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Atto a cui si riferisce:
S.1/00370 premesso che: l'assetto istituzionale di Roma e, più in generale, la situazione critica in cui versa la città sono da tempo al centro di un intenso dibattito; l'insufficienza dei...



Atto Senato

Mozione 1-00370 presentata da MAURIZIO GASPARRI
martedì 25 maggio 2021, seduta n.330

GASPARRI, RIZZOTTI, FAZZONE, GIRO, BINETTI, PAPATHEU, CALIGIURI, GALLONE, MALLEGNI - Il Senato,

premesso che:

l'assetto istituzionale di Roma e, più in generale, la situazione critica in cui versa la città sono da tempo al centro di un intenso dibattito;

l'insufficienza dei congegni di governance è conclamata e ha generato una serie di criticità ormai endemiche: il degrado della città e delle periferie, l'ammaloramento della rete stradale, la gestione del tutto caotica e deficitaria dei servizi essenziali di area vasta (rifiuti e trasporti, in primis), la scarsa attenzione per l'immenso patrimonio artistico sono solo alcuni dei fattori che hanno portato Roma a scivolare, secondo una ricerca condotta nel 2018 da "Italia Oggi" e l'Università "Sapienza" sulla qualità della vita, all'ottantacinquesimo posto della classifica delle grandi città italiane;

l'intreccio inestricabile di competenze fra livelli di governo diversi, l'assenza di visione e progettualità, l'insufficienza delle risorse economico-finanziarie, gravate peraltro da un debito pregresso ingentissimo, contribuiscono a rendere ancora più problematico il quadro;

in tale scenario si innestano poi una serie di fattori nuovi, di stretta attualità: le ricadute della pandemia, che hanno significativamente impoverito il tessuto socio-economico della capitale, la necessità di cogliere per Roma le irripetibili opportunità di rilancio e sviluppo offerte dal PNRR, l'avvicinarsi del giubileo del 2025;

a fronte di ciò, si rende necessario e urgente mettere in campo due tipi d'iniziative, fortemente complementari e sinergiche: da un lato, quelle di più ampio respiro, di tipo ordinamentale, volte a dotare Roma dei poteri e delle risorse necessarie ad allinearla ad un modello finalmente adeguato alla sua realtà demografica, economica e politica, come avviene per tutte le principali capitali europee (Londra, Parigi e Berlino, per citarne alcune); dall'altro lato, quelle da realizzarsi nel breve termine, assicurando alla capitale una considerazione all'interno del PNRR che appare limitata;

le ragioni per le quali Roma esige una particolare attenzione sono molteplici, e quasi superflue da ricordare: a Roma hanno sede gli organi costituzionali nonché le rappresentanze diplomatiche degli Stati esteri; l'estensione territoriale del comune (pari a quasi 1.300 chilometri quadrati) è equivalente alla somma dei territori dei comuni di Milano, Bologna, Torino, Genova, Napoli, Palermo, Catania, Firenze e Bari; nel comune di Roma risiede la metà della popolazione del Lazio, che sale ai quattro quinti se si prende in considerazione l'intera provincia di Roma; quest'ultima, inoltre, è la provincia più estesa e popolosa d'Italia; Roma, infine, ospita il 70 per cento del patrimonio artistico italiano e il 30 per cento di quello mondiale. Come si vede, interessi locali e interessi nazionali si intrecciano in un contesto senza eguali;

con riguardo alle iniziative di tipo ordinamentale, come noto, sono in corso d'esame in Parlamento diversi progetti di legge volti a ridisegnare lo statuto giuridico della capitale, in coerenza con l'articolo 114, comma terzo, della Costituzione, che, consapevole delle sue irriducibili peculiarità, prefigura per Roma un ordinamento speciale;

i grandi problemi di governance di Roma capitale difficilmente possono essere risolti continuando ad insistere su modelli già esistenti, all'evidenza non adatti alle specificità capitoline, e rivelatisi ormai fallimentari;

