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Atto a cui si riferisce:
S.1/00368 premesso che: dal 2016, quando venne presentata per la prima volta in Parlamento una proposta di legge sulla "tampon tax", ad oggi l'interesse e l'attenzione dell'opinione pubblica è...



Atto Senato

Mozione 1-00368 presentata da SUSY MATRISCIANO
mercoledì 19 maggio 2021, seduta n.328

MATRISCIANO, MAIORINO, PIRRO, PAVANELLI, PIARULLI, ROMANO, CATALFO, ROMAGNOLI, FERRARA, GAUDIANO, PRESUTTO, DE LUCIA, VACCARO, MONTEVECCHI, VANIN, CROATTI, NOCERINO, MANTOVANI, LANZI, CASTALDI, DELL'OLIO, SANTILLO, FENU, TAVERNA, GUIDOLIN, EVANGELISTA, DONNO, MAUTONE, BOTTICI, DI PIAZZA, DI GIROLAMO, CAMPAGNA, PISANI Giuseppe, MARINELLO - Il Senato,

premesso che:

dal 2016, quando venne presentata per la prima volta in Parlamento una proposta di legge sulla "tampon tax", ad oggi l'interesse e l'attenzione dell'opinione pubblica è notevolmente aumentata;

la Costituzione italiana, all'articolo 3, garantisce pari dignità sociale senza distinzione di sesso, sancendo, inoltre, che: "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona'';

in Italia sono state lanciate delle petizioni che hanno raccolto migliaia di firme con la richiesta "che gli assorbenti vengano considerati per quello che sono, beni essenziali, e tassati di conseguenza", affinché sia applicata sui prodotti sanitari femminili (assorbenti, tamponi, coppe e spugne mestruali) l'aliquota IVA minima del 4 per cento, equiparandoli ai prodotti essenziali;

in Europa già alcuni Paesi si sono conformati alla direttiva 2006/112/CE del Consiglio del 28 novembre 2006, che consente ai Paesi membri di ridurre l'IVA su questi beni (in quanto di prima necessità): Irlanda, Francia, Portogallo, Olanda e Belgio applicano l'IVA ridotta, tra il 5 e il 6 per cento, la Germania del 7 per cento. Il Regno Unito all'inizio del 2021 ha abolito la "tampon tax", scendendo così sotto al 5 per cento, indicato dall'Unione europea, mentre la Scozia si è spinta oltre, fornendo gratuitamente prodotti igienici alle persone bisognose e mettendone a disposizione nelle scuole, università e negli edifici pubblici. Nello scorso febbraio in Francia è stato disposto che le residenze universitarie e i servizi sanitari universitari siano dotati di dispensatori di protezioni igieniche gratuite ed ecocompatibili;

considerato che:

l'Italia continua ad applicare sugli assorbenti un'aliquota dell'IVA al 22 per cento (IVA ordinaria) come per i beni non considerati primari: bevande, beni di lusso, tecnologia, automobili;

il decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, che è la legge vigente sulle aliquote IVA, prevede un'agevolazione per i prodotti considerati di prima necessità, come alcuni generi alimentari, libri, giornali e riviste, materiali terapeutici e altro, ai quali è applicata l'imposta agevolata al 4 per cento, anziché al 22;

in Italia è spesso ignorato il fenomeno della povertà mestruale, cioè il disagio, anche per ragioni economiche, di potersi garantire un'igiene adeguata durante tutto il periodo mestruale, attraverso appositi dispositivi sanitari e in luoghi idonei;

una riduzione dell'aliquota aiuterebbe le famiglie monoreddito e, soprattutto, darebbe anche l'idea di uno Stato che ha sensibilità verso il mondo femminile ancor più in questo difficile momento, che vede proprio le donne e le giovani pagare il prezzo economico più alto. Sono infatti le donne le più colpite dalla grave crisi pandemica e l'ISTAT (dati sulla variazione periodo dicembre 2019-dicembre 2020) ha rilevato la perdita di 444.000 posti di lavoro, di questi, 312.000 sono lavoratrici, il calo più marcato di tutta Europa, che va a sommarsi ad un livello di occupazione femminile molto più basso della media europea e alle carenze del nostro welfare;

ricordato infine che:

l'IVA influisce notevolmente sul prezzo al consumo di quei beni "di prima necessità" che a oggi non rientrano nelle tabelle dell'aliquota agevolata al 4 o 10 per cento: si stima che la "tampon tax" gravi su ogni donna in Italia mediamente (solo per la componente IVA degli assorbenti) fino a 20 euro all'anno;

solamente l'IVA su tamponi e assorbenti compostabili e biodegradabili è passata dal 22 al 5 per cento, con il decreto fiscale del 2019, ma questi, oltre ad essere fra i più costosi, costituiscono solo una minima parte dei prodotti igienico-sanitari sul mercato;

il Department of consumers affairs di New York, nel 2015, ha pubblicato lo studio "From cradle to cane: the cost of being a female consumer": analizzando un paniere di 800 beni di consumo, in versione sia maschile che femminile, è emerso che quelli femminili sono in media il 7 per cento più costosi di quelli maschili, un divario che arriva al 13 per cento nel caso di prodotti per la cura e l'igiene personale;

il ciclo mestruale non è un lusso, né tantomeno una scelta e gli assorbenti non sono un accessorio, ma una necessità per ogni donna, lasciare l'IVA ordinaria rappresenta una forma di discriminazione,

impegna il Governo:

1) ad intervenire quanto prima per far sì che i prodotti igienico-sanitari femminili, venduti su tutto il territorio nazionale, siano considerati beni essenziali, quali effettivamente sono, e che conseguentemente anche la tassazione sia ridotta al 4 per cento;

2) a sviluppare azioni volte a sensibilizzare su questo tema, anche attraverso le scuole, perché favoriscano l'informazione e la distribuzione gratuita di dispositivi igienici femminili nelle scuole secondarie, organizzando momenti di educazione sessuale per gli studenti, con l'obiettivo di superare il tabù del ciclo mestruale;

3) ad istituire un fondo ad hoc volto a supportare gli enti locali che promuovono iniziative rivolte alle donne che vertono in condizioni di disagio economico, fissando specifici criteri di accesso, per l'acquisto dei prodotti igienico-sanitari femminili attraverso l'emissione di buoni sconto specifici.

(1-00368)