• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.6/00190    udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della trasmissione alla Commissione europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza,    premesso...



Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00190presentato daCOLLETTI Andreatesto diMartedì 27 aprile 2021, seduta n. 495

   La Camera,
   udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della trasmissione alla Commissione europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza,
   premesso che:
    la crisi economica derivante dalla pandemia da Covid-19, che ha colpito il nostro Paese, è la più grave dal secondo dopoguerra. Nel 2020 il Pil italiano ai prezzi di mercato (Pil nominale) è stato pari a 1.651.595 milioni di euro correnti, con una caduta del 7,8 per cento rispetto al 2019. Il Pil reale, invece, è diminuito dell'8,9 per cento, il peggior decremento della storia repubblicana, tornando ai livelli del 1998. L'Istat ha registrato anche un aumento della pressione fiscale rispetto al Pil, passata dal 42,4 al 43,1 per cento;
    nella contrazione del Pil emerge in modo preponderante il crollo dei consumi delle famiglie (-10,7 per cento), che ha causato una contrazione del 6,4 per cento. Un ribasso piuttosto importante è stato registrato anche nel settore degli investimenti fissi lordi (-9,1 per cento) e delle esportazioni (-13,8 per cento);
    a causa della pandemia da Covid-19, il debito pubblico italiano ha raggiunto, nel 2020, quota 2.569.258 milioni ed è pari al 155,6 per cento del Pil, in aumento del 21 per cento rispetto al 2019, dove si attestava al 134,6 per cento; inoltre, a livello di contabilità statale, le entrate sono diminuite del 6,4 per cento, mentre le spese sono aumentate dell'8,6 per cento;
    in risposta alla crisi generata dalla pandemia da Covid-19, il Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020 ha concordato di integrare le risorse del Quadro finanziario pluriennale (Qfp) dell'Unione europea 2021-2027 (previste in 1.074,3 miliardi di euro a prezzi 2018) con i 750 miliardi di euro del programma Next Generation EU (Ngeu);
    il più importante programma previsto nell'ambito di Next Generation EU è il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility) il quale ha l'obiettivo di sostenere gli investimenti, anche in vista della transizione verde e digitale, e le riforme degli Stati membri nell'ambito del Semestre europeo al fine di agevolare una ripresa duratura, sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, migliorare la resilienza delle economie dell'Unione europea e ridurre le divergenze economiche fra gli Stati membri;
    obiettivo del Recovery Fund è quindi la riduzione dei divari tra Paesi adottando interventi finalizzati a far sì che i singoli Stati membri possano rinnovarsi, ammodernarsi e svilupparsi attraverso una transizione ecologica e digitale in grado di porre il sistema produttivo e tutto il sistema Paese in condizione di acquisire le capacità necessarie per resistere ad un'eventuale nuova crisi pandemica, sociale o altra catastrofe economica o naturale;

la focalizzazione su grandi obiettivi strategici del Recovery Plan, da raggiungere in tempi certi, dovrà mirare a far compiere all'intero Paese significativi progressi in termini di competitività e di produttività, creando le strutture materiali e sviluppando le capacità immateriali proprie di un moderno ed efficiente sistema Paese, al contempo rispettoso dell'ambiente, anche e soprattutto per le prossime generazioni, come il titolo di Next Generation EU lascia chiaramente intendere;
   considerato che:
    la pandemia ha messo ulteriormente in luce i ritardi del nostro paese, in quasi tutti i settori chiave del sistema socio-economico;
