• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00662 (7-00662) «Lucchini, Binelli, Rixi, Badole, Benvenuto, D'Eramo, Dara, Eva Lorenzoni, Patassini, Raffaelli, Valbusa, Vallotto».



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00662presentato daLUCCHINI Elenatesto diMercoledì 19 maggio 2021, seduta n. 511

   Le Commissioni VIII e X,

   premesso che:

    negli ultimi mesi si registra un eccezionale aumento dei prezzi delle materie prime connesse all'attività di costruzione, generalizzato anche a livello europeo;

    indagine condotta dal centro studi della Confederazione nazionale artigiani (Cna) dedicata a «La ripresa del settore delle costruzioni tra agevolazioni e aumenti delle materie prime», cui ha partecipato un campione rappresentativo di imprese artigiane, micro e piccole della filiera, che operano nei comparti della installazione di impianti, dell'edilizia e dei serramenti, ha rivelato aumenti indiscriminati e inaccettabili nei prezzi dei materiali, delle materie prime e delle apparecchiature legate all'edilizia, che vanno dal 15 per cento al 70 per cento: soprattutto di metalli, materie plastiche derivate dal petrolio (che ha subìto, anch'esso, un forte apprezzamento), calcestruzzo e bitumi;

    anche altri Paesi europei, come Francia, Germania e Regno Unito, stanno denunciando tali rincari; ad esempio, sembra che gli incrementi eccezionali del prezzo base del «ferro-acciaio tondo per cemento armato», tra novembre 2020 e aprile 2021, ha raggiunto il più 74 per cento, in Germania, e il più 68 per cento in Francia;

    un'indagine effettuata dall'associazione dei costruttori (Ance) riporta che il Presidente de la Fédération Française du Bàtiment (Ffb), in una recente intervista ha evidenziato, per la Francia, aumenti dei costi dei materiali del più 4,0 per cento per l'alluminio, del più 6,5 per cento per piombo-zinco-stagno, del più 10,3 per cento per il rame, del più 30 per cento per i prodotti in poliuretano, e fino al 30 per cento o 40 per cento per alcuni prodotti in acciaio. Tali aumenti si accompagnano ad una sempre maggiore difficoltà di reperimento di tali forniture, situazione questa eccezionale che rende inadeguati i consueti meccanismi di revisione dei contratti portando la Ffb a chiedere al Ministro dell'economia francese di intervenire tempestivamente, dal momento che il Governo francese pone l'edilizia tra i settori centrali per la ripresa post-Covid;

    anche il Regno Unito, come si legge in un recente articolo pubblicato l'11 marzo 2021, sottolinea le difficoltà di approvvigionamento dei materiali e il forte rincaro dei prezzi di alcuni materiali, come ad esempio del legno e compensato, più 20 per cento circa, e ghiaia-sabbia-argilla, più 19 per cento;

    in generale, ricerche varie effettuate da Ance e Cnr evidenziano un incremento eccezionale del prezzo base del «ferro-acciaio tondo per cemento armato» pari a circa 117 per cento, nel periodo novembre 2020 – aprile 2021, dei metalli del 20,8 per cento, con punte che superano il più 50 per cento; incrementi superiori al 40 per cento dei polietileni, del 17 per cento del rame, del 34 per cento del petrolio e derivati, del 15 per cento del bitume, del 10 per cento del cemento a gennaio 2021, rispetto al mese precedente. I materiali termoisolanti hanno raggiunto il più 16 per cento con punte che oscillano tra il più 25 per cento e il più 50 per cento; i materiali per gli impianti il più 14,6 per cento, con punte che superano il più 25 per cento, e il legno il più 14,3 per cento. È elevata anche la crescita per altri materiali, che oscilla tra il più 9,4 per cento di malte e collanti e il più 11,3 per cento dei laterizi, così come i ponteggi, il cui costo è passato dai 15 euro a 24 al metro quadrato;

    si tratta di incrementi che vanno ben oltre l'alea contrattuale, travalicando le normali fluttuazioni del mercato e il quadro potrebbe addirittura peggiorare, visto che il trend sembra destinato ad aumentare per i prossimi mesi;

