• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02477 CORRADO, ANGRISANI, GRANATO, LANNUTTI - Al Ministro della cultura. - Premesso che: il 22 aprile 2021 la VII Commissione permanente della Camera ha espresso parere favorevole sull'atto...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02477 presentata da MARGHERITA CORRADO
mercoledì 28 aprile 2021, seduta n.321

CORRADO, ANGRISANI, GRANATO, LANNUTTI - Al Ministro della cultura. - Premesso che:

il 22 aprile 2021 la VII Commissione permanente della Camera ha espresso parere favorevole sull'atto del Governo n. 251, approvando la tabella delle istituzioni culturali non lucrative, private ma di interesse pubblico, da ammettere (ex legge 17 ottobre 1996, n. 534) al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2021-2023; la 7ª Commissione del Senato lo sta ancora esaminando;

la tabella è stilata dalla Direzione generale educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della cultura, che agisce di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, nell'ambito dello schema di decreto ministeriale all'uopo predisposto e sottoposto a parere parlamentare, oltre che del comitato tecnico-scientifico delle biblioteche e degli istituti culturali;

dal dibattito svoltosi nelle due Commissioni è emerso un forte e condiviso disagio per la mancanza di uniformità territoriale nella distribuzione dei contributi, difficile da giustificare a fronte di una disponibilità finanziaria (19.374.433 euro) assai più cospicua che nel triennio 2018-2020 (5.685.000 euro), tanto che tutte le cifre sono state incrementate (fino, nel caso più eclatante, al 920 per cento) e dell'aumento da 150 a 210 dei soggetti ammessi a finanziamento. È invece di 3.485.000 euro la somma riservata al contributo annuale per gli istituti culturali di cui all'art. 8 della legge per lo stesso periodo. Una riscrittura dei criteri di individuazione dei beneficiari dei finanziamenti è stata dunque sollecitata dai commissari anche per tale ragione e al parere favorevole sono state associate osservazioni per invitare il Governo a tradurre in realtà l'auspicio formulato;

considerato che:

i criteri di individuazione dei beneficiari dei contributi sono definiti in modo rigoroso dalla circolare n. 101/2017, riassunti come segue nell'atto di Governo n. 251 (p. 1): "l'attività di ricerca e di servizio di rilevante valore culturale su base triennale; le esplicite qualità che connotino l'attività stessa che deve essere continuativa, documentata, fruibile ed orientata alla formazione di strumenti informativi significativi, nonché la peculiarità del patrimonio documentario (bibliografico, archivistico, museale, cinematografico, musicale), anche in rapporto al collegamento degli Istituti al servizio Bibliotecario nazionale", circolare che ha introdotto indicatori di valutazione per l'assegnazione dei punteggi (prima discrezionali) ai fini di una maggiore trasparenza e selettività;

la commissione istituita con decreto del direttore generale n. 47 del 16 luglio 2020, presieduta da un ex segretario generale del Ministero per i beni e le attività culturali, due esperti (del settore biblioteche e biblioteche e istituti) con analoga provenienza, due professori di letteratura italiana e uno di diritto, ha identificato 6 macro-attività, assegnando loro in un caso da uno a 30 punti, in tre casi da uno a 20 punti, in altri due da uno a 5 punti, per un massimo di 100; il minimo richiesto per l'ammissione ai contributi era di 35 centesimi, raggiunto da 210 su 272 richiedenti;

nel merito, la relazione a firma del direttore generale dà conto solo dell'esclusione di due istituti presenti nella tabella 2018-2020, per invio tardivo della domanda, e di 9 esclusi "per ragioni formali". Se la diseguale distribuzione geografica dei contributi discende (anche) dal numero totale più limitato e forse dalla "qualità" più bassa, in rapporto ai requisiti richiesti, degli istituti interessati del Centro-Sud, illazione non verificabile nel merito perché l'elenco dei 62 candidati che non hanno raggiunto il punteggio di 35 centesimi non è stato inserito nell'atto di Governo n. 251, e anomalie si riscontrano tra gli ammessi al contributo sia in ordine all'opportunità sia all'entità del finanziamento;