    il sistema formativo, in tutte le sue declinazioni, per troppi anni ha risentito della scarsa considerazione da parte della classe politica. Scuola e Università dovrebbero interagire in modo complementare e sinergico e dovrebbero rispondere in modo efficace ai bisogni formativi emergenti dal tessuto sociale. Le significative difficoltà degli ultimi mesi sono da considerarsi il riflesso di azioni sbagliate e di una gestione troppo spesso approssimativa e distratta;
    le ripetute flessioni congiunturali dell'occupazione hanno determinato un crollo dell'occupazione rispetto a febbraio 2020 (-4,1 per cento pari a –945 mila unità). La diminuzione – come riportato dagli ultimi dati Istat, coinvolge uomini e donne, dipendenti (-590 mila) e autonomi (-355 mila) di tutte le classi d'età. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 2,2 punti percentuali;
    la gestione sanitaria, sia a livello nazionale che territoriale, ha mostrato forte debolezza e pesanti limiti. Troppe le differenze tra Regioni, tra le stesse e i territori, tra le aree urbane e le aree interne. Altri punti di forte allarme sono rappresentati dalla sconnessione tra servizi ospedalieri e servizi locali e dalla scarsa capacità di prevenzione;
    il divario Nord-Sud continua ad essere la fotografia di un paese a più velocità, ormai da decenni. La differenza nel Pil per abitante è di circa il 45 per cento. Una spaccatura che si traduce nel diverso livello di efficienza dei servizi, di opportunità di lavoro, di qualità della vita;
    i settori delle infrastrutture e dei trasporti sono gravemente esposti alle conseguenze della crisi causata dalla pandemia ma sono al contempo i settori che maggiormente possono contribuire alla ripresa e beneficiare di investimenti mirati anche con prospettive di lungo termine;
    il piano attualmente presentato alle Camere non rispecchia le prescrizioni della Guidance to member States – Recovery and Residence Plans – part 1, part 2, in particolare:
     1. non presenta a tutt'oggi informazioni statistiche: popolazione, istruzione, occupazione con dati rilevati regione per regione, che consentano di spiegare come si intenda realizzare l'obiettivo della coesione territoriale;
     2. non mostra alcuna evidenza del rispetto del vincolo del 37 per cento delle risorse destinate ad investimenti green e 20 per cento ad investimenti nel digitale, come prevedono le linee guida UE;
     3. manca di chiarezza nella definizione della strategia e dei provvedimenti rivolti alla prossima generazione di Italiani;
     4. difetta del richiesto collegamento delle misure con le raccomandazioni specifiche inviate agli Stati membri nel 2019 e 2020, le quali, nel caso dell'Italia, sono soprattutto misure di prevenzione antiriciclaggio, antifrode e anti corruzione, tanto più necessarie in presenza di un cospicuo flusso di denaro europeo. D'altro canto, si rileva come altre raccomandazioni specifiche non sarebbero affatto utili alla ripresa del Paese, al contrario la ostacolerebbero particolarmente in questo momento economico e sociale, nella parte in cui richiedono tagli al sistema pensionistico e tagli alla spesa pubblica;
     5. manca di indicatori, milestones, target e baselines, previste dalla Guida europea;
     6. è generico nell'ipotesi che possa avvalersi dell'InvestEU, cosa inammissibile perché, in tal caso, la Guida prevede si debba dichiarare esplicitamente nel Piano con tanto di dati ed elementi a corredo come espressamente richiesti dalla Guida;
     7. non chiarisce, circa l'utilizzo dei Fondi Sviluppo e Coesione, che dovrebbe ammontare a 17 miliardi circa, il quantum detratto e a discapito di quali regioni;
     8. manca l'allocazione geografica delle risorse (si parla genericamente di Nord-Centro-Sud).
