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Atto a cui si riferisce:
C.1/00478    premesso che:     una delle misure più utili e innovative di questa legislatura è stata il «Superbonus 110 per cento», una potente iniezione di liquidità nel settore...



Atto Camera

Mozione 1-00478presentato daMANIERO Alvisetesto presentato Martedì 4 maggio 2021 modificato Mercoledì 5 maggio 2021, seduta n. 501

   La Camera,

   premesso che:

    una delle misure più utili e innovative di questa legislatura è stata il «Superbonus 110 per cento», una potente iniezione di liquidità nel settore dell'edilizia in grado di rianimare molti pezzi dell'economia, nata anche sotto lo stimolo della proposta di legge n. 2075 che mira a istituire i certificati di compensazione fiscale e di altre iniziative parlamentari che miravano a introdurre strumenti capaci di rendere circolanti i crediti fiscali;

    col «Superbonus 110 per cento» per la prima volta si è affermato il principio che ci potesse essere una cessione di crediti d'imposta più agile che in passato, da utilizzare come mezzo di pagamento;

    nonostante gli evidenti risultati positivi e sebbene il Governo avesse a disposizione il Recovery plan, l'attuale Esecutivo ha deciso di non prorogare al 2023 la misura del «Superbonus 110 per cento» che sarebbe costata solo 10 dei 220 miliardi di euro del Recovery plan;

    in proposito, l'Associazione nazionale dei costruttori edili ha lanciato l'allarme: «Non possiamo aspettare che su questo strumento, all'ultimo minuto, ci si dica cosa è possibile fare e cosa non è possibile fare: è il classico modo per farlo abortire»;

    è del tutto evidente che la mancata proroga del «Superbonus 110 per cento» abbia determinato un clima di incertezza deleterio per un settore, quello dell'edilizia, cioè richiede progettazione e pianificazione e, dunque, stabilità e certezza nel tempo;

    risulta pertanto indispensabile e urgente non solo prorogare al 2023 il «Superbonus 110 per cento» ma renderlo strutturale, soprattutto in ragione dell'effetto moltiplicatore che ha dimostrato di ingenerare;

    per quanto riguarda il Recovery fund, dei circa 191 miliardi di euro destinati all'Italia solo 69 sono costituiti da trasferimenti diretti di bilancio, mentre i restanti 122 miliardi sono costituiti da prestiti, di natura privilegiata rispetto al resto dei nostri titoli di Stato, che risulteranno così a questi subordinati. Per giunta, accettare questi prestiti implica sottoporsi ad ulteriori vincoli e condizionalità che saranno specificati, come da regolamento del Recovery and Resilience Facility, in appositi accordi con la Commissione europea aggiuntivi a quelli necessari all'ottenimento dei soli fondi perduti; l'erogazione dei prestiti, da richiedere formalmente entro il 31 agosto, è infatti subordinata alla stipula di un accordo tra lo Stato e la Commissione europea;

    in proposito, è significativo rilevare che l'Italia e la Grecia, e in misura molto inferiore il Portogallo e la Slovenia, siano gli unici Paesi che abbiano deciso di accettare i prestiti e le relative future condizionalità, mentre tutti gli altri Stati si limiteranno ai trasferimenti diretti, evitando così di dover sottostare ai vincoli e alle pesanti condizionalità imposte dalla Commissione europea;

    inoltre, è importante sottolineare che i 122,6 miliardi di euro di prestiti all'Italia costituiscono l'88,39 per cento del complesso dei prestiti previsti dal Recovery fund verso tutti gli Stati membri (138,70 miliardi);

    appare dunque incomprensibile ai firmatari del presente atto di indirizzo la motivazione che ha portato il Governo ad accedere a un prestito di tale portata che, oltre a gravare sul debito pubblico come qualsiasi emissione di debito, porta con sé pesanti condizionalità, mentre sarebbe stato più ragionevole ricorrere a emissioni di titoli di Stato, soprattutto nell'attuale congiuntura di mercato in cui le emissioni nazionali di debito risultano straordinariamente convenienti rispetto al loro costo storico, e garantirebbero allo Stato la liquidità necessaria ad affrontare la presente crisi senza comportare ulteriori vincoli esterni alla nostra sovranità, quando si sa che questi risulteranno in ulteriore forza impositiva di politiche di austerità a danno della ripresa del nostro Paese, come già visto dopo la crisi finanziaria globale del 2011;

    risulta analogamente incomprensibile, perché non avvalersi di un potenziato e più ampio sistema di circolazione dei crediti fiscali, a partire da quello sperimentato con la misura del «Superbonus 110 per cento» e suggerito anche da modelli come quello della proposta di legge n. 2075, quando tale sistema consentirebbe immediato, maggiore e prezioso spazio di azione fiscale a vantaggio del Paese in questa particolare congiuntura;

    per quanto riguarda il lavoro, specie quello autonomo e subordinato privato, esso è diventato una vera emergenza sociale, con il prodotto interno lordo del prossimo anno stimato ad un meno 12/18 per cento e con migliaia di esercizi commerciali e di imprese che in questi mesi sono stati costretti a chiudere; in alcuni casi non è ancora stata pagata la cassa integrazione di marzo 2020;