    tale eccezionale aumento dei prezzi dei materiali da costruzione è imputato ad una serie di fattori congiunturali internazionali, largamente connessi all'emergenza epidemiologica mondiale in atto da COVID-19; infatti, il contesto si presenta anomalo in seguito della crisi pandemica e caratterizzato da una scarsità di offerta dovuta alle ripetute chiusure, industriali e commerciali in quasi tutta Europa e più in generale nel mondo;

    sembra che diversi produttori stiano incontrando problemi tecnici nel riavviare la produzione bloccata dall'emergenza da COVID-19 e, quindi, la ripresa della produzione di materiali di costruzione è lenta e insufficiente a soddisfare la domanda attuale;

    il 72 per cento delle imprese, secondo la Cna addebita la fiammata dei prezzi, in parte o del tutto, ai comportamenti speculativi della catena di fornitura;

    certamente, nel 2020, l'incertezza legata al COVID-19 ha scoraggiato gli acquisti e incoraggiato l'esportazione, con Cina, Corea del Sud e altri Paesi asiatici, che hanno importato enormi quantità di materia prima, e pertanto, attualmente, si è verificata una estrema riduzione delle scorte europee; un'altra causa è attribuibile all'aumento repentino del petrolio, che ha determinato un aumento dei costi di trasporto e fabbricazione delle altre materie prime; componente inflattiva questa probabilmente destinata ad assorbirsi in parte, in virtù della stabilizzazione prevista del prezzo del petrolio nel corso dell'anno;

    inoltre, l'ultimo rapporto dell'Ocse di dicembre 2020 registra un improvviso incremento della domanda del settore delle costruzioni in Cina, che, nel settore dell'acciaio, rappresenta il 50 per cento della produzione e del consumo mondiale e il cui settore delle costruzioni ne assorbe il 40 per cento; l'aumento di domanda operato dal mercato cinese e l'assenza di scorte ha causato un'impennata notevole del prezzo dell'acciaio. A ciò si aggiunge una notevole dilatazione dei tempi di consegna di tale materiale stimabile in 6-8 mesi;

    la situazione che si è venuta a creare, per il forte rincaro di alcune importanti materie prime connesse all'attività di costruzione, sta mettendo in seria difficoltà le imprese, già duramente colpite da una crisi settoriale in atto ormai da oltre dieci anni e acuita nel periodo di emergenza da COVID-19; le difficoltà riguardano soprattutto le imprese impegnate nella fase realizzativa di commesse, sia pubbliche che private, aggiudicate nei mesi precedenti ai rincari stessi;

    gli osservatori prevedono condizioni di assorbimento del prezzo dei materiali, con un livello generale che dovrebbe scendere nel corso della seconda parte dell'anno ma posizionarsi, comunque, su un livello significativamente più alto rispetto al 2020;

    secondo gli operatori del settore, l'origine degli aumenti di prezzo dei materiali edili non risulta collegata all'utilizzo della misura fiscale «Superbonus 110 per cento»; ciò sia in considerazione del fatto che tale agevolazione ha iniziato a produrre i primi effetti reali sul mercato solo a partire dal febbraio scorso, quando gli aumenti erano già avvenuti, sia perché gli aumenti di prezzo sono denunciati anche da altri settori industriali come ad esempio l'automotive; inoltre, i fenomeni di rialzo dei prezzi dei materiali coinvolgono anche i mercati internazionali e non sono, quindi, collegati a dinamiche interne al mercato italiano;

    lo scenario si presenta drammatico, poiché l'importante aggravio economico, nell'attuale ridotto margine di guadagno delle imprese già fortemente ridotto nel 2020 dalla pandemia, rischia di creare fallimenti delle imprese, bloccare i cantieri e frenare gli interventi già in corso, mettendo a rischio quelli previsti dal «Recovery Plan», qualora non si intervenga tempestivamente;

    le difficoltà si presentano anche per le pubbliche amministrazioni sia per la preparazione delle gare di lavori pubblici su prezzari ormai non corrispondenti alla realtà del mercato, sia per il frequente ricorso a perizie di variante che alzano i prezzi delle opere o addirittura superano i limiti previsti dal codice dei contratti pubblici e richiedono nuove procedure di affidamento;