    Tale piano presenta inoltre i seguenti inconvenienti intrinseci:
     1. Denota una dimensione complessiva ed una sua diluizione temporale evidentemente insufficienti per la crisi in atto e per la risposta economica necessaria, come risulta dal paragone con lo stimolo fiscale a parità di Pil messo in atto da molte tra le maggiori economie sviluppate esterne alla zona Euro, prima tra queste gli Stati Uniti;
     2. molte linee d'intervento necessitano di riforme propedeutiche che ad oggi ancora non sono neanche state concepite e che a doverle realizzare sarebbe un governo tecnico di «unità nazionale»;
     3. qualora non venissero rispettate le milestones europee, verrebbe interrotta l'erogazione del fondo e quindi si rischia di vedere interrotte le misure;
     4. il nostro Paese ha già dimostrato di non eccellere nella capacità di utilizzo dei fondi della programmazione europea, che molto spesso ritornano al mittente,

impegna il Governo:

   1) sul piano generale;
    a) ad accedere alla componente sovvenzioni dello strumento, senza ricorso ai prestiti (o solo a una parte dei prestiti), finanziando la parte di programma eccedente le sovvenzioni tramite risorse reperite a livello nazionale sul mercato dei capitali, estremamente più rapide da ottenere, dal costo sostenibile anche in virtù delle presenti condizioni di mercato eccezionalmente favorevoli;
    b) a sostenere la struttura di fondo del settore produttivo italiano, caratterizzato dalla presenza di Piccole e medie imprese, la cui specificità le rende eccellenze nel settore di appartenenza, e costituisce un fattore di resilienza grazie alla loro flessibilità e capacità di diversificazione; evitando che le risorse del Ngeu vengano usate esclusivamente per promuovere la concentrazione economica e produttiva nei settori tech, green e digitale, che già presentano posizioni dominanti;
    c) a favorire attraverso lo strumento di ripresa e resilienza una nuova «economia di Stato», non solo come presenza dello stesso come attore economico per compensare i gap distorsivi prodotti dal mercato, a svantaggio della piccola imprenditorialità, ma anche nel ruolo di promotore di forme di supporto al credito per sostenere le attività produttive nazionali (quali moratorie ed aiuti diretti);
    d) a concentrare le risorse rideterminate in funzione della reale capacità di spesa nel limite cronologico previsto dal Recovery Plan in poche linee d'intervento che soddisfino, altresì, gli obiettivi trasversali di coesione sociale e territoriale, parità di genere e pari opportunità, occupazione giovanile, transizione ecologica evitando interventi a pioggia non sostenibili per un Paese che negli ultimi 20 anni ha ridotto ad un quarto il personale che opera nella Pubblica amministrazione;
    e) a procedere nel rafforzamento di misure nazionali volte a prevenire, individuare e correggere corruzione, frode e conflitti di interesse quando si utilizzano i fondi forniti nell'ambito del Dispositivo, comprese le disposizioni volte ad evitare il doppio finanziamento da altri programmi dell'Unione, coinvolgendo direttamente la Direzione nazionale antimafia sin dall'inizio del processo di ricostruzione del Paese attraverso specifici protocolli, riconoscendo il fondamentale apporto che la Direzione può offrire nel contrasto di ogni fenomeno di inquinamento mafioso dei progetti di sviluppo (indebita intercettazione dei flussi finanziari, sfruttamento delle risorse per riciclare proventi criminali, impiego dello strumento intimidatorio e corruttivo);
    f) a garantire il pieno e costante coinvolgimento del Parlamento e assicurare il monitoraggio degli stati di avanzamento, degli impatti e delle analisi costi-benefici delle misure e dei progetti inseriti nel Piano;
    g) ad affrontare in parallelo riforme e investimenti, puntando a misure di impatto duraturo in grado di rafforzare il potenziale di crescita e la creazione di occupazione;
    h) a potenziare i sistemi informativi e gli strumenti di monitoraggio dello stato di avanzamento dei progetti previsti dal Piano al fine di agire tempestivamente qualora dovessero presentarsi situazioni di stallo.