    è necessario uscire progressivamente dall'emergenza da COVID-19 per non finire di distruggere ciò che resta della nostra economia con le tante categorie produttive che in questa lunga fase sono state fortemente penalizzate, con ristori insufficienti e tardivi – mentre la tanto decantata «pace fiscale» si è risolta sostanzialmente in un inutile condono – ma anche per ovviare alle drammatiche conseguenze sociali e financo psicologiche che le protratte misure restrittive stanno determinando tra tutte le fasce della popolazione, specie quelle più fragili;

    il Servizio sanitario nazionale ha dimostrato tutta la sua fragilità nel corso della pandemia, soprattutto per la carenza di personale medico; il problema è il frutto di decenni di tagli alla sanità pubblica che, in nome di politiche austeritarie, hanno sottratto ingenti risorse a uno dei pilastri che sorreggono il nostro modello di Stato sociale, ma hanno altresì ridotto la distribuzione territoriale delle strutture, il numero del personale sanitario e il suo ricambio generazionale; un problema che è stato reso ancora più evidente a causa dell'imbuto formativo, quel fenomeno che definisce la differenza tra numero di accessi al corso di laurea in medicina e chirurgia e l'insufficiente numero di borse per accedere a medicina generale e agli altri corsi specialistici;

    la pre-esistente crisi economica, acuita dalla pandemia, mette ulteriormente a rischio l'interesse nazionale e la proprietà dei nostri asset strategici; per questo è necessario estendere il golden power a nuovi settori, tra cui l'intelligence, l'intelligence economica, il settore bancario creditizio e assicurativo;

    il trasporto pubblico locale nelle grandi aree metropolitane non è stato adeguatamente potenziato, creando un ulteriore rischio in termini di mancato distanziamento personale e di possibile diffusione del contagio da COVID-19;

    in materia fiscale appare, altresì, necessario venire incontro a tutti i piccoli contribuenti che si trovano nell'impossibilità di adempiere agli oneri fiscali in ragione di oggettive difficoltà economiche, evitando al contempo un qualsivoglia condono generalizzato che possa agevolare evasori capienti;

    l'Italia è il terzo Stato al mondo per consistenza di riserve auree, con 2.451,8 tonnellate di oro, pari ad una somma di circa 110 miliardi di euro; l'oro è custodito per il 48 per cento a Palazzo Koch, sede della Banca d'Italia in via Nazionale a Roma, e per il restante 52 per cento è distribuito fuori dai confini nazionali; si rende assolutamente necessario un atto normativo che ribadisca, in maniera esplicita, che le riserve auree sono di proprietà dello Stato italiano e non della Banca d'Italia e che le riserve auree eventualmente ancora detenute all'estero debbono rientrare nel territorio nazionale;

    servono ulteriori stanziamenti significativi ed immediati per il mondo della cultura, del turismo, dello sport, dell'università e della ricerca scientifica e della scuola;

    le riaperture previste dal 26 aprile 2021 sono un primo passo, ma ancora non saranno sufficienti, specie per il mondo legato ai settori del turismo e della ristorazione, quest'ultimo colpito dalla decisione di mantenere il coprifuoco dalle ore 22,00, la cui efficacia effettiva in termini di contenimento del contagio risulta di difficile comprensione; allo stesso modo, si è arrivati all'assurdo per cui risulta possibile viaggiare per turismo all'estero, ma non tra le regioni italiane di diverso colore;

    le chiusure hanno fatto aumentare in maniera esponenziale i profitti dei colossi del web, di pari passo con i fallimenti e le perdite di fatturato delle attività di prossimità, una concorrenza sleale anche perché i giganti del web non pagano, se non in maniera risibile, tasse in Italia;

    cinema, teatri, palestre e piscine sono oramai arrivati al collasso, mentre manca una chiara indicazione sul perché si sia ritenuto più pericoloso assistere ad uno spettacolo in numero contingentato e in sicurezza, piuttosto che affollarsi senza distanziamento sui mezzi pubblici;

    l'importanza dello sport dal punto di vista dei rapporti sociali e per lo sviluppo delle difese immunitarie è certificata da innumerevoli studi, ma questa centralità, ancor più evidente in tempi di pandemia, non viene equamente riconosciuta né dalle disposizioni sulle restrizioni né dalle iniziative di ristoro;

    la cultura ha un ruolo fondamentale nella vita quotidiana e anche nella promozione del turismo italiano, eppure è totalmente estranea al dibattito e all'attenzione del Governo; i luoghi della cultura – teatri, cinema, musei in particolare – sono sull'orlo del fallimento e con loro gli organizzatori d'eventi, gli artisti e tutti quelli che, come associazioni o partite Iva, lavorano nella filiera,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per prorogare le misure di detrazione fiscale al 110 per cento («Superbonus») fino al 2023 e renderle strutturali per gli anni a venire;

