• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
S.6/00183 premesso che: il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) costituisce il programma di utilizzo delle risorse messe a disposizione dall'Unione europea per il finanziamento...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00183 presentata da NICOLA CALANDRINI
giovedì 1 aprile 2021, seduta n.310

Il Senato,
premesso che:

il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) costituisce il programma di utilizzo delle risorse messe a disposizione dall'Unione europea per il finanziamento dell'iniziativa Next Generation EU (NGEU), che nel suo complesso a livello europeo prevede lo stanziamento di 750 miliardi di euro, dei quali 672,5 sono destinati al Dispositivo per la ripresa e la resilienza;

la proposta di Piano trasmessa al Parlamento quantifica le risorse destinate all'Italia nell'ambito del Dispositivo per la ripresa e la resilienza ammontano a circa 196 miliardi di euro a prezzi correnti, dei quali 69 sotto forma di trasferimenti e 127 sotto forma di prestiti che l'Italia si troverà a dover rimborsare;

è essenziale, quindi, che il Piano riesca a realizzare gli obiettivi che si propone e che possa davvero agire da leva per far ripartire il tessuto economico e produttivo della nostra Nazione, tutelando le diverse fasce sociali, e a tal fine, in linea con le indicazioni dell'Unione europea, dovrà essere accompagnato dall'attuazione di specifiche riforme strutturali;

il PNNR presenta, inoltre, tre priorità trasversali, definite in modo sintetico con parità di genere, giovani e sud e riequilibrio territoriale, che non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma perseguite in tutte le missioni;

si rileva una sostanziale indefinitezza della governance istituzionale del Piano e della sua attuazione, a fronte della quale emerge, invece, con sconcertante chiarezza la completa esautorazione del Parlamento rispetto all'approvazione del documento finale del Piano, nonché dai successivi monitoraggi prescritti dalla stessa Unione europea;

è necessario, inoltre, che nell'ambito dell'attuazione del Piano sia chiaramente esplicitato quali riforme si intendano porre in essere per raggiungere gli obiettivi enunciati dall'Unione; in merito, si segnala la necessità imprescindibile del coinvolgimento del Parlamento nella loro elaborazione da approvazione, coinvolgimento che non può essere limitato all'individuazione di principi e criteri direttivi all'interno di delegazione legislativa ma che deve trovare compiuta attuazione nell'elaborazione di disegni di legge ordinari che non contengano norme di delega;

nulla è detto neanche in merito alla governance operativa del Piano, con particolare riferimento alle modalità e gli strumenti attraverso i quali sarà resa possibile l'attuazione del Piano, in particolare le attività amministrative, le eventuali deroghe alla normativa vigente in materia di appalti e in altri settori, l'eventuale nomina di strutture commissariali;

il Gruppo di Fratelli d'Italia, nell'ambito dell'esame delle Linee guida per il PNRR, aveva segnalato l'esigenza che una specifica missione fosse destinata al sostegno della natalità, posto che il calo demografico rappresenta oramai da anni un grave problema della nostra Nazione che risulterà ulteriormente aggravato dall'impoverimento diffuso derivante dalla grave crisi economica determinata dalla pandemia da Covid-19, e rispetto al quale non si è riusciti sinora a dare un'inversione di tendenza;

nella proposta di Piano attualmente all'esame del Parlamento non si rinviene alcuna traccia dell'attuazione dell'impegno relativo alla città di Roma contenuto nella Relazione della V Commissione sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, approvata nello scorso mese di ottobre, che tra le indicazioni specifiche formulate sulla base dei rilievi espressi dalle Commissioni permanenti, sottolineava «l'urgenza di assicurare a «Roma Capitale», insieme al riassetto della Città metropolitana, l'individuazione di un percorso volto a definire uno specifico statuto normativo, assegnando ad essa risorse adeguate, in modo da consentire alla stessa di far fronte alle esigenze di investimento che derivano dalla sua specificità e peculiarità, garantendole altresì una maggiore autonomia nella gestione del proprio territorio, in considerazione del suo ruolo e anche in vista del prossimo Giubileo»;

nell'attuazione del Piano dovrà essere valutata l'esigenza di un efficace coinvolgimento del settore privato: il riconoscere, infatti, l'importanza di un tale apporto è significativo ma non sufficiente, e in tal senso appare necessario un efficace intervento legislativo che favorisca l'apporto del capitale privato al raggiungimento degli obiettivi del Piano, a partire dall'istituto del project financing ma anche individuando altre forme attraverso le quali la detta partecipazione si possa realizzare;