   2) Sul settore infrastrutture e trasporti:
    a) a rivedere le modalità di allocazione delle risorse tra le voci di spesa del settore mobilità e trasporti, al fine di assicurare coerenza tra l'ammontare delle risorse stanziate e la capacità di ciascuna voce di rispondere agli obiettivi nazionali e comunitari di riduzione delle emissioni inquinanti;
    b) a riallocare le risorse destinate ai collegamenti ferroviari a lunga distanza ad alta velocità verso progetti con tempi di realizzazione più contenuti e impatti positivi già nell'orizzonte di Piano, che mirino all'accelerazione dell'elettrificazione del settore, all'attuazione dei Piani Urbani della Mobilità Sostenibile, al potenziamento del Tpl, delle infrastrutture per la mobilità ciclabile e pedonale e dell'intermodalità, del trasporto ferroviario metropolitano e regionale;
    c) a destinare maggiori risorse per il trasporto pubblico locale sostenibile, in modo da poter implementare le reti tramviarie e metropolitane, potenziare il servizio di trasporto collettivo e condiviso, rinnovare il parco mezzi non alimentato da fonti fossili, sviluppare le reti ciclabili, gli interventi di moderazione del traffico e di sicurezza stradale;
    d) a sostenere le misure e gli investimenti utili per la mobilità sostenibile contenute nei Pums adottati e approvati;
    e) a sostenere le misure e gli investimenti nel settore dell'autotrasporto affinché si realizzi la transizione dal Diesel e dal gas verso l'elettrificazione, a vantaggio di ambiente, qualità dell'aria, vivibilità delle città e a supporto di una giusta transizione delle oltre 90.000 piccole e medie imprese operanti in Italia nell'ambito della logistica;
    f) a sostenere lo sviluppo di una filiera industriale e catena del valore dell'elettrico nazionale che garantisca importanti ripercussioni in termini occupazionali e di crescita economica nel medio e lungo ternane, fornendo una concreta opportunità all'Italia di uscire da un prolungato periodo di crisi industriale e allinearsi, colmando il gap, ai maggiori Stati europei;
    g) a dare priorità di investimento allo sviluppo di una rete di infrastrutture di ricarica elettrica capillare, senza la quale gli investimenti già ridotti relativi alla mobilità elettrica risultano di breve respiro;
    h) a prevedere risorse dedicate specificamente ad aumentare il parco autobus elettrici anche attraverso la possibilità di effettuare il retrofit elettrico su alcuni mezzi esistenti e a promuovere lo sviluppo di una filiera italiana dell'autobus elettrico;
    i) a rimuovere dal Pnrr tutte le spese per nuovi investimenti autostradali e potenziamenti della rete e a non farsi carico di manutenzioni, adeguamenti tecnologici ed elettrificazioni da effettuare sulla rete autostradale esistente che devono essere posti a carico delle concessionarie autostradali, secondo i rispettivi Pef, sia vigenti che da rivedere;
    l) a investire nella progressiva elettrificazione delle tratte marittime brevi (inferiori a 50 miglia) operanti nel nostro Paese e nello studio di soluzioni per decarbonizzare le tratte medie e lunghe;
    m) a implementare risorse anche per i porti commerciali minori italiani al fine del pieno sviluppo di tutte le aree del Paese;
    n) ad adottare strumenti di sostegno alla ripresa del traffico aereo;
    o) a modificare, in termini perequativi, l'attuale distribuzione tra Nord e Sud delle risorse riguardanti i collegamenti ferroviari ad alta velocità, favorendo con un importante rafforzamento i territori maggiormente sprovvisti di collegamenti ferroviari (il Sud e le isole);
    p) a non utilizzare i fondi Pnrr per finanziare il fallimentare ed inutile progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.
   3) Sul settore giustizia:
    a) ad implementare pienamente la digitalizzazione operando, altresì, una semplificazione del sistema tra i diversi settori (civile, amministrativo, tributario e penale) prevedendo, se possibile, un unico metodo di processo telematico;
    b) ad aumentare la produttività del settore civile (e penale) rendendo pienamente operante l'Ufficio del processo, prevedendo che ad ogni magistrato corrisponda personale di cancelleria e «funzionari ausiliari del giudice», figure selezionate, mediante concorso per titoli e prova preselettiva, con contratto a tempo indeterminato, tra avvocati e magistrati onorari così da permettere la sostanziale eliminazione della magistratura onoraria precaria, gli attuali giudici di pace e i magistrati ausiliari in appello;
    c) a diminuire l'afflusso delle cause tributarie in Cassazione prevedendo la professionalizzazione dei magistrati tributari mediante la soppressione delle commissioni provinciali e regionali ed istituendo, in ogni Tribunale e Corte d'Appello, una Sezione Specializzata Tributaria;
    d) a migliorare il sistema carcerario prevedendo nuove carceri (e la ristrutturazione degli edifici esistenti) anche da un punto di vista tecnologico implementando la videosorveglianza, il controllo da remoto nonché la schermatura telefonica, almeno delle parti in detenzione;
    e) al fine di incentivare i riti alternativi nel processo penale a non modificare la riforma della prescrizione entrata in vigore il 1o gennaio 2020;
    f) a cancellare ogni ipotesi presente nel Pnrr di potenziare il filtro di ammissibilità delle impugnazioni civili, opzione che tende a rendere più difficile la tutela dei diritti delle persone;
    g) ad eliminare ogni ipotesi di inserire, come principio generale, il principio di sinteticità degli atti, strumento utilizzato spesso in Cassazione per declinare il diritto a vedersi discutere, in quel grado, la propria impugnazione.
