• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/08901 (4-08901)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08901presentato daRAMPELLI Fabiotesto diMartedì 13 aprile 2021, seduta n. 485

   RAMPELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   se gli italiani non voteranno fino all'autunno, nonostante i continui cambi di Governo e le più variegate maggioranze, alle urne sono andati pochi giorni fa i peruviani residenti in Italia, chiamati ad eleggere il Presidente della Repubblica, due vicepresidenti, i 130 deputati del Congresso e i parlamentari della regione andina per il quinquennio governativo 2021-2026;

   dei ventiduemila peruviani di Piemonte e Valle d'Aosta hanno esercitato il diritto al voto in dodicimila e il seggio è stato allestito al Padiglione 3 di Lingotto Fiere. Come ha spiegato Oswaldo Boy Chavil, fra i coordinatori della macchina organizzativa, «Al Lingotto abbiamo allestito 22 postazioni. Si vota dalle 8 alle 16. Il personale del seggio è nominato dallo Stato peruviano. Non abbiamo ricevuto nessuna disdetta, sono già state distribuite tutte le autorizzazioni di pubblica sicurezza per potersi spostare in zona rossa anche attraverso le due Regioni. Ci aspettiamo una partecipazione alta. Il Consolato prevede un afflusso attorno al 70 per cento. I peruviani all'estero sono 3 milioni e mezzo, un milione con diritto di voto. Siamo una delle nazioni più organizzate, anche se parecchi Paesi non ci permettono di votare, come Venezuela, Cile, Uruguay e incredibilmente anche la Germania»;

   situazione identica in numerose altre città di Italia: da Roma a Milano, anch'esse in zona rossa, dove è stato appositamente allestito il Forum di Assago, ma anche Genova, Bologna e Perugia, solo per citarne alcune;

   mentre in Italia cresce il disagio sociale e nelle piazze italiane rimbomba la disperazione e l'esasperazione di imprenditori, partite Iva e commercianti in ginocchio perché da oltre un anno viene impedito loro di lavorare; mentre in Italia l'andamento dei contagi da COVID-19 è stato considerato un impedimento al voto e il rinnovamento delle amministrazioni comunali è stato rinviato all'autunno per evitare assembramenti, circa 12 mila peruviani si sono recati al seggio per esercitare il loro legittimo diritto di voto; lo stesso diritto negato agli italiani;

   se sono state trovate modalità idonee per consentire ai peruviani di votare, peraltro in regioni in zona rossa, considerate ad alto rischio di contagiosità, a maggior ragione, non si comprende come mai ad oggi non si siano trovate le modalità di far riaprire in sicurezza tutte le attività produttive e consentire anche agli italiani di esprimere le proprie preferenze di voto che, come hanno dimostrato queste elezioni, si possono tenere regolarmente in presenza, con il rispetto delle dovute regole –:

   sulla base di quali considerazioni sia stato autorizzato l'esercizio del diritto di voto ai cittadini peruviani residenti in Italia, con l'allestimento di numerose postazioni di voto anche in regioni ad alto rischio di contagiosità, mentre analogo diritto di voto è stato ritenuto non attuabile per le elezioni amministrative e politiche italiane, rinviate per il rischio di assembramenti e quale misura per il contenimento del contagio da COVID-19.
(4-08901)