2) ad adottare iniziative per estendere l'ambito delle misure di detrazione fiscale al 110 per cento, attualmente previsto nel settore dell'edilizia, ad altri settori produttivi di beni e servizi dell'economia italiana che risentono di una bassa capacità di spesa dovuta all'assenza di liquidità e non di una capacità produttiva;

3) ad adottare iniziative per consentire il libero scambio e la libera circolabilità dei crediti fiscali che cittadini e persone giuridiche con sede legale e operativa in Italia vantano nei confronti dello Stato attraverso l'istituzione di una piattaforma digitale gestita da un ente creditizio pubblico, al fine di liberare e smuovere una imponente mole di risorse finanziarie e immettere di fatto una massiccia dose di liquidità nel sistema economico del nostro Paese;

4) ad adottare iniziative per sfruttare un sistema permanente di circolabilità di crediti fiscali, anche dall'esigibilità differita nei confronti dello Stato ma immediatamente scambiabili tra privati come pagamento fiduciario nei limiti riconosciuti all'autonomia privata, attraverso i certificati di compensazione fiscale, dotando lo Stato italiano della capacità di affrontare la crisi con maggiori opzioni di politica fiscale che la sola austerità della politica dei tagli non può offrire, favorendo la crescita e nel pieno rispetto del quadro normativo europeo vigente;

5) per quanto riguarda il Recovery fund, ad accedere esclusivamente alla componente delle sovvenzioni per trasferimenti diretti, senza fare ricorso ai prestiti, finanziando la parte di programma eccedente le sovvenzioni tramite risorse reperite sul mercato dei capitali attraverso l'emissione di titoli di Stato o emissione di certificati di compensazione fiscale;

6) ad aumentare gli investimenti pubblici in settori strategici del nostro Paese, a partire dalla sanità pubblica e dalla pubblica istruzione;

7) ad adottare iniziative di competenza per opporsi alle riforme indicate dalle raccomandazioni «Country specific» da parte della Commissione europea, per ciò che concerne una penalizzazione del sistema pensionistico, ulteriore precarizzazione del mercato del lavoro e tagli allo Stato sociale, ma anche per tutto ciò che comporta il frazionamento o la svendita di asset strategici per il nostro Paese;

8) ad adottare iniziative di competenza per superare le generali regole di convergenza fiscale che strozzano la nostra economia da oltre 25 anni e che hanno dimostrato di essere configurate sulle esigenze di altri sistemi economici e che oggi sono diventate strumento di egemonia economica e politica nei confronti dell'Italia, promuovendone invece la totale revisione alla luce del loro fallimento;

9) ad adottare iniziative per introdurre il golden power per tutte le infrastrutture e le aziende strategiche;

10) a ribadire la proprietà pubblica delle riserve auree e a riportare in Italia le riserve auree di proprietà dello Stato italiano custodite all'estero;

11) ad adottare iniziative per prorogare la misura del credito di imposta per i canoni di locazione di botteghe e negozi o di immobili a uso non abitativo e affitto d'azienda fino al 31 dicembre 2021, elevando la percentuale fino al 100 per cento dell'ammontare mensile del canone di locazione, di leasing o di concessione di immobili ad uso non abitativo destinati allo svolgimento dell'attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all'esercizio abituale e professionale dell'attività di lavoro autonomo;

12) a rilanciare un grande piano per la messa in sicurezza del territorio e per il potenziamento delle infrastrutture materiali ed immateriali nel pieno rispetto dell'ecosistema e delle comunità locali;

13) a rifinanziare il Fondo nazionale trasporti al fine di potenziare il trasporto pubblico locale; anche in relazione ai nuovi standard imposti dalla pandemia da COVID-19 ancora in corso;

14) ad adottare iniziative per prevedere interventi straordinari per chi lavora nei settori dello sport e della cultura, garantendo la riapertura dei luoghi della cultura – teatri, cinema, musei – e sostenendoli attraverso sgravi fiscali, in particolare per le spese relative alla sanificazione e alla sicurezza dei luoghi;

15) ad adottare iniziative urgenti per sgravare i piccoli contribuenti che si trovano nella comprovata impossibilità di adempiere agli oneri fiscali in ragione di oggettive difficoltà economiche, evitando al contempo un qualsivoglia condono generalizzato.
(1-00478) «Maniero, Massimo Enrico Baroni, Cabras, Corda, Colletti, Forciniti, Giuliodori, Paxia, Paolo Nicolò Romano, Sapia, Spessotto, Testamento, Trano, Vallascas, Leda Volpi».