   4) Sul settore istruzione, cultura, turismo e sport:
    a) ad assicurare la titolarità pubblica negli interventi per l'accesso all'istruzione e riduzione dei divari territoriali, in particolare riguardo ad asili nido e servizi integrati, scuole dell'infanzia (3-6 anni) e sezioni «primavera», tramite anche la costituzione e potenziamento dei Poli per l'infanzia statale;
    b) ad evitare la frammentazione regionale dei processi di istruzione, in particolare riguardo all'istruzione professionalizzante e agli Its, che non dovrebbero focalizzarsi sui bisogni contingenti delle imprese locali, ma proiettarsi verso tecniche e modalità produttive innovative di impatto globale, fornendo le competenze indispensabili di base, soprattutto tecnico-pratiche, in vista di una inevitabile formazione continua;
    c) a riformare il sistema dei Centri di formazione professionale, di concerto al suo potenziamento, togliendone il controllo alle regioni, che ne hanno esternalizzato i servizi, e ponendolo nuovamente sotto il controllo statale, attraverso una modifica dell'articolo 117, terzo comma, della Costituzione;
    d) ad introdurre la figura dell'educatore e del pedagogista scolastico, da reclutare, ai sensi dell'articolo 97 della Costituzione, tramite concorso pubblico, onde dotare le istituzioni scolastiche delle figure professionali maggiormente atte ad affrontare le crescenti difficoltà relazioni dell'intera comunità scolastica (docenti, personale Ata, famiglie e studenti) post COVID-19;
    e) ad operare sulla selezione e sulla formazione degli insegnanti attraverso una strategia condivisa e co-progettata tra Scuola, Università e Ministero, consentendo di garantire che l'offerta formativa della scuola pubblica sia qualitativamente adeguata all'alto compito di piena realizzazione della personalità di ciascuna studentessa e di ciascuno studente e sia adeguata alle sfide di una società in continua evoluzione, nonché garanzia per tutti di mobilità sociale;
    f) a predisporre e realizzare un piano di investimenti strutturali finalizzati a garantire, in maniera necessariamente prioritaria rispetto agli istituti privati, la valorizzazione e il potenziamento degli Enti pubblici di ricerca. In quest'ottica, nelle azioni previste dal Piano, garantire un ruolo di prim'ordine al Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), in grado di mobilitare competenze e capacità scientifiche e tecnologiche multidisciplinari, oltre che un enorme patrimonio infrastrutturale e strumentale;
    g) a prevedere, nell'ambito degli investimenti per turismo e cultura, l'assunzione pubblica di lavoratori specializzati nel settore, sia intervenendo a supporto di una classe lavoratrice che ha subito enormi danni dalla crisi pandemica, sia stabilendo criteri certi per individuare i livelli essenziali delle prestazioni che spettano ad ogni territorio, in termini di biblioteche, sostegno al patrimonio museale, al turismo sostenibile, artistico e culturale, alla cura dei contesti urbanizzati e al paesaggio, con relativi interventi di digitalizzazione del patrimonio materiale, di innovazione dei servizi e di sostegno al settore dello spettacolo dal vivo, integrato con la realtà del territorio;
    h) ad incentivare significativamente la pratica sportiva da una parte e teatrale dall'altra in contesti periferici e marginali, la quale sconta l'inadeguatezza delle risorse finanziarie stanziate, sostenendo in primis le associazioni di volontariato che si occupano di ciò soprattutto nelle zone più povere e più criminalizzate, così da fornire ai giovani, attraverso lo sport e la cultura, un'alternativa ai pericolosi contatti con la malavita;
    i) a garantire maggiori risorse e finanziamenti al sistema delle Università statali, orientato a un'ottica perequativa e non premiale di distribuzione del Fondo di Finanziamento Ordinario, garantendo un livello medio-alto degli atenei diffuso sul territorio, evitando concentrazioni di risorse in poche università.