per quanto attiene alle risorse destinate al settore del turismo, si ritiene in questa sede di stigmatizzare la dotazione finanziaria del tutto insufficiente ad esso destinata, attualmente quantificata in appena 2,4 miliardi, una cifra che non renderà possibile una vera ripresa del settore, messo in ginocchio da un anno di pandemia e che, da solo, prima dell'emergenza epidemiologica generava il 13 per cento del prodotto interno lordo nazionale;

manca una visione strategica del ruolo del turismo nella ripresa economica dell'Italia, e sul reale impatto che le attività produttive inerenti il settore turistico e ricettivo possono offrire in termini di ricchezza e prestigio, e manca, soprattutto, la conoscenza dello stato in cui attualmente versa il turismo stesso, che per riprendersi dal fermo totale a cui è stato costretto ha bisogno di una mole più cospicua di investimenti e di riforme strutturali importanti che vadano a incidere sui costi fiscali, salariali, energetici, burocratici che mettono in difficoltà le imprese del settore; il turismo dovrebbe avere, quindi, un peso specifico molto più alto all'interno del Piano, sia nella componente investimenti che nelle riforme, a partire da quella fiscale che sarà fondamentale per accompagnare la ripresa, mentre rimane, invece, relegato a un ruolo marginalissimo e declinato quasi esclusivamente nella sua accezione culturale; è necessario che lo stesso trattamento di valorizzazione dei borghi e cammini previsto dal Piano sia riservato alle ricchezze delle città d'arte, delle località balneari, delle destinazioni montane, etc., perni centrali del nostro bacino d'attrazione; ulteriore importanza va riservata al made in Italy, a cui il turismo è strettamente connesso: il turismo per la sua natura di settore trasversale all'economia è predestinato a fungere da promotore del made in Italy e viceversa il made in Italy deve essere inteso come volano per il turismo;

del tutto insufficienti appaiono altresì le misure per il sostegno dell'agricoltura, eccellenza nazionale e asse fondamentale per la ripresa economica, già danneggiata dai tagli ai fondi della Politica agricola comune, settore al quale è indispensabile destinare maggiori risorse;

nell'ambito della dotazione per l'agricoltura, inoltre, apposite risorse devono essere previste per la promozione e la tutela del made in Italy in ambito agroalimentare, per l'adozione di iniziative a tutela delle nostre produzioni nazionali dalla concorrenza sleale, con particolare riferimento al fenomeno dell'italian sounding, nonché valutando la possibilità dell'estensione dei poteri speciali di controllo del Governo (cosiddetto Golden power) anche al settore agroalimentare, in particolar modo alle attività di produzione a marchio di tutela, considerando anche la necessità di tutela di attività economiche di piccole-medie dimensioni;

con riguardo alla missione traversale Sud appare incongruo mantenere la destinazione delle risorse ancorata al meccanismo della quota del 34 per cento, parametrata unicamente sul dato della popolazione, e che non permetterebbe una concreta possibilità di sviluppo per quelle aree;

l'importanza della digitalizzazione e dell'innovazione tecnologica, testimoniati dalle ingenti risorse ad esse indirizzate nel PNRR, delineano un modello di sviluppo incentrato sulla veloce trasmissione di dati, sia privati che pubblici, sulla cui sicurezza e sul cui trattamento si gioca una partita fondamentale per il futuro degli Stati membri, non solo in termini strettamente economici ma anche di sicurezza interna; a tal proposito è bene ricordare come le reti di telecomunicazione rappresentino uno degli asset strategici della cui proprietà lo Stato non può fare a meno, e occorre rilevare come l'Italia sia l'unico tra i grandi Stati europei a non detenerne la proprietà;

il libero mercato che deve essere garantito agli operatori di servizi, in un regime di concorrenza richiesto anche dall'Unione europea, non può comunque prescindere dalla proprietà pubblica delle reti di telecomunicazione, sia a tutela della sicurezza del sistema Italia, sia per evitare la beffa che le risorse del Recovery Fund destinate all'Italia vadano in realtà a vantaggio di aziende e multinazionali straniere;

per una crescita e uno sviluppo più incisivi della Nazione è necessario puntare sugli investimenti relativi ai trasporti e a tutti i settori contigui, a partire dalle infrastrutture, per creare innovativi e sinergici modelli di mobilità e di governance; si pensi, ad esempio, alle città, dalle più piccole alle più grandi, che devono essere poste nella condizione di integrare più istanze (dal trasporto, all'energia, alle telecomunicazioni) per abilitare nuovi servizi di mobilità sostenibile di persone e merci; si pensi al trasporto pubblico locale, che è fulcro di una progettazione più ampia, che eviterebbe il fenomeno della congestione urbana, oltre a consentire un livello di vita migliore per i cittadini;

