• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/03045-A/034    premesso che:     nella Gazzetta Ufficiale n. 96 del 22 aprile 2021, è stato pubblicato il decreto-legge n. 52/2021, cosiddetta «Decreto Riaperture», recante «Misure...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03045-A/034presentato daCOLLETTI Andreatesto presentato Martedì 8 giugno 2021 modificato Mercoledì 9 giugno 2021, seduta n. 521

   La Camera,
   premesso che:
    nella Gazzetta Ufficiale n. 96 del 22 aprile 2021, è stato pubblicato il decreto-legge n. 52/2021, cosiddetta «Decreto Riaperture», recante «Misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sodali nel rispetto delle esigente di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19»;
    tale provvedimento concerne anche la proroga dei termini correlati con lo stato di emergenza epidemiologica da COVID-19, salvo le specificazioni previste dallo stesso decreto-legge n. 52/2021 e successive modifiche e integrazioni;
    è emersa l'esigenza, a tal proposito, di prevedere un'ulteriore proroga circa la data di entrata in vigore delle modifiche delle circoscrizioni giudiziarie dell'Aquila e Chieti, che hanno previsto la soppressione dei Tribunali e delle Procure della Repubblica di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto;
    con il decreto-legge del 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni dalla Legge 14 settembre 2011, n. 148, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo, il Governo è stato delegato ad adottare, entro dodici mesi, uno o più decreti legislativi per riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza, con l'osservanza dei principi e criteri direttivi indicati all'articolo 1, comma 2, della legge n. 148 del 2011;
    in attuazione della suddetta delega, il decreto legislativo del 7 settembre 2012, n. 155, ha previsto una nuova organizzazione dei tribunali e degli uffici del pubblico ministero, con la soppressione dei Tribunali ordinari, delle sezioni distaccate e delle Procure della Repubblica di cui alla tabella A allegata al decreto, pari a 31 tribunali, 31 procure e 220 sezioni distaccate di tribunale;
    nella tabella A sono indicati per il distretto della Corte di Appello dell'Aquila i Tribunali e le Procure della Repubblica di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto;
    il decreto-legge 20 dicembre 2019, n. 162 convertito, con modificazioni dalla Legge 28 febbraio 2020, n. 8, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica (cosiddetto Milleproroghe 2020), all'articolo 8, comma 6, ha prorogato al 14 settembre 2022 la data di entrata in vigore delle modifiche delle circoscrizioni giudiziarie dell'Aquila e Chieti, nonché delle relative sedi distaccate previste dagli articoli 1 e 2 del citato decreto legislativo n. 155 del 2012;
    le conseguenti misure organizzative, gestionali e procedurali, relative alle disposte «soppressioni», si pongono in evidente contrasto con la disciplina emergenziale emanata, e ad oggi in vigore, per fronteggiare la gravissima e perdurante crisi sanitaria, orientata prevalentemente al distanziamento interpersonale e sociale e al tendenziale rafforzamento dei servizi pubblici essenziali periferici, tra i quali rientra, a pieno titolo, l'amministrazione della giustizia;
    durante la crisi epidemiologica, gli ampi spazi ed aule di udienza dei Tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto hanno consentito di svolgere le attività giudiziarie nel pieno rispetto della normativa emergenziale, assicurando il ricambio naturale dell'aria, unitamente al distanziamento fisico;
    l'emergenza epidemiologica ha messo in rilievo, infatti, l'importanza della giustizia di prossimità, evidenziando, il positivo funzionamento delle strutture giudiziarie cosiddette «minori»;
    durante il lockdown nazionale (9 marzo-11 maggio), i Tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto hanno continuato a fare registrare elevati standards di efficienza, atteso che è stata possibile la celebrazione di un significativo numero di udienze – specie penali – che si sono svolte in presenza ed in condizioni di sicurezza sanitaria per magistrati, avvocati, parti, testimoni, personale amministrativo, laddove i Tribunali di maggiori dimensioni, invece, sono stati costretti alla sostanziale paralisi;
