• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.5/05675 (5-05675)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05675presentato daGARIGLIO Davidetesto presentato Martedì 6 aprile 2021 modificato Mercoledì 7 aprile 2021, seduta n. 481

   GARIGLIO, BONOMO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'ex Embraco di Riva di Chieri (TO), fondata nel 1971, inizia la produzione nel 1974 e diventa in pochi anni un punto di riferimento nella produzione dei dispositivi di refrigerazione esportando anche i propri prodotti nei mercati americani;

   nel 2018 l'azienda manifesta la volontà di chiudere lo stabilimento di Riva di Chieri per delocalizzare la produzione all'estero. Con i lavoratori si arriva ad un accordo che prevede la sospensione dei licenziamenti fino alla fine del 2019;

   il consiglio regionale del Piemonte segue da vicino l'evolversi della vicenda dello stabilimento e le sorti degli operai. Dopo la delocalizzazione in Slovacchia fatta dalla Whirlpool nel giugno del 2018, il sito fu rilevato dalla Ventures spa. Purtroppo, dopo due anni, la riconversione rimase solamente sulla carta, dato che la questione finì in mano alla magistratura;

   tra settembre e novembre 2020 il Governo presenta un progetto in prefettura a Torino per la costituzione di una Newco: la «ItalComp» che prevede la creazione di un polo europeo dei compressori per elettrodomestici tra Belluno e Torino;

   la società nasce dalla fusione dell'ex Embraco e dello stabilimento di ACC di Borgo Valbelluna (BL). Negli stabilimenti della ex Embraco si produrranno compressori prevalentemente per la catena del freddo: una buona notizia per i lavoratori piemontesi;

   il progetto esige per la sua tempestiva implementazione la previa messa in sicurezza della società ACC, attualmente in amministrazione straordinaria. Ad essa è affidata la missione di veicolare nel nuovo soggetto ItalComp i suoi assetti industriali, affinché fungano da piattaforma comune su cui innestare le attività produttive e le risorse occupazionali del sito ex Embraco;

   ACC è oggi in una condizione industriale significativamente positiva ma sconta una marcata fragilità finanziaria a causa dell'ormai irrecuperabile ritardo delle autorità europee nell'erogazione dei finanziamenti previsti dalla cosiddetta «Legge Prodi-bis». Risorse che sarebbero dovute pervenire, e che per via della loro assenza, stanno portando la società all'esaurimento della liquidità;

   il progetto ItalComp prevede investimenti per oltre 56 milioni di euro funzionali alla generazione a regime di un fatturato superiore ai 155 milioni di euro annui e di una redditività allineata alla media internazionale del comparto attraverso la costituzione di una società mista pubblico-privata partecipata da Invitalia, dalle regioni Piemonte e Veneto, attraverso appositi veicoli finanziari e da soggetti imprenditoriali privati;

   Il Governo, per sopperire all'assenza dei fondi di matrice europea, si è impegnato con il consenso delle regioni Piemonte e Veneto, all'attivazione a favore di ACC di tutte le misure rese disponibili dal Temporary Framework, così da consentirle la prosecuzione dell'attività industriale e l'assorbimento nel progetto ItalComp;

   con l'approvazione presso il consiglio regionale del Piemonte di un ordine del giorno del 23 febbraio 2021, si impegna il Governo regionale ad attivarsi presso il Ministero dello sviluppo economico affinché si proceda con il piano integrato di rilancio dell'ex Embraco e di ACC, indipendentemente dall'atteggiamento sinora non collaborativo della Commissione europea. Occorre accelerare la procedura per la costituzione di ItalComp con un capitale sociale formato per il 70 per cento da risorse pubbliche come previsto dall'articolo 43 del decreto-legge n. 34 del 2020 per superare i due disgiunti interventi di salvataggio e per realizzare, invece, un progetto integrato di politica industriale per la creazione del Polo italiano del Compressore –:

   alla luce dei fatti esposti in premessa, se il Governo non ritenga opportuno convocare con urgenza un tavolo tecnico di confronto per affrontare le questioni relative al progetto di cui in premessa e in particolare per la tutela dei 400 lavoratori che rischiano il licenziamento tra un mese.
(5-05675)