    infatti, il codice dei contratti pubblici non prevede adeguati meccanismi revisionali appropriati al contesto attuale e i contratti non risultano più economicamente sostenibili per le imprese, nonostante gli sforzi messi in campo per rispettarli;

    gli aumenti hanno avuto ripercussioni negative anche in tutti i lavori edili che stanno per partire relativi al «Superbonus 110 per cento» i cui preventivi devono essere adeguati, col rischio per le imprese di ritardare l'avvio dei lavori o, addirittura, di perdere gli ordini da parte dei committenti; infatti, il «Superbonus del 110 per cento», per efficienza energetica e ristrutturazione antisismica, e la riconferma degli incentivi statali per il rifacimento delle facciate e ristrutturazioni hanno creato grandi aspettative alle imprese e, nonostante le difficoltà e complessità delle procedure previste, hanno comunque creato una mole di nuove richieste di interventi nel settore dell'edilizia e dell'impiantistica che ora rischiano di vanificarsi;

    un altro settore che risente pesantemente l'incremento dei prezzi è la ricostruzione post-terremoto del centro Italia in via di partenza; molte imprese edili non riescono, infatti, a far partire i cantieri, nonostante gli ordini di lavori già approvati con decreto, poiché i fornitori non consegnano i materiali, in attesa di nuovi listini con aumenti dei prezzi di oltre il 30 per cento, in particolare per il ferro e il calcestruzzo; secondo la Cnr tali aumenti impattano pesantemente sul prezzario per le opere della ricostruzione post sisma, che era già inadeguato e sottostimato almeno del 30 per cento, rispetto ai prezzi dei materiali per l'esecuzione dei lavori;

    inoltre, l'ondata del rincaro dei prezzi dei materiali, che incide sul costo di costruzione delle infrastrutture e delle manutenzioni, potrà avere ripercussioni anche sui servizi pubblici locali, con rincari tariffari a carico dei cittadini per assicurare il rispetto del pareggio di bilancio da parte degli enti gestori;

    occorrerebbe, pertanto, un meccanismo di compensazione urgente e straordinario per i lavori eseguiti nel corso del 2021, attraverso il quale riconoscere alle imprese gli incrementi eccezionali intervenuti e ricondurre i rapporti negoziali nel perimetro di un equilibrio sinallagmatico;

    soprattutto occorrerebbero interlocuzioni urgenti del nostro Governo con la Commissione europea, anche tenendo conto le segnalazioni effettuate da altri Paesi dell'Unione europeo, allo scopo di individuare iniziative comuni per far fronte ad una situazione che interessa tutta l'Europa, in un momento cruciale per la realizzazione di infrastrutture e in generale per la promozione del settore delle costruzioni, considerato tra i settori centrali per la ripresa post pandemia da COVID-19, nonché per abbattere eventuali fenomeni speculativi e tutelare gli operatori del settore;

    un provvedimento di carattere straordinario è stato già adottato in passato, con l'articolo 1 del decreto-legge 23 ottobre 2008, n. 162, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2008, n. 201, al fine di «fronteggiare gli aumenti repentini dei prezzi di acquisto di alcuni materiali da costruzione verificatisi nel corso del 2008»;

    tale decreto, sulla base di apposite rilevazioni effettuate con decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, prevede l'individuazione delle variazioni percentuali su base semestrale superiori all'otto per cento dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più significativi e stabilisce un meccanismo di compensazioni per le imprese, applicando alle quantità dei singoli materiali impiegati nelle lavorazioni eseguite e contabilizzate dal direttore dei lavori nell'anno 2008 le variazioni in aumento o in diminuzione dei relativi prezzi, con riferimento alla data dell'offerta, eccedenti l'8 per cento se riferite esclusivamente all'anno 2008 ed eccedenti il 10 per cento complessivo se riferite a più anni; lo stesso decreto ha istituito anche un fondo per l'adeguamento prezzi nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per i casi di insufficienza di risorse prevalentemente recuperate attraverso l'utilizzo delle somme appositamente accantonate per imprevisti o delle somme a disposizione della stazione appaltante per lo stesso intervento, oppure attraverso la rimodulazione dei lavori e delle relative risorse presenti nell'elenco annuale dei lavori pubblici della stazione appaltante;

