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Atto a cui si riferisce:
C.5/05917 (5-05917)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 5 maggio 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-05917

  In riscontro all'interrogazione relativa alle cosiddette misure borrower based in materia bancaria di riserve di capitale e di strumenti macroprudenziali basate sulle caratteristiche dei clienti e dei finanziamenti, la Banca d'Italia, interpellata in ragione della propria competenza in materia, riferisce che gli strumenti macroprudenziali che fanno riferimento alla situazione finanziaria dei debitori (cosiddetti borrower based) perseguono l'obiettivo di rafforzare la resilienza del sistema finanziario, limitando l'assunzione di rischi eccessivi da parte degli intermediari. I limiti, oltre che alla situazione finanziaria dei debitori, possono basarsi anche sulle caratteristiche del prestito accordato.
  Tali misure, non armonizzate a livello europeo, sono regolate in via esclusiva dagli ordinamenti giuridici nazionali, che ne determinano l'ambito di applicazione e ne disciplinano le modalità di esercizio. Oltre che per la stabilità finanziaria, queste misure possono servire anche a evitare che la situazione di debitori già fragili dal punto di vista finanziario sia ulteriormente aggravata da fenomeni di eccessivo indebitamento.
  Le misure borrower based, secondo Banca d'Italia, sono tipicamente utilizzate per contrastare i rischi sistemici derivanti dagli andamenti del mercato immobiliare e da livelli elevati o crescenti del debito delle famiglie o delle imprese non finanziarie. Secondo le analisi più recenti, in Italia entrambi i rischi sono al momento contenuti.
  Nel 2020 i prezzi delle abitazioni hanno continuato a salire solo moderatamente e secondo stime della Banca d'Italia si manterrebbero stabili quest'anno. A dicembre del 2020 l'indebitamento delle famiglie in rapporto al reddito disponibile, pari al 64,7 per cento, era molto basso nel confronto internazionale. Nel 2020 la leva finanziaria delle imprese (misurata dal rapporto tra i debiti finanziari e la somma degli stessi con il patrimonio netto) è stata pari al 41 per cento, un livello inferiore a quello che le aziende avevano prima della crisi finanziaria dello scorso decennio.
  In considerazione della perdurante debolezza del mercato immobiliare e dei livelli nel complesso contenuti della vulnerabilità finanziaria delle famiglie e delle imprese, la Banca d'Italia ritiene al momento poco probabile l'opportunità dell'attivazione di questi strumenti nel breve termine.