   5) Sul settore sanità:
    a) a ridefinire i criteri di ripartizione del Fondo sanitario nazionale secondo un apposito «indice di occorrenza» locale tenendo all'uopo conto dei dati di morbilità e co-morbilità dei singoli territori regionali e dei relativi livelli di vulnerabilità sociale;
    b) a superare la competenza esclusiva delle regioni in merito all'autocertificazione dei dati trasmessi da parte delle regioni al Ministero della salute relativa alla griglia di adempimento dei livelli essenziali di assistenza col fine di azzerare in via definitiva disavanzi, debiti delle regioni penalizzate dai criteri vigenti di ripartizione del Fondo sanitario nazionale;
    c) ad implementare un sistema unico di fascicolo sanitario elettronico facendo sì che le regioni si dotino di uno strumento unico, senza l'intermediazione di società informatiche private che mettono a grave rischio la privacy dei dati di morbilità del cittadini italiani, così da centralizzare e mettere in sicurezza il flusso informatico inserendo tale implementazione in norme di rango primario;
    d) a progettare un sistema informatico, collegato al Fascicolo Sanitario Elettronico, di digitalizzazione dell'intera rete ospedaliera, di assistenza primaria e terziaria, in collegamento con i medici di Medicina Generale e di pediatri di Libera Scelta in modo da incentivare un'epidemiologia capillare basata sugli standard dell'ICD-10 per il potenziamento della telemedicina, anche col fine di ridurre l'incidenza dei ricoveri ospedalieri e favorendo la presa in carico dei pazienti nei differenti territori italiani;
    e) a rafforzare l'assistenza sanitaria territoriale e domiciliare, che tanto avrebbe potuto incidere positivamente nel corso della pandemia, introducendo figure obbligatorie come l'infermiere di base da affiancare al medico di base, oltre a un'estensione psico-sanitaria e socio-sanitaria della cura del paziente.
   6) Sul settore ambiente e agricoltura:
    a) a considerare un maggiore apporto autenticamente « green» all'intero piano, come richiesto dall'Unione europea, concentrandosi sulle energie rinnovabili veramente sostenibili e diversificate, aggiungendo l'aggettivo «verde» nei richiami all'utilizzo dell'idrogeno, chiarendo che il nucleare è fuori discussione e che ogni progetto futuribile su tale tema dev'essere accordato a impegni sulle rinnovabili di nuova generazione;
    b) a destinare risorse rilevanti per l'ammodernamento dell'infrastruttura idrica italiana al fine evitare lo sperpero di risorse di un bene pubblico fondamentale come l'acqua;
    c) ad eliminare ogni ipotesi di progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, sia per il danno ambientale sia perché il progetto andrebbe compiuto entro il 2026 e i controlli sarebbero derogati a causa della rapidità. Ugualmente la costruzione di stadi si presenta come un intervento infrastrutturale dannoso oltre che poco utile, piuttosto sarebbe utile dirottare tali fondi verso interventi infrastrutturali e di trasporti minori, volti a favorire i territori più disagiati su tale aspetto, specie al Sud e nelle aree interne;
    d) a riconsiderare l'innalzamento dei limiti all'inquinamento elettromagnetico per lanciare il 5G, una tecnologia di sviluppo che va accordata con le necessarie salvaguardie della salute umana, in accordo certo alle più accurate e cautelative evidenze della ricerca riguardo ad ogni tecnologia sperimentale;
    e) ad introdurre, per le imprese del comparto agricolo, della pesca e dell'acquacoltura, misure specifiche dirette a promuovere e a favorire l'Innovazione tecnologica, il trasferimento di know how dai centri di ricerca alle aziende, l'ammodernamento di macchinari e impianti con strumenti di incentivazione che permettano il pieno accesso delle imprese agricole ai medesimi sistemi;
    f) ad introdurre misure volte a favorire, attraverso la combinazione di incentivi a fondo perduto e agevolazioni di carattere fiscale, il rinnovo del parco mezzi agricoli circolanti;
    g) a prorogare sino a tutto il 2023 la misura del cosiddetto superbonus 110 per cento al fine di aumentare l'attività in un settore economico cruciale e migliorare le performance di efficienza del nostro patrimonio edilizio.
(6-00190) «Colletti».