• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/05387 SIRI, ZULIANI, CANDURA, MONTANI, PELLEGRINI Emanuele, DORIA, PIANASSO, BAGNAI, LUNESU, PISANI Pietro, LUCIDI, FERRERO, RICCARDI, ALESSANDRINI - Al Ministro della salute. - Premesso che:...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-05387 presentata da ARMANDO SIRI
mercoledì 5 maggio 2021, seduta n.323

SIRI, ZULIANI, CANDURA, MONTANI, PELLEGRINI Emanuele, DORIA, PIANASSO, BAGNAI, LUNESU, PISANI Pietro, LUCIDI, FERRERO, RICCARDI, ALESSANDRINI - Al Ministro della salute. - Premesso che:

ad oggi si stima che in Italia i decessi a causa di coronavirus siano 120.256. Se si guardano i dati in rapporto alla popolazione il nostro Paese risulta uno dei più colpiti al mondo. Ci si chiede, allora, se le statistiche italiane conteggino morti che in realtà non siano deceduti "per" coronavirus ma "con" coronavirus, presentando pregresse e prevalenti patologie;

in un documento del 4 agosto 2020 l'Organizzazione mondiale della sanità definisce un decesso per coronavirus come un decesso derivante da una malattia clinicamente compatibile in un caso di COVID-19 probabile o confermato, a meno che non esista una chiara causa alternativa di morte che non possa essere correlata alla malattia da COVID-19 (per esempio un trauma, un incidente). Per parlare di decesso da COVID non deve esserci inoltre un periodo di completa guarigione tra la malattia e la morte;

l'infezione da COVID-19 può presentarsi anche contestualmente ad altre malattie o condizioni che di fatto provocano direttamente la morte, in questi casi il COVID-19, non facendo parte della catena causale che porta direttamente al decesso, nella scheda di morte non dovrebbe essere indicato come causa della morte, bensì solo tra le condizioni che aumentato il rischio o la gravità della causa iniziale. Tale considerazione vale a maggior ragione nell'ipotesi in cui il soggetto sia positivo ma asintomatico;

riportare correttamente l'infezione da COVID-19 sulla scheda di morte è fondamentale per conoscere quanti individui siano effettivamente deceduti a causa del coronavirus. Tuttavia, scegliere tra più sequenze causali alternative e indipendenti che abbiano come esito il decesso non è sempre semplice e immediato. Nel caso del COVID-19 la situazione è ulteriormente complicata poiché l'Istituto superiore di sanità, nel suo ultimo "rapporto ad interim su definizione, certificazione e classificazione delle cause di morte Covid-19", n. 49 dell'8 giugno 2020, ha adottato dei criteri per misurare e riportare i decessi causati da COVID-19, prevedendo che perfino in caso di mero sospetto di coronavirus, cioè in assenza di tampone o test sierologico o altra procedura diagnostica per immagini che confermi in modo affidabile l'infezione, il COVID-19 debba essere comunque indicato come causa iniziale di morte, qualora vi sia un quadro clinico e strumentale suggestivo di COVID e sia assente una chiara causa di decesso diversa;

ragioni di carattere epidemiologico e di salute pubblica hanno permesso, dunque, di indicare il COVID-19 come la causa iniziale di morte anche nel caso di un mero sospetto non confermato, e di identificare così il coronavirus come la causa iniziale di decesso anche in presenza di altre e indipendenti catene causali letali;

si ritiene, dunque, che sia importante avere chiara la nozione di causa che sottende la definizione di "causa di morte" al fine di comprendere appieno il significato dei dati epidemiologici che vengono forniti dal Ministero,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga doveroso e urgente avviare gli opportuni accertamenti e fornire, per il tramite di una circolare, delle indicazioni urgenti che individuino chiari e precisi criteri sulla cui base definire un decesso come dovuto a causa del COVID-19.

(4-05387)