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Atto a cui si riferisce:
C.5/06025 (5-06025)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 19 maggio 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-06025

Grazie Presidente,

  ringrazio l'onorevole interrogante per il quesito posto, tuttavia devo premettere che nel merito di quanto esposto in premessa non posso che riportarmi a quanto comunicato dal Ministero del lavoro, non essendo materia attinente alla mia delega.
  In particolare, per quanto riguarda le iniziative del Governo in merito al blocco dei licenziamenti e alle azioni da intraprendere per assicurare i posti di lavoro esistenti e scongiurare nuovi licenziamenti di persone con disabilità, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali si sta adoperando per inserire già nel prossimo provvedimento utile, nuove misure volte a incentivare le imprese affinché, anche con la scadenza del blocco dei licenziamenti, si possano mantenere per quanto possibile gli attuali livelli occupazionali. Naturalmente, su questo fronte, i destinatari saranno tutti i lavoratori, tra i quali un particolare riguardo andrà riservato ai lavoratori con disabilità in modo da attuare tutte le tutele esistenti.
  In tema di politiche per l'inserimento lavorativo, come ho avuto già modo di riferire in sede di dichiarazioni programmatiche presso questa Commissione, la Relazione sullo stato di attuazione della legge n. 68 del 1999 – che resta il punto di riferimento avendo avuto il merito di rivoluzionare l'approccio alla materia, favorendo la transizione dal collocamento «obbligatorio» al collocamento «mirato» – presentata nel gennaio di quest'anno dall'allora Ministro del lavoro, Catalfo, ha restituito un quadro insoddisfacente. Infatti, volendo soprassedere dal ribadire dati già comunicati, solo una minoranza delle persone con disabilità è inserita nel mondo del lavoro e con forte eterogeneità nella distribuzione territoriale, con forte penalizzazione per le donne con disabilità. Particolarmente deficitaria appare, in base ai dati della Relazione, la risposta del sistema pubblico: il settore privato ha assorbito il 96 per cento degli avviamenti complessivi, segno che le Pubbliche Amministrazioni – che comunque devono procedere con procedure concorsuali – contribuiscono solo marginalmente al collocamento mirato.
  Per un'inversione di rotta occorre procedere celermente all'attuazione di due presupposti fondamentali del sistema delineato dalla legge n. 68 del 1999, come modificata dal cosiddetto Jobs Act, e ad oggi non ancora definiti:

   la definizione delle Linee Guida, volte a promuovere la rete integrata con i servizi, gli accordi territoriali, la valutazione bio-psico-sociale della disabilità, gli accomodamenti ragionevoli, il responsabile dell'inserimento lavorativo e le buone pratiche di inclusione lavorativa;

   la creazione della Banca dati nazionale del collocamento mirato, al fine di razionalizzare la raccolta sistematica dei dati e di semplificare gli adempimenti, rafforzando altresì i controlli e migliorando le attività di monitoraggio e valutazione.

  Si tratta di due elementi essenziali per i quali i sono in contatto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali per una rapida attuazione.
  Infine, occorrerà, come ricordato dall'On. interrogante, porre grande attenzione sulle riforme previste dal PNRR in tema di politiche attive del lavoro al fine di investire al meglio le risorse stanziate. A tal proposito ritengo prioritarie le seguenti azioni:

   una riorganizzazione dei Centri per l'impiego;

   investimenti nella formazione specialistica degli addetti al collocamento mirato, con riguardo al Disability Management, in modo da creare figure di addetti esperti di valutazione del potenziale individuale e di consulenza nei processi di adattamento e accessibilità dei luoghi di lavoro;

   valorizzazione delle buone prassi adottate in alcuni sistemi regionali basati su contributi finanziari (cosiddetta «dote») a copertura dei costi di formazione e di inserimento nell'ambito lavorativo, risultando così complementare, e aumentando l'efficacia, alla incentivazione fiscale del datore di lavoro oggi assicurata dalle politiche ordinarie nazionali.