di mercato ingiustificata e incontrollata, destinata a influire pesantemente delle recenti strategie di sviluppo promosse ai vari livelli di governo, che mette a rischio quel contesto favorevole in cui il comparto e le imprese del settore edilizio fortemente confidano per uscire dalla crisi strutturale in cui versano da oltre un decennio. Inoltre, con riferimento alle materie prime che l'Italia importa, si registra un problema effettivo di reperimento dei container e un aumento dei prezzi di trasporto delle stesse dalla Cina verso l'Europa del 400 per cento dal quarto trimestre del 2020;

    il citato «caro prezzi» agisce sia sui prodotti siderurgici (ad esempio, il ferro necessario al cemento armato e trafilati per travi) che sono aumentati di oltre il 100 per cento sia su molti altri materiali di primaria importanza per l'edilizia (ad esempio; i polietileni +40 per cento, il rame +17 per cento, il cemento che subisce già da tempo incrementi del 10 per cento o il legno per carpenteria e/o costruzioni con aumenti del 30 per cento. Per non parlare del prezzo dell'acciaio che, tra novembre 2020 e febbraio 2021 che ha registrato un'eccezionale aumento di prezzo, pari a circa il 130 per cento. Nei fatti, moltissimi cantieri pubblici e privati rischiano di essere bloccati, a causa delle ragioni sopra esposte, con gravi ripercussioni economiche e sociali;

    con specifico riguardo agli appalti pubblici, le norme vigenti, dettate dal Codice che disciplina la materia, non prevedono adeguati meccanismi di revisione prezzi. Quanto ai cantieri avviati, ad esempio, per il superbonus, avendo allineato tutte le imprese i preventivi ai prezzi stabiliti dal decreto del Ministero dello sviluppo economico del 6 agosto 2020, il repentino ed inarrestabile aumento dei prezzi non può che comportare la sospensione dei lavori in essere. Nell'attuale contesto, quindi, sia i contratti pubblici, che quelli privati, rischiano di non risultare più economicamente sostenibili da parte delle imprese operanti nel settore dell'edilizia, nonostante gli enormi sforzi delle stesse per far fronte agli impegni assunti. Si è in presenza, insomma, di incrementi straordinari del prezzo di alcuni materiali, ben oltre l'alea contrattuale — senza che possano essere invocate le normali fluttuazioni del mercato — che rischiano, come detto, di compromettere la regolare esecuzione dei lavori in corso,

impegnano il Governo:

   ad assumere, con l'urgenza che la situazione impone, adeguate iniziative volte a modificare la normativa vigente, così che sia possibile riconoscere alle imprese — per i lavori eseguiti nel 2021 — adeguate forme di compensazione economica che consentano alle stesse di potere fare fronte all'eccezionale aumento dei prezzi dei materiali utilizzati per l'attività edilizia, giusta anche la necessità di riequilibrare i rapporti negoziali tra le imprese stesse e le stazioni appaltanti;

   a richiedere all'Unione europea di assumere adeguate iniziative — atteso che i problemi derivanti dal «caro prezzi» negativamente si riflettono sulla ripresa dell'attività edilizia in diversi Stati dell'Unione, quindi non solo in Italia — volte a ridurre al minimo gli effetti speculativi in atto sui prezzi di alcuni materiali utilizzati nel settore dell'edilizia, tenuto anche conto che da tutti gli Stati europei è avvertita la necessità di utilizzare al meglio i fondi del Recovery Fund per la realizzazione delle infrastrutture di cui necessitano;

   ad adottare iniziative di competenza affinché le stazioni appaltanti, per quelle gare ancora da esperire, aggiornino i prezziari ai costi «reali» dei materiali, anche per evitare il possibile blocco dei cantieri, in una fase successiva, imputabile proprio al rincaro spropositato dei materiali utilizzati;

   ad assumere ogni iniziativa di competenza finalizzata a sostenere e a rilanciare il settore edile, che versa in una situazione di crisi strutturale, con particolare riferimento alle imprese di piccole e medie dimensioni, alla luce del cospicuo aumento dei prezzi dei materiali edili.
(7-00676) «Foti, Butti, Rachele Silvestri, Zucconi, De Toma».