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Atto a cui si riferisce:
S.1/00364 premesso che: il 2 febbraio 2020 il memorandum Italia-Libia, firmato nel 2017 dall'allora Presidente del Consiglio dei ministri Gentiloni che si fondava sulla stabilizzazione del Paese, il...



Atto Senato

Mozione 1-00364 presentata da ELENA FATTORI
mercoledì 12 maggio 2021, seduta n.325

FATTORI, NUGNES, LA MURA, MANTERO, DE FALCO, GIARRUSSO, LANNUTTI, DE BONIS, PARAGONE, LONARDO, CRUCIOLI, GRANATO, ANGRISANI, MARTELLI, DESSI', CORRADO, ABATE - Il Senato,

premesso che:

il 2 febbraio 2020 il memorandum Italia-Libia, firmato nel 2017 dall'allora Presidente del Consiglio dei ministri Gentiloni che si fondava sulla stabilizzazione del Paese, il contrasto al traffico di esseri umani e la cooperazione contro il terrorismo, è stato prorogato automaticamente alle stesse condizioni per altri tre anni dal Governo Conte, nonostante le numerose condanne dalle organizzazioni e dalle agenzie internazionali per i diritti umani per il rischio che rappresenta per la tutela dei diritti delle persone migranti;

pochi giorni prima del rinnovo si era espressa anche Dunja Mijatovic, commissario dei diritti umani del Consiglio d'Europa in un post su "Facebook", chiedendo di "sospendere con urgenza le attività di cooperazione con la guardia costiera libica almeno fino a quando quest'ultima non possa assicurare il rispetto dei diritti umani";

il 16 luglio 2020 la Camera ha votato la risoluzione per il rifinanziamento delle missioni militari italiane all'estero e ai fondi per l'addestramento e l'appoggio alla cosiddetta guardia costiera libica;

l'Italia ha attive in Libia 4 missioni militari: la missione bilaterale di supporto alla Libia, il supporto alla guardia costiera libica, UNSMIL (la missione dell'ONU in Libia) ed EUBAM (la missione dell'Unione europea per il controllo delle frontiere);

inoltre è presente nel Mediterraneo centrale con le operazioni "Mare sicuro" della Marina militare, con la missione europea Eunavfor Med "Irini" e con la missione NATO "Seaguardian". Dal 2017 Roma ha speso in Libia un totale di 784,3 milioni di euro, di cui 213,9 in missioni militari;

per l'addestramento e il sostegno alla guardia costiera libica lo stanziamento di fondi è passato dai 3,6 milioni di euro nel 2017 ai 10 milioni previsti nel 2020;

alla missione bilaterale Italia-Libia sono stati affidati alcuni compiti che precedentemente erano di Mare sicuro come quelli di ripristino dei mezzi aerei e degli aeroporti libici, originariamente demandati al dispositivo aeronavale nazionale Mare sicuro;

per quanto riguarda Mare sicuro, a seguito dell'evoluzione della crisi libica, nelle risoluzioni si stabilì la necessità di potenziare il dispositivo aeronavale, al fine di contribuire ad arginare il fenomeno dei traffici illeciti e rafforzare le capacità di controllo da parte delle autorità libiche, con assetti con compiti di presenza, sorveglianza, sicurezza marittima, raccolta informativa e supporto alle autorità libiche;

considerato che:

dal 2017 l'Italia ha ricevuto dall'Unione europea, tramite l'EU emergency trust fund Africa (EUTF, un fondo fiduciario per l'Africa), 87 milioni di euro che sono stati gestiti dal Ministero dell'interno e 22 milioni gestiti dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, in particolare dall'Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo;

l'EUTF è un fondo europeo nato nel 2015 come strumento straordinario di cooperazione allo sviluppo per far fronte alla cosiddetta crisi dei rifugiati;

con questo strumento sono stati recuperati fondi da diverse altre voci di spesa del bilancio europeo (in particolare quelle destinate alla cooperazione allo sviluppo) per finanziare il controllo delle frontiere e le politiche di blocco dell'immigrazione delegate ai Paesi extraeuropei come la Libia, il Niger, l'Egitto, il Sudan;

alla Libia sono stati destinati nel complesso 435 milioni di euro dei 4,1 miliardi complessivi del fondo e l'Italia ha ricevuto circa 100 milioni in totale a partire dal 2017;

nel complesso l'Unione europea ha investito in Libia circa 700 milioni di euro nel bilancio 2014-2020 attingendo a diversi fondi: l'EUTF, lo European neighbourhood instrument (ENI), European civil protection and humanitarian aid operations (ECHO), l'Instrument contributing to stability and peace (ICSP);