con riferimento alla strategia di ammodernamento dell'Italia relativamente all'aspetto della mobilità, si evidenzia come la stessa presupponga interventi non solo sulla rete AV/AC ma punti anche sulla velocizzazione delle linee ferroviarie complementari: appare pertanto necessario, nell'ambito della missione n. 3, Infrastrutture per la mobilità, specificare che la cosiddetta "Cura del ferro" costituisce la principale strategia di ammodernamento dell'Italia relativamente all'aspetto della mobilità;

per la sua posizione privilegiata l'Italia può essere considerata una grande piattaforma sul Mediterraneo, capace di rappresentare il vero "porto d'Europa", approdo naturale dei traffici delle merci; tale progetto necessita di investimenti sulla dorsale Tirrenica e Adriatica con una sinergica connessione tra reti ferroviarie, viarie e infrastrutture portuali e aereoportuali: in particolare, il potenziamento della dorsale Adriatica dovrà prevedere lo sviluppo dell'Alta velocità sulla direttrice Trieste-Taranto e l'adeguamento dell'Autostrada A-14 con il completamento, su tutta la tratta, della terza corsia;

è fondamentale inoltre, relativamente ai corridoi TEN-T, che il loro rafforzamento non si limiti alle sole reti "core" ma si estenda anche alle cosiddette reti "comprehensive", attraverso la realizzazione dei necessari interventi di connessione con le realtà territoriali locali, ciò al fine di favorire la coesione sociale e contribuire ad eliminare le disuguaglianze nelle dotazioni di infrastrutture, con l'obiettivo di ottenere, in sede europea, il riconoscimento dell'estensione dei corridoi di mobilità anche lungo la dorsale Adriatica e lungo l'asse trasversale Tirreno-Adriatico;

la prosecuzione del corridoio Baltico-Adriatico lungo la direttrice che va da Ancona fino al porto di Bari, oltre a rappresentare un elemento essenziale per il sistema dei collegamenti all'interno della macroregione adriatica, è considerata essenziale al fine di porre fine ad un vero e proprio vulnus che rischia di collocare molti territori in una situazione di isolamento e di marginalità rispetto ai futuri processi di sviluppo economico; contestualmente, la realizzazione di una diramazione trasversale intermodale all'interno del Corridoio V (Mediterraneo) che colleghi la penisola iberica e l'area balcanica (asse Barcellona-Civitavecchia-Ortona-Ploce), passando attraverso le Regioni centrali, resta di cruciale importanza per lo sviluppo della portualità e delle aree interne;

un'importanza centrale acquisisce inoltre lo sviluppo della cosiddetta "Blue Economy", cioè l'economia del mare, la quale, in considerazione della grande estensione costiera e della posizione geografica privilegiata che l'Italia ha nel Mediterraneo, deve assurgere al rango di priorità della Nazione a partire dalla gestione, dall'adeguamento e dal miglioramento della portualità e della logistica ad essa collegata, fino a ricomprendere altri settori strategici quali i trasporti, il turismo, la cantieristica, la nautica, la pesca e l'industria delle estrazioni marine, con l'obiettivo fondamentale di realizzare una rete economica produttiva competitiva attraverso l'aumento degli investimenti, la creazione di nuovi posti di lavoro e l'aumento delle esportazioni;

il Piano rivela importanti carenze sotto il profilo degli impegni e delle specifiche progettuali rispetto alle capacità di spesa che si intendono destinare all'occupazione, in particolare per le politiche attive del lavoro e gli ammortizzatori sociali, dimostrando non sufficiente attenzione al mercato del lavoro, che in Italia presenta evidenti problematiche che precedono la pandemia e sono attualmente drammaticamente aggravate dal contesto di emergenza sanitaria, con un tasso di disoccupazione che secondo i più recenti dati dell'Istat è al 9,7 per cento, e tra i giovani raggiunge addirittura il 31,1 per cento;

la pandemia ha, inoltre, particolarmente aggravato i già preesistenti disequilibri che vedono le donne fortemente penalizzate nel mondo del lavoro, registrando un calo dell'occupazione femminile pari al doppio rispetto alla media UE, con 402.000 posti di lavoro persi tra aprile e settembre 2020;

il rilancio dell'occupazione non può prescindere da un deciso intervento di riduzione della tassazione sul lavoro che grava sulle imprese;

l'emergenza epidemiologica prolungherà ancora a lungo i suoi effetti sulla vita dei cittadini e sulla nostra economia, e l'attuazione del PNRR dovrà essere in grado di affievolire gli effetti negativi promuovendo e accompagnando la rinascita della Nazione, creando nuovi presupposti di crescita e sviluppando strategie utili per la ripresa economica, produttiva, sociale e occupazionale,

impegna il Governo,

1) a trasmettere al Parlamento il Piano definitivo prima che sia trasmesso all'Unione europea e al rispetto delle prerogative del Parlamento nelle fasi di esame e approvazione dei singoli stati di attuazione del Piano, nonché nella elaborazione di modalità procedurali che permettano la effettiva fruizione delle risorse nei tempi previsti;

