• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/05463 VANIN, MAUTONE, LANZI, PAVANELLI, TRENTACOSTE - Al Ministro della salute. - Premesso che: presso il reparto di ortopedia e traumatologia dell'ospedale civile "SS. Giovanni e Paolo" di...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-05463 presentata da ORIETTA VANIN
giovedì 13 maggio 2021, seduta n.326

VANIN, MAUTONE, LANZI, PAVANELLI, TRENTACOSTE - Al Ministro della salute. - Premesso che:

presso il reparto di ortopedia e traumatologia dell'ospedale civile "SS. Giovanni e Paolo" di Venezia opera un'équipe di medici altamente specializzati, che si avvalgono di tecniche all'avanguardia soprattutto nel campo della chirurgia protesica dell'anca, del ginocchio e della spalla, con l'esecuzione di circa 250 interventi all'anno, molti dei quali su pazienti ad alto rischio perioperatorio;

in particolare, al reparto ortopedico veneziano si rivolgono numerosi pazienti, anche provenienti da diverse regioni italiane, per sottoporsi a intervento di artroprotesi bilaterale dell'anca, che viene eseguito con la tecnica minimamente invasiva denominata AMIS (anterior minimally invasive surgery). Come spiega il direttore dell'unità operativa complessa, dottor Alberto Ricciardi, l'utilizzo di questa tecnica provoca un minore trauma chirurgico rispetto ad altre modalità di intervento: non c'è alcuna incisione dei tessuti muscolari, che vengono solo spostati mentre il chirurgo raggiunge l'articolazione e posiziona la protesi, consentendo la conservazione dei muscoli e dei nervi che si trovano lungo il percorso di accesso all'articolazione dell'anca. Questo comporta una minore perdita di sangue, riduce il rischio di zoppia e permette di accelerare la riabilitazione riducendo così i tempi della degenza ospedaliera;

come si apprende dagli organi di informazione ("La Nuova Venezia", 10 marzo 2021), il direttore generale dell'azienda ULSS 3 Serenissima, Giuseppe Dal Ben, pochi giorni prima della scadenza del proprio mandato ha sottoscritto un protocollo d'intesa con la struttura sanitaria privata convenzionata "Istituti Ospedalieri Bergamaschi Srl", facente parte del gruppo ospedaliero San Donato;

tale protocollo d'intesa ha per oggetto la regolamentazione dell'assegnazione temporanea, ex art. 23-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, di personale medico facente parte dell'équipe dell'unità operativa complessa di ortopedia dell'ospedale SS. Giovanni e Paolo di Venezia, dipendente dell'azienda a tempo pieno e indeterminato, per la fornitura di prestazioni chirurgiche nel campo ortopedico a favore di pazienti ricoverati presso il policlinico "San Pietro" (Ponte San Pietro, Bergamo) in regime di convenzione con il servizio sanitario nazionale, ad esclusione di quelli residenti in Veneto;

a motivazione della stesura, nel protocollo si dichiara essere specifico interesse dell'azienda ULSS 3 agevolare gli interventi presso l'istituto lombardo "al fine di offrire i propri servizi a nuovi potenziali bacini di utenza a favore di questa Azienda con conseguenti significative ricadute anche in termini di aggiornamento professionale e di efficienza operativa del proprio personale nonché permettere un prezioso scambio di esperienze, che possono determinare l'apprendimento di tecniche mini-invasive e d'avanguardia";

come risulta dal protocollo, le prestazioni chirurgiche sono garantite dall'équipe dell'unità operativa complessa di ortopedia dell'ospedale SS. Giovanni e Paolo di Venezia nell'ambito del proprio ordinario orario di lavoro;

considerato che:

il sindacato CGIL ha espresso forti perplessità sull'operazione, sia per l'opportunità di "prestare" professionalità ad aziende private in un periodo di straordinaria pressione per la sanità pubblica del Veneto, sia per la specificazione, poco chiara, che le prestazioni presso la struttura privata andrebbero effettuate dai medici "nell'orario ordinario di lavoro". Lo stesso sindacato ha manifestato inoltre il timore che ciò possa ridurre l'operatività di un importante servizio sanitario, penalizzando gli utenti del territorio veneto e veneziano ("La Nuova Venezia", 11 marzo);

risulta che i tempi di attesa per le prestazioni chirurgiche ortopediche programmate sono di circa 2 mesi presso l'ospedale di Venezia e di 5-6 mesi presso quello di Mestre e Dolo-Mirano,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

quali iniziative di propria competenza intenda intraprendere per dare corso alle necessarie verifiche.

(4-05463)