Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
C.4/09219 (4-09219)
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-09219presentato daDALL'OSSO Matteotesto diVenerdì 7 maggio 2021, seduta n. 503
DALL'OSSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
nei giorni scorsi il Ministero della salute ha emanato una circolare contenente il parere del Comitato tecnico scientifico in merito alla estensione dell'intervallo tra le due dosi dei vaccini a mRNA e alla seconda dose del vaccino Vaxzevria;
alla luce dell'evoluzione nella conduzione della campagna vaccinale contro Sars-CoV-2, il Cts, nel suo parere, ha evidenziato la necessità di vaccinare un elevato numero di soggetti a rischio di sviluppare forme gravi o addirittura fatali di Covid-19. Sulla scorta di questa considerazione, pur a fronte di studi registrativi che indicano come l'intervallo tra la prima e la seconda dose dei vaccini a Rna (PfizerBioNtech e Moderna) sia di 21 e 28 giorni rispettivamente, il Comitato raccomanda comunque un prolungamento nella somministrazione della seconda dose nella sesta settimana dalla prima dose;
in conseguenza della suddetta circolare del Ministero in cui si riporta il parere del Cts che chiede di allungare l'intervallo fra le due inoculazioni del vaccino contro il virus, in questi giorni la Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi, ma non solo, ha espresso forte preoccupazione perché, per molti pazienti fragili, l'immunizzazione dopo la prima dose non è completa, e quindi un prolungamento dei tempi per il richiamo potrebbe rappresentare un pericolo per questi soggetti;
il Presidente della Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi, Francesco Cognetti, ha sottolineato come le persone colpite da cancro non sviluppano una adeguata risposta anticorpale dopo la prima somministrazione, e, quindi, non devono essere estesi i tempi per il richiamo. Conseguentemente ha chiesto al Comitato tecnico scientifico e al Ministro della salute, che non venga applicata la circolare sull'estensione degli intervalli di immunizzazione anti Covid ai pazienti oncologici e, con ogni probabilità, anche a tutti coloro che sono considerati estremamente fragili;
sempre il professor Cognetti ha ribadito con forza che, ai soggetti più fragili, la seconda dose del vaccino anti-Covid debba essere somministrata senza ritardi. I pazienti oncologici in trattamento attivo, in particolare, devono essere vaccinati con la seconda inoculazione entro 21 giorni. Le evidenze scientifiche, infatti, dimostrano che questi soggetti estremamente vulnerabili hanno meno probabilità rispetto alle persone sane di sviluppare una risposta anticorpale dopo la prima dose del vaccino prodotto da Pfizer e dovrebbero avere la priorità della seconda dose entro tre settimane;
peraltro, i pazienti immunocompromessi presentano una maggiore incidenza di infezione persistente da Sars-CoV-2, che può rappresentare un importante serbatoio per lo sviluppo di nuove varianti virali. Ecco perché vanno rispettati rigorosamente i tempi di somministrazione dei vaccini a tutti i soggetti più fragili;
anche uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Lancet Oncology, che ha indagato la sicurezza e l'efficacia del vaccino Pfizer nei pazienti oncologici, ha confermato l'estrema importanza che detti soggetti fragili ricevano velocemente entrambe le dosi, ricevendo quindi la seconda iniezione nei tempi previsti e senza ritardi –:
se il Governo non intenda rivedere urgentemente l'indicazione di un prolungamento temporale nella somministrazione della seconda dose anti Covid, come previsto dalla circolare di cui in premessa, perlomeno per i soggetti più vulnerabili, immunodepressi o pazienti oncologici, come chiesto con forza e preoccupazione dalla comunità scientifica, al fine di garantire a detti soggetti fragili il pieno rispetto, e senza ritardi, dell'intervallo previsto per la somministrazione delle due dosi di vaccino.
(4-09219)