appare necessaria una riforma profonda, che non sembra attuabile al livello di semplice legislazione ordinaria. Questa, infatti, vincolata a muoversi nel solco costituzionale, ha un margine di manovra piuttosto limitato: può prevedere una riallocazione delle funzioni amministrative (già tentata peraltro, con ogni possibile combinazione, dalle leggi sinora affastellatesi in modo incrementale), ma non superare il nodo attuativo, legato comunque alla necessità di trasferire con legge regionale ulteriori funzioni, e più in generale di raccordare i diversi livelli di governo territoriale coinvolti;

se si guarda ai modelli precedenti, sono stati la legge n. 42 del 2009 e i successivi decreti attuativi, approvati dal Governo Berlusconi, a dotare la capitale dei più ampi poteri amministrativi; la stessa maggioranza di centrodestra nel testo di riforma costituzionale del 2005 (non approvato in sede referendaria), ben consapevole del rilievo del tema, aveva compiuto un passo ulteriore, proponendo di conferire a Roma capitale "forme e condizioni particolari di autonomia, anche normativa, nelle materie di competenza regionale", sebbene nei limiti e con le modalità stabiliti dallo statuto della Regione Lazio. La successiva legge n. 56 del 2014, invece, ha appiattito Roma sul modello della città metropolitana, lasciandone peraltro in gran parte lacunoso lo statuto giuridico;

solo con una riforma costituzionale è possibile dotare Roma di uno statuto giuridico stabile, protetto a livello costituzionale, procedendo al conferimento anche di poteri legislativi, che in una realtà grande e complessa come quella capitolina paiono assolutamente necessari;

per quanto riguarda, invece, le iniziative da adottare nell'immediato con riferimento alla concreta declinazione e attuazione del PNRR, si riponeva un certo affidamento rispetto al fatto che il piano avrebbe riservato a Roma una consistente attenzione in termini di progetti e risorse;

in questa prospettiva, Forza Italia aveva pubblicamente indicato, in un documento presentato nel mese di gennaio 2021, una serie di obiettivi in ambito infrastrutturale, come il completamento dell'anello ferroviario, il finanziamento della linea metropolitana D (lungotevere Dante-Roma Tre e Cavalieri-Prati Fiscali), il prolungamento della linea C (Fori Imperiali), il prolungamento della metro B1 (Jonio-svincolo A1), il prolungamento della metro A (Battistini-stazione Monte Mario), il prolungamento della metro B (Rebibbia-Casal Monastero), il finanziamento della nuova linea E (Roma-Ostia-Fiumicino), l'implementazione delle metrotranvie di superficie;

Forza Italia aveva inoltre avanzato una serie di proposte volte a completare il piano della realizzazione dei servizi primari e secondari nella periferia di Roma, ivi compreso il piano per l'edilizia residenziale pubblica che a Roma riguarda 57.000 famiglie in emergenza abitativa;

il testo del PNRR sottoposto dal Governo alle Camere riserva a Roma un'attenzione non del tutto adeguata in termini di risorse, con una serie d'interventi settoriali e puntiformi;

più in particolare, dei circa 220 miliardi di euro complessivamente stanziati, a Roma sono assegnati: 300 milioni per raddoppiare gli studios di Cinecittà; 500 milioni per il progetto "Caput Mundi", che accorpa finalità disparate (fra cui, recupero e valorizzazione del patrimonio artistico e del verde, promozione del turismo), il rafforzamento della linea ferroviaria Roma-Pescara,

impegna il Governo ad assumere, in sede di attuazione del PNRR e degli interventi del fondo complementare, tutte le iniziative necessarie per dare spazio ad una visione organica circa il ruolo strategico di Roma capitale nell'ambito del PNRR, destinando ad essa risorse adeguate alla scala della popolazione, dell'estensione territoriale, delle infrastrutture e dei servizi della città, pari a non meno di 10 miliardi di euro.

(1-00370)