    occorre intervenire tempestivamente per bloccare l'enunciata crisi del settore edile e delle infrastrutture,

impegnano il Governo:

   ad adottare iniziative per far fronte tempestivamente alle condizioni critiche verificatesi nel settore delle costruzioni, a causa del rialzo eccezionale dei prezzi dei materiali edili e delle difficoltà di approvvigionamento denunciate dalle imprese, per evitare una crisi incontrollabile del settore che potrebbe mettere a rischio gli interventi in corso e quelli previsti dal «Recovery Plan»;

   ad adottare iniziative urgenti per l'attuazione di un esteso monitoraggio e di una rilevazione dell'andamento dei prezzi delle materie e dei materiali più significativi utilizzati nel campo delle costruzioni per il primo trimestre del 2001, rispetto agli anni precedenti;

   a verificare le difficoltà riscontrate dalle stazioni appaltanti, soprattutto da regioni ed enti locali, sia per la preparazione delle gare di lavori pubblici su prezzari ormai non corrispondenti alla realtà del mercato, sia per il frequente ricorso a perizie di variante che alzano i prezzi delle opere;

   ad adottare le iniziative urgenti di competenza, in accordo con le regioni e le province autonome, per attuare un aggiornamento dei prezzari dei materiali connessi all'attività di costruzione, che corrispondano alla situazione reale del mercato, da far adottare dalle stazioni appaltanti;

   ad assumere le occorrenti iniziative di competenza per un confronto con la Commissione europea sul rialzo dei prezzi dei materiali, delle materie prime e delle apparecchiature legate all'edilizia, anche tenendo conto le segnalazioni effettuate da altri Paesi dell'Unione europea, allo scopo di individuare iniziative comuni per far fronte ad una situazione che interessa tutta l'Europa, in un momento cruciale per la realizzazione di infrastrutture e, in generale, per la promozione del settore delle costruzioni, considerato tra i settori centrali per la ripresa post pandemia da COVID-19, nonché per abbattere eventuali fenomeni speculativi e tutelare gli operatori del settore;

   ad adottare per quanto di competenza, iniziative normative urgenti di carattere straordinario, che introducano meccanismi di compensazione per le imprese, per i lavori eseguiti nel corso del 2021, riconoscendo alle stesse imprese gli incrementi eccezionali dei prezzi dei materiali connessi all'attività di costruzione, al fine di riequilibrare i rapporti negoziali tra imprese e stazioni appaltanti;

   a valutare la possibilità dell'applicazione del meccanismo compensativo previsto dall'articolo 1 del decreto-legge 23 ottobre 2008, n. 162, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2008, n. 201, o comunque ad adottare iniziative per prevedere un meccanismo analogo, ove le compensazioni in aumento possano essere coperte attraverso: le somme appositamente accantonate per imprevisti nel quadro economico di ogni intervento; le eventuali ulteriori somme a disposizione della stazione appaltante per lo stesso intervento, nei limiti della relativa autorizzazione di spesa; le somme derivanti da ribassi d'asta; le somme disponibili relative ad altri interventi ultimati di competenza dei soggetti aggiudicatori, nei limiti della residua spesa autorizzata;

   ad adottare le occorrenti iniziative di carattere normativo per l'istituzione di un apposito Fondo per l'adeguamento prezzi, da istituire nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, indirizzato a compensare i maggiori costi delle stazioni appaltanti, in caso di insufficienza delle risorse a disposizione, secondo modalità da definire che comunque garantiscano la parità di accesso per la piccola, media e grande impresa di costruzione, nonché la proporzionalità per gli aventi diritto nell'assegnazione delle risorse.
(7-00662) «Lucchini, Binelli, Rixi, Badole, Benvenuto, D'Eramo, Dara, Eva Lorenzoni, Patassini, Raffaelli, Valbusa, Vallotto».