la guardia costiera libica è un corpo militare creato nel 2017, addestrato e finanziato dall'Italia per intercettare le imbarcazioni di migranti sulla rotta del Mediterraneo centrale e riportarle indietro, in un Paese che non riconosce la convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951 e in cui sono state documentate violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani;

nel corso del 2020, 11.265 rifugiati e migranti sono stati intercettati in mare dalla guardia costiera libica e riportati in Libia. Quasi tutti sono stati immediatamente trasferiti nei centri di detenzione ufficiali o in altri luoghi di cattività, dove sono stati trattenuti arbitrariamente e per lunghi periodi di tempo ed esposti al rischio di subire torture e maltrattamenti;

in alcuni casi, documentati da un rapporto pubblicato da "Amnesty International" nel settembre 2020, persone intercettate in mare e riportate in Libia sono state trasferite in centri semi-clandestini, come la famigerata "fabbrica del tabacco" di Tripoli, prima che se ne perdessero completamente le tracce;

sono oltre 50.000 i rifugiati e i migranti intercettati in mare dalla guardia costiera libica e riportati in Libia a partire dalla firma del memorandum d'intesa, all'insegna del quale il Governo italiano ha offerto abbondante sostegno alla Libia, in particolare mediante motovedette, formazione alla guardia costiera e assistenza nella dichiarazione di una zona di ricerca e soccorso (SAR) libica e nel coordinamento delle operazioni in mare;

Abdul Rahman Milad detto Bija, che controlla di fatto la guardia costiera libica ovest da Tripoli fino a Zuwara e che venne in Italia nell'ambito della missione di formazione della guardia costiera libica, secondo le Nazioni Unite era "a capo di un'organizzazione criminale che sfruttando il suo doppio ruolo gestisce il traffico di esseri umani";

Bija è oggi sottoposto a sanzioni con congelamento del patrimonio e conseguente impossibilità di spostamento all'estero ma è da poco stato assolto dal tribunale di Tripoli da tutte le accuse di traffico e maltrattamento di esseri umani e rimesso in libertà dopo un arresto lampo;

le istituzioni italiane e internazionali, durante tutti gli anni di trattative, erano coscienti di interagire con soggetti con alle spalle crimini contro i diritti umani;

un'inchiesta de "L'internazionale" ha portato alla luce fatti gravissimi, qualora venissero verificati, relativi a un ipotetico disegno di dare una stretta alle organizzazioni non governative e sui rapporti tra la politica, le procure e i trafficanti;

il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, si era impegnato a modificare il testo del memorandum per inserirvi garanzie a tutela dei diritti umani;

a un anno di distanza tale impegno è stato ampiamente disatteso e le pur minime e del tutto insufficienti migliorie proposte dal Governo italiano non sono state neanche accettate dalla controparte libica;

ciononostante, le autorità italiane hanno continuato a prestare la loro assistenza, anche tramite la proroga delle missioni militari in Libia e la donazione di nuove motovedette;

nel frattempo, la situazione per i rifugiati e i migranti intrappolati in Libia è rimasta catastrofica, persino aggravata dalle limitazioni alla libertà di movimento ed alle attività economiche imposte per far fronte alla pandemia da COVID-19. Queste hanno avuto un grave impatto su migliaia di rifugiati e migranti, la maggior parte dei quali dipende da lavori a giornata anche per acquistare cibo;

considerato inoltre che:

a fronte di alcune azioni positive come la liberazione il 18 gennaio 2021 dei rifugiati e migranti trattenuti nel centro di detenzione governativo di Zintan, dalle organizzazioni non governative continuano ad arrivare segnalazioni di gravissime violazioni dei diritti umani: tratta di persone, rapimenti e sparizioni forzate di rifugiati e migranti che rimangono;

a fronte di un'apparente stabilizzazione del Governo nel Paese libico, le denunce di violazione dei diritti umani sono inesauribili;

il 6 maggio 2021 guardia costiera libica ha aperto il fuoco contro alcuni pescatori italiani;

tre imbarcazioni sono state messe sotto tiro: "Artemide", "Nuovo Cosimo" e "Aliseo";

il comandante di quest'ultima, Giuseppe Giacalone, è rimasto ferito a un braccio e alla testa;

l'unità libica da cui sono partiti gli spari è stata la "Ubari 660", consegnata dal Governo Conte I e contrattata dal Governo Gentiloni;

il 3 maggio la stessa guardia costiera libica aveva malmenato, su un'imbarcazione, i profughi a bordo provocando tre vittime,

impegna il Governo:

1) ad interrompere ogni forma di cooperazione con la guardia costiera libica;

2) ad assumere una posizione favorevole all'eventuale istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulle conseguenze della cooperazione con la Libia in materia di controllo delle migrazioni e l'adozione di un piano per l'evacuazione dalla Libia di migliaia di rifugiati attraverso i canali umanitari.

(1-00364)