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Atto a cui si riferisce:
S.2/00083 QUAGLIARIELLO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. - Premesso che: la partecipazione di atleti transgender biologicamente...



Atto Senato

Interpellanza 2-00083 presentata da GAETANO QUAGLIARIELLO
martedì 8 giugno 2021, seduta n.333

QUAGLIARIELLO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. - Premesso che:

la partecipazione di atleti transgender biologicamente maschi nelle competizioni sportive femminili è un fenomeno sempre più comune nel panorama sportivo globale, specie negli Stati Uniti, dove una coalizione di associazioni sportive femminili, Save Women's Sport, ha chiesto al Comitato olimpico internazionale di impedire che atleti maschili transessuali siano ammessi alle gare femminili;

in base alle linee guida emanate dal Comitato olimpico internazionale gli atleti transessuali da uomo a donna possono competere nelle gare femminili semplicemente affermando di appartenere al genere femminile (dichiarazione che ha una validità di quattro anni) e dimostrando di avere mantenuto un livello di testosterone nel sangue inferiore ad una determinata soglia (10 nanogrammi per litro) per l'anno precedente alla competizione;

sulla base di tali linee guida, alle prossime olimpiadi di Tokyo gareggerà la prima atleta transgender nella storia delle competizioni olimpiche, Laurel Hubbard;

nel panorama nazionale, i quotidiani "Bresciaoggi" e "Libero" riportano il caso dell'atleta transgender Valentina Petrillo, atleta biologicamente uomo che ha dichiarato di appartenere al genere femminile pur non avendo eseguito la gonadectomia;

la problematica è stata messa in luce anche dall'avvocato Maria Fausta Quilleri del foro di Brescia, la quale, a nome e per conto di otto atlete che hanno sottoscritto la petizione, si è rivolta al Governo e alla FIDAL per rappresentare un problema di grande rilevanza per lo sport e per il rispetto delle identità sessuali;

nella petizione si sottolinea come da alcuni mesi in Italia, nell'ambito delle gare del settore master femminile di atletica leggera, si verifichi una dissonante circostanza, per la quale è consentita la partecipazione dei transgender sulla base delle menzionate linee guida del CIO emanate nel 2015, attuando una discriminazione nei confronti delle donne, della loro individualità e del loro diritto ad essere garantite nelle pari opportunità rispetto al loro genere;

i criteri indicati nelle linee guida del CIO sono stati individuati in assenza di adeguata evidenza scientifica in materia, tenendo conto solo dell'autopercezione di genere dell'atleta e di un parametro ematico, che non tiene conto della struttura fisica, della capacità muscolare e respiratoria di corpi differenti, generando preoccupanti disparità di trattamento;

rilevato che:

nella stessa petizione si osserva come il tutto sia evidentemente contro ogni norma giuridica in essere nel nostro Paese e contro qualsiasi esigenza di tutela della condizione femminile, che si trova abusata persino in un campo nel quale l'obiettivo primario dovrebbe essere quello di garantire una concorrenza reale;

sempre nella petizione, nessuno immagina di impedire ad altri la piena espressione delle proprie sensibilità in tutti gli aspetti della vita individuale e sociale, ma nel contempo non è neppure immaginabile impedire una piena espressione delle proprie individuali capacità fisiche e di genere delle donne,

si chiede di conoscere quali iniziative il Governo intenda intraprendere per evitare il ripetersi di episodi nei quali le donne vengono umiliate in competizioni sportive, che non rispettano criteri di pari opportunità, e nelle quali la disparità dovuta alla differenza biologica crea le condizioni per la sconfitta.

(2-00083)