    il prossimo «sblocco» delle procedure di sfratto ed espropriative, oltre che dei licenziamenti, determinerà, peraltro, un inevitabile ma prevedibile incremento del carico degli uffici giudiziari, che rischia di pregiudicare la tempestività delle «risposte» di giustizia, situazione particolarmente grave perché trattasi di diritti fondamentali e servizi essenziali per i cittadini e per il territorio;
    va tenuto conto che tali province montane hanno un vastissimo territorio con un ampio bacino di riferimento, anche in termini di flussi economici, caratterizzato da complessità climatiche, logistiche e infrastrutturali, pertanto, con tali «soppressioni» si determinerebbe un insostenibile disagio in ordine ai servizi erogati dall'amministrazione della Giustizia;
    la specifica conformazione orografica dell'Abruzzo, in particolare dei territori sui quali insistono i Tribunali destinati ad essere soppressi, tutti ubicati nella parte centro-meridionale della regione, infatti, recherebbe con sé la grave conseguenza di privare un'area di circa 6.600 chilometri quadrati di indispensabili presidi giudiziari, con grave compromissione dei diritti dei cittadini;
    la soppressione dei Tribunali implicherebbe anche la chiusura degli Uffici delle Procure della Repubblica, lasciando sguarnita una larga parte del territorio regionale da importanti presidi e baluardi di giustizia e legalità, aprendo pericolosi varchi al rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata;
    il sud dell'Abruzzo risulterebbe scoperto sul piano dei servizi di giustizia e legalità ed il relativo contenzioso sarebbe assorbito dai Tribunali de L'Aquila e di Chieti, già fortemente compromessi dalla situazione post terremoto e dalle enormi difficoltà a smaltire il proprio carico di lavoro;
    la soppressione dei Tribunali di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto, come dimostrato in altre realtà, provocherebbe ricadute negative anche in termini economici in un territorio già gravemente provato dalla crisi determinata dall'emergenza sanitaria che ha aggravato le difficoltà di famiglie ed imprese, trattandosi di tutelare il sistema istituzionale, culturale, sociale ed economico dell'Abruzzo;
    è in atto da tempo una vera e propria battaglia territoriale in difesa dei tribunali a rischio soppressione, portata avanti da sindaci, enti locali, rappresentanti degli ordini professionali, associazioni, parti sociali e politiche, attraverso manifestazioni unitarie e forti prese di posizioni a sostegno di un iter legislativo, amministrativo e politico, a salvaguardia dei presidi giudiziari abruzzesi, che risulti definitivo e strutturale, in grado di andare oltre le semplici proroghe finora messe in campo;
    nell'attuale contesto economico-sociale, che la pandemia ha radicalmente mutato, si impone un vero e proprio ripensamento delle scelte legislative «accentratrici» attuate negli ultimi anni in tema di riordino dei servizi pubblici essenziali (sanità, istruzione e giustizia), in favore di scelte di «decentramento» nella direzione della «prossimità», come sancito anche dall'articolo 5 della Costituzione posto a tutela del principio autonomistico e del più ampio decentramento amministrativo, al fine di garantire la diretta e tempestiva erogazione di tali servizi, riducendo al minimo anche gli spostamenti degli «operatori» e degli «utenti» della giustizia;
    tale organizzazione, che prevede la soppressione dei Tribunali «minori» succitati, risulta palesemente iniqua, inefficiente, dannosa e pericolosa, nonché, contraria ai principi riconosciuti a livello costituzionale che garantiscono il massimo decentramento dei servizi essenziali assicurati dallo Stato e dell'effettività della tutela giurisdizionale per tutti i cittadini e per il territorio;
    nel Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza sono previsti importanti fondi europei per la Giustizia e, quindi, risulterebbe paradossale, ingiusto e immotivato dover assistere a tale prevista soppressione,

impegna il Governo

a valutare, in prossimità della scadenza prevista dal periodo di proroga fissata al 14 settembre 2022, l'opportunità di un ulteriore differimento della soppressione dei predetti uffici giudiziari.
9/3045-A/34. (Testo modificato nel corso della seduta)  Colletti, Massimo Enrico Baroni, Cabras, Corda, Costanzo, Forciniti, Giuliodori, Maniero, Paolo Nicolò Romano, Sapia, Spessotto, Testamento, Trano, Vallascas, Leda Volpi.