• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01210 (2-01210) «Paolo Russo, Anna Lisa Baroni, Bartolozzi, Bond, Caon, Cappellacci, Casciello, Casino, Cassinelli, D'Attis, Giacometto, Giannone, Labriola, Marrocco, Milanato, Nevi, Fitzgerald...



Atto Camera

Interpellanza 2-01210presentato daRUSSO Paolotesto diMercoledì 5 maggio 2021, seduta n. 501

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, per sapere – premesso che:

   per essere venduto come extravergine un olio di oliva deve rispettare i parametri chimici previsti dalla normativa e superare la prova del panel test, obbligatoria dal 1991. L'attribuzione anche di una sola nota negativa ne decreta il declassamento, dalla categoria «extravergine» a una inferiore;

   da una valutazione organolettica (panel test) eseguita in questi giorni dal laboratorio chimico dell'Agenzia delle dogane di Roma e pubblicato sulla rivista «Il Salvagente», è emerso che su 15 campioni di olio venduto nei supermercati come extravergine, 7 hanno denotato dei difetti tali da determinarne la declassificazione; si tratta degli oli De Cecco Classico, Colavita Mediterraneo tradizionale, Carapelli Frantolio, Coricelli, Cirio Classico, La Badia-Eurospin e il Saggio Olivo di Todis. Sei presentano difetti di rancido/morchia o acque di vegetazione/muffa e uno il difetto di rancido. Quattro olii presentano valori al limite di etil-esteri;

   la bocciatura non rappresenta un rischio di salute per il consumatore, quanto piuttosto profili che rasentano la truffa e la frode in commercio: mancata corrispondenza tra il dichiarato e l'acquistato e maggiore spesa, in quanto un extravergine costa di più;

   il panel test è una prova codificata e ripetibile, condotta da valutatori esperti. Il Consiglio di Stato con una sentenza del 30 novembre 2020, ne ha confermato l'attendibilità, ritenendola «essenziale per la corretta classificazione degli oli» e non arbitraria, in quanto «governata da stringenti parametri normativi»; i risultati dei test sono stati condivisi con i marchi interessati prima di essere pubblicati. Le aziende testimoniano, analisi alla mano, che il loro olio è extravergine e come tale è stato consegnato ai supermercati. Oltre che contestare la validità del panel, esse hanno sostenuto che la perdita della qualità di extravergine sarebbe dovuta a problemi della filiera successiva;

   l'unico dei difetti organolettici che non è automaticamente ascrivibile all'azienda produttrice, potendo essere imputabile alla catena logistica o alla Gdo, è il rancido, che può emergere dopo la consegna;

   è evidente che qualsiasi azione di sequestro o giudiziaria, necessita di ulteriori prove di laboratorio. Tuttavia, costituisce sorpresa il fatto che i risultati ottenuti nel 2021 sono simili a quelli di un test analogo condotto, dalla medesima rivista, nel giugno 2015: anche allora quasi la metà dei campioni di extravergine furono declassati dal panel test delle Dogane. Ne scaturì un'inchiesta giudiziaria della procura di Torino per frode in commercio. L'Antitrust, sulla base delle analisi condotte dai Carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità dell'Arma che confermarono i risultati dei test, contestò ad alcuni marchi coinvolti la pratica commerciale scorretta, comminando sanzioni;

   costituisce ulteriore elemento di sorpresa il fatto che questo tipo di problematiche emergano da inchieste giornalistiche, sia pure condotte con criteri rigorosi, e invece non emergano dai controlli dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf), che esegue «accertamenti analitici su campioni prelevati in tutte le fasi della filiera, con particolare attenzione al commercio ed alla distribuzione». Eppure, nel 2020, l'Icqrf ha eseguito 10.646 controlli sull'olio, rilevando solo l'11,2 per cento di prodotti irregolari;

   dopo gli eventi del 2015, la Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione ha invitato il Governo a migliorare i controlli sulla produzione dell'olio extravergine. Progressi sono stati compiuti sia in termini di trasparenza in etichettatura, che di tracciabilità delle produzioni e miglioramento delle lavorazioni;

   tuttavia, fronte del costante trend al ribasso della produzione nazionale, occorre confrontarsi con la realtà del settore, e cioè con le massicce importazioni di olio di oliva dalla Spagna e dalla Tunisia le cui produzioni, al 60-70 per cento sono vergini e lampanti. Non a caso, la Spagna chiede di sospendere l'applicazione del regolamento (Ue) 1348/2013 (che in particolare prevede a 30 mg/kg il limite degli etil-esteri tollerabili negli oli extravergini) e anzi spinge, grazie al controllo che esercita sul Consiglio oleicolo Internazionale, per un abbassamento dei criteri di qualità dell'extravergine;

   la quantità di olio extravergine d'oliva non è sufficiente e soprattutto non lo è a un prezzo accessibile, anche a fronte del paradosso che l'olio italiano ha difficoltà a raggiungere i mercati per l'eccessiva frantumazione della struttura produttiva –:

   quale giudizio dia il Ministro interrogato sulla vicenda esposta in premessa e se non ritenga opportuno rafforzare i controlli posti in essere dall'Icqrf sulla filiera distributiva, al fine di garantire i consumatori finali sulla effettività di quanto dichiarato nelle etichette degli olii in commercio;

   quali misure ed eventualmente sanzioni si ritengano applicabili, da parte del Ministro, alle aziende de quo per indurre comportamenti virtuosi e competitivamente corretti sul rispetto dei parametri utili alla definizione degli oli extravergine di oliva, valorizzando il lavoro delle tante aziende italiane rispettose ed attente alla tutela delle caratteristiche organolettiche dell'olio extravergine in produzione;

   se, più in generale, il Ministro interrogato non ritenga di adottare iniziative per moltiplicare gli sforzi per incrementare la produzione di olio di oliva extravergine nazionale, in considerazione della indiscussa superiorità del prodotto italiano, rafforzando le imprese e le filiere.
(2-01210) «Paolo Russo, Anna Lisa Baroni, Bartolozzi, Bond, Caon, Cappellacci, Casciello, Casino, Cassinelli, D'Attis, Giacometto, Giannone, Labriola, Marrocco, Milanato, Nevi, Fitzgerald Nissoli, Orsini, Palmieri, Pentangelo, Pittalis, Saccani Jotti, Sarro, Sandra Savino, Spena, Tartaglione, Torromino, Maria Tripodi, Valentini, Versace, Mazzetti, Sozzani, Porchietto, Rossello, Pettarin, D'Ettore».