• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/05507 SANTILLO, TRENTACOSTE, CATALFO, CAMPAGNA, SANTANGELO, PAVANELLI, FERRARA, NATURALE, PELLEGRINI Marco, LEONE, ANASTASI, CASTELLONE, L'ABBATE, PRESUTTO, DELL'OLIO, DI GIROLAMO, MAUTONE,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-05507 presentata da AGOSTINO SANTILLO
giovedì 20 maggio 2021, seduta n.329

SANTILLO, TRENTACOSTE, CATALFO, CAMPAGNA, SANTANGELO, PAVANELLI, FERRARA, NATURALE, PELLEGRINI Marco, LEONE, ANASTASI, CASTELLONE, L'ABBATE, PRESUTTO, DELL'OLIO, DI GIROLAMO, MAUTONE, MARINELLO, PIARULLI, ROMANO, RUSSO, DE LUCIA, CASTIELLO, LOREFICE, CIOFFI, QUARTO, GARRUTI - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:

con il regolamento (UE) n. 1305/2013 del parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013, fu stabilito che le risorse finanziarie del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) per il periodo 2014-2020 fossero ripartite tra uno Stato membro presentando un unico programma di sviluppo rurale (PSR) per l'intero territorio, oppure presentando una serie di programmi regionali, senza stabilire le modalità di ripartizione della dotazione nazionale del FEASR trai PSR regionali. Pertanto nel periodo 2014-2020, come per gli anni precedenti, le ripartizioni del FEASR degli Stati membri con i PSR delle Regioni sono state decise dagli stessi Stati;

il successivo "regolamento transitorio", ossia il regolamento (UE) n. 2020/2220, che modifica il regolamento (UE) n. 1305/2013, ha stabilito la ripartizione per Stato membro delle risorse finanziarie del FEASR per gli anni 2021 e 2022. Il regolamento (UE) n. 2020/2220 non ha modificato le disposizioni del regolamento (UE) n. 1305/2013, relative alla ripartizione della dotazione nazionale del FEASR tra i programmi regionali, e pertanto le disposizioni del regolamento (UE) n. 2020/2220 si applicano anche durante il periodo di transizione, ovvero gli anni 2020-2021 (risposta n. P-000457/2021 di Juanusz Wojciechowski a nome della Commissione europea del 3 marzo 2021). Per assegnare le risorse relative al 2021 e 2022 gli Stati membri dovranno modificare i propri PSR e presentarli alla Commissione;

considerato che:

da un articolo pubblicato su "L'Informatore Agrario", n. 13/2021, dal titolo "Fondi per i PSR, scontro tra regioni sulla proposta del Mipaaf", si apprende che la ripartizione dello stanziamento attribuito all'Italia per il funzionamento della politica di sviluppo rurale nel corso del biennio 2021-2022 non sarebbe stata ancora presentata alla Commissione europea dopo oltre quattro mesi di lavori tra il Ministero, le Regioni e le Province autonome;

il mancato accordo sarebbe dovuto all'interpretazione di una disposizione sancita nell'intesa raggiunta nella Conferenza Stato-Regioni del 16 gennaio 2014, dove si stabilì la divisione dei fondi PSR per il per il settennio a venire secondo il seguente modo: "i predetti criteri di riparto, si applicano unicamente alla programmazione 2014-2020";

le Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Umbria considererebbero il biennio di transizione 2021-2022 come estensione della programmazione già sancita e non ci sarebbe la necessità di passare ai nuovi criteri;

le rimanenti Regioni sono dell'opinione contraria e proporrebbero di abbandonare il metodo precedente e ripartire i fondi a disposizione riferendosi a "parametri oggettivi e quantificabili che rispecchiano il potenziale economico, ambientale, e socio-rurale del sistema agricolo";

poiché si tratterebbe di dividere in 22 quote (una al Ministero e 21 alle Regioni e alle Province autonome) ben 7 miliardi di euro tra fondi comunitari e nazionali, l'utilizzo di una scelta di ripartizione piuttosto che un'altra comporterebbe delle differenze economiche di diverse decine di milioni di euro tra le Regioni;

dalle notizie ampiamente divulgate attraverso i media sembrerebbe che il Ministero avrebbe trovato una soluzione di compromesso tra le due posizioni, prevedendo l'applicazione di un criterio misto su base storica e oggettiva per il 2021- 2022 per poi partire con il 2023 con l'utilizzo dei soli criteri oggettivi;

considerato inoltre che:

la Commissione europea dovrebbe approvare entro il 1° maggio le richieste di modifica dei PSR e procedere poi all'assegnazione dei Fondi;

se prevalesse la posizione del metodo proposto sarebbero penalizzate le regioni del Sud, che vivono già una situazione economica molto deficitaria a danno di numerose piccole e medie aziende agricole, soprattutto in un periodo così complesso come quello che stiamo vivendo, in cui la crisi pandemica sta colpendo fortemente l'economia del comparto agricolo,

si chiede di sapere:

quali misure il Ministro in indirizzo intenda adottare per tutelare le Regioni in cui il riparto dei fondi con il metodo oggettivo andrebbe a causare danni, con particolare riferimento al Sud, dove l'economia è fortemente basata sull'agricoltura e sulla filiera agroalimentare;

se intenda valutare la possibilità di aggiornare le quote di riparto dei fondi a partire almeno dall'anno 2022, preservando in questo modo la filiera di investimento e di processo del comparto agricolo già avviata per il biennio 2020-2021.

(4-05507)