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Atto a cui si riferisce:
C.5/05989 (5-05989)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 13 maggio 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-05989

  La tempistica di chiusura delle centrali a carbone al 2025, in linea con gli obiettivi del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC), è stata ripresa nell'ambito dei riesami delle autorizzazioni all'esercizio (AIA) delle centrali termoelettriche, effettuati dall'ex Ministero dell'ambiente e tutela del territorio e del mare (MATTM), ora MITE, che pertanto attualmente prevedono lo spegnimento degli impianti alimentati a carbone entro il 2025, ed in alcuni casi anche in anticipo rispetto a tale termine.
  In particolare, nell'ambito del riesame dell'AIA (DEC-MIN del 06/12/2019) della centrale di La Spezia, resosi necessario alla luce della valutazione del piano di dismissione del gruppo di produzione SP3 alimentato a carbone, la società Enel ha comunicato la volontà di chiudere l'impianto in anticipo, entro il 31 dicembre 2021, e, nonostante i rilievi formulati da Tema a tale tempistica, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ora Ministero della transizione ecologica, ha comunque prescritto la messa fuori servizio della centrale entro il 2021, prevedendo che la chiusura sia prevista «fermo restando il pronunciamento del Ministero dello sviluppo economico in merito alla sicurezza ed affidabilità del funzionamento del sistema elettrico nazionale.», e che «l'unità SP3 dovrà essere fermata definitivamente entro il 2021, fermo restando l'acquisizione delle dovute autorizzazioni ambientali e industriali».
  In considerazione del suddetto quadro prescrittivo, la società Enel ha presentato all'ex MISE istanza per l'autorizzazione alla messa fuori servizio definitiva della centrale di La Spezia entro il 31 dicembre 2021.
  Il gestore di rete TERNA, a seguito delle analisi di impatto effettuate, ha affermato che la messa fuori servizio della centrale di La Spezia poteva avvenire solo a seguito del raggiungimento nell'area nord del Paese, incluso lo stesso sito di La Spezia, di un saldo netto tra aumenti di capacità e dismissioni pari ad almeno 500 MW.
  Occorre precisare che non c'è stata alcuna volontà di discriminare tra i siti di La Spezia e quello di Fusina. Infatti anche per i gruppi 1 e 2 della centrale di Fusina, nonostante i rilievi di Tema sulla tempistica fissata, il riesame AIA ha comunque disposto la cessazione dall'esercizio al 17 agosto 2021.
  Il provvedimento di diniego alla chiusura della centrale Eugenio Montale da parte della Direzione competente dell'ex MISE, ora MITE, è stato pertanto adottato in coerenza con una precisa disposizione di legge (1-quinquies, comma 1, della legge n. 290/2003) che prevede che tali decisioni siano assunte sulla base di evidenze tecniche fornite dal gestore della rete TERNA, come del resto avvenuto anche per altri siti. Ed infatti i competenti uffici dell'ex Ministero dello sviluppo economico hanno ritenuto fondati i rilievi tecnici formulati da Tema in ordine alla tempistica della prevista cessazione.
  Il diniego alla cessazione disposto dal Ministero dello sviluppo economico era peraltro non assoluto ma condizionato al verificarsi delle condizioni di fattibilità, ribadendo che la cessazione della produzione a carbone è una priorità per il Governo.
  Si rappresenta comunque che la prospettiva futura appare positiva, dal momento che recentemente sono state adottate dal MITE decisioni di VIA favorevoli per alcuni nuovi impianti di generazione a gas nella zona Nord, che consentiranno di giungere in tempi brevi alla loro autorizzazione da parte dello stesso MITE, previa intesa della regione interessata, e quindi all'avvio dei lavori di costruzione.
  Fra gli obiettivi del Governo, inoltre, è contemplata la semplificazione di tutte le procedure di autorizzazione per le opere e le infrastrutture necessarie per il PNIEC, a partire dagli impianti a energia rinnovabile.
  Pertanto, in questo quadro modificato, sono in corso ulteriori riflessioni e valutazioni tecniche, al fine di consentire di rivalutare l'istanza di chiusura della centrale di La Spezia entro l'anno, senza pregiudicare la sicurezza del sistema.