ha suscitato scalpore per entrambe le ragioni il caso della "fondazione Bettino Craxi" di Roma, destinataria di 130.000 euro all'anno, con incremento del 160 per cento (si legga: "I 130mila euro di Franceschini per la beatificazione di Craxi" su "lanotiziagiornale"), ma pari attenzione meriterebbero i 164.000 euro all'anno (aumento del 56,2 per cento) assegnati all'"accademia nazionale di San Luca", che nonostante lo scandalo della dispersione del fondo bibliografico "Palma Bucarelli" (si veda l'interrogazione 3-01511 al Senato) non si è costituita parte civile nel giudizio contro i vertici dell'istituto stesso, accusati di avere avuto responsabilità dirette nella vicenda, né ha dato decorosa sistemazione al materiale residuo;

per quanto risulta agli interroganti, esemplare, in tema di sovradimensionamento del contributo, sembra essere poi il caso dell'"Istituto don Luigi Sturzo" di Roma (n. 170 in tabella), al quale andranno 413.000 euro (incremento del 33,2 per cento) per ciascuno degli anni 2021-2023, cifra tra le più cospicue in assoluto, nonostante la grave crisi gestionale in cui versa e che si riverbera sulle attività previste e finanziate con soldi pubblici: nell'ultimo quinquennio, infatti, a causa di un considerevole deficit di bilancio, l'istituto si è rivolto ad un'importante società di consulenza che, nel 2018, per mantenere un ampio credito bancario, ha imposto un piano di riorganizzazione aziendale in ragione del quale è stato licenziato senza preavviso un terzo dei dipendenti; la riduzione del personale a poche unità ha pesato, inevitabilmente, sulle attività statutarie: un settore istituzionalmente strategico come il laboratorio digitale, nel cui ambito era stata realizzata, con un finanziamento di 250.000 euro, la digital library, è oggi pressoché immobilizzato e altre scelte disfunzionali hanno riguardato l'attività di ricerca e pubblicazione, ormai affidata per lo più a curatele del presidente e di accademici di lungo corso invece che a nuove generazioni di studiosi e nuovi orientamenti storiografici, mentre anche gli strumenti di ricerca e accesso al patrimonio sono diventati obsoleti;

ampie parti di palazzo Baldassini in via delle Coppelle, la sede storica dell'istituto, restaurata sempre a spese pubbliche, sono state cedute ad abbienti locatari per sopperire ad un'inspiegabile mancanza di risorse economiche, cronica nonostante le entrate assicurate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dalla Regione, dalla Banca d'Italia e da fondazioni bancarie, dal 5 per mille eccetera, che si aggiungono alle ingenti risorse assiduamente concesse dallo Stato;

nel 2018-2020 lo "Sturzo" ha ricevuto circa 2 milioni di euro: 300.000 per tre ex legge n. 534 del 1996 e 300 per tre come contributo straordinario per le celebrazioni sturziane del 2019 erogato dalla legge di bilancio per il 2017 (comma 334 dell'art. 1). Per il 2019, ultimo anno pubblicato, altri 109.200 euro sono stati spesi in suo favore dalla Direzione generale archivi: la cifra più alta tra quelle elargite suddividendo il finanziamento da un milione di euro. Questo contributo, che il documento lega a "13 nuovi fondi archivistici" non compare nell'elenco pubblico (amministrazione comunale sul sito "sturzo") perché non è erogato all'istituto ma consente alla Direzione di retribuire direttamente gli operatori che identifica e incarica dei singoli interventi di riordino dell'archivio storico;

nello stato di previsione della legge di bilancio per il 2021, infine, compare un rifinanziamento per il 2021-2023 del contributo totale da 900.000 euro erogato con la legge di bilancio per il 2017, nonostante le celebrazioni sturziane siano ampiamente superate,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda attivarsi, per quanto di competenza, ai fini di una verifica esaustiva del corretto funzionamento almeno per gli istituti beneficiari di contributi pubblici particolarmente cospicui, esaminandone lo "stato di salute" non solo in rapporto allo svolgimento dei compiti istituzionali ma sotto ogni aspetto, per non rischiare di farsi complice e vittima di una gestione finanziaria poco o nulla oculata.

(3-02477)