2) ad enunciare con chiarezza quali riforme strutturali si intenda realizzare per "accompagnare" l'attuazione del Piano, e a riconoscere il ruolo preminente del Parlamento nell'adozione delle stesse;

3) a destinare maggiori risorse al turismo, settore tra i più danneggiati dalla crisi economica mondiale in atto, e, in tale ambito, a promuovere l'adozione di provvedimenti per l'abbattimento dei costi fissi e degli oneri burocratici che gravano sulle imprese del settore turistico e ricettivo, e a valorizzare il fondamentale ruolo del turismo nella promozione del made in Italy;

4) a destinare maggiori risorse alle Regioni meridionali, superando il criterio del 34 per cento in favore di una equa distribuzione territoriale delle risorse che garantisca ripresa, sviluppo e occupazione superando il divario tra le Regioni, con particolare riferimento a quello infrastrutturale e tecnologico;

5) a destinare maggiori risorse al settore dell'agricoltura, già penalizzato dai tagli alla Politica agricola comune, al fine di permetterne non solo lo sviluppo verso modelli più sostenibili ma garantirne il necessario rilancio, anche attraverso una decisa azione di tutela delle produzioni nazionali in ambito agroalimentare;

6) a destinare maggiori risorse alla tutela del marchio Italia in tutte le sue produzioni, promuovendole nel mondo e proteggendole da fenomeni di concorrenza sleale;

7) a rivedere il Piano nel senso di individuare una specifica missione dedicata al tema della natalità, che possa raccogliere in maniera organica interventi sul fronte sociale e fiscale, e dotandola delle adeguate risorse finanziarie;

8) a realizzare un significativo taglio del cuneo fiscale, contrastando fattivamente, in tal modo, la crisi occupazionale già in atto e che si prevede possa ulteriormente aggravarsi una volta terminati gli interventi a tutela dell'occupazione messi in campo con i decreti dell'ultimo periodo, quali la CIG generalizzata e il blocco dei licenziamenti;

9) a destinare le risorse necessarie al completamento dell'ammortizzatore sociale unico;

10) a destinare annualmente alla città di Roma Capitale risorse pari a un miliardo di euro, nel rispetto dell'impegno già assunto nell'ambito dell'esame delle Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

11) a destinare maggiori risorse alle aree interne, e, in particolare, a quelle colpite dagli eventi sismici degli ultimi anni, al fine di scongiurare la chiusura dei servizi e la conseguente desertificazione sociale e produttiva dei territori;

12) con riferimento al tema della digitalizzazione, a mettere in campo immediate iniziative per garantire la proprietà pubblica delle reti di telecomunicazione, con apposite norme che vietino il subentro anche parziale di privati sia per le reti già esistenti che per quelle di nuova realizzazione, al fine di mettere al riparo la trasmissione dei dati pubblici e privati e di garantire la sicurezza interna e dell'intero sistema Italia;

13) ad adoperarsi affinché lo sviluppo infrastrutturale previsto dal Piano garantisca la connessione in maniera efficiente di tutto il territorio italiano all'Europa, rendendo fluidi e veloci gli scambi commerciali e concorrendo a colmare lo storico divario tra il Nord e il Sud della Nazione, e, con specifico riferimento al completamento dei corridoi TEN-T, a prevederne un rafforzamento non limitato alle sole reti «core» ma esteso anche alle reti cosiddette «comprehensive», realizzando i necessari interventi di connessione con le realtà territoriali locali, al fine di favorire la coesione sociale e contribuire ad eliminare le diseguaglianze nelle dotazioni di infrastruttura;

14) nell'ambito del completamento delle reti TEN-T, a sbloccare la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, che comporterebbe importanti ricadute occupazionali, economiche, lavorative in tutto il Sud Europa grazie all'indotto ed alla sua conseguente attrattività turistica determinando una vera e propria rivoluzione "green", in linea con gli obiettivi internazionali di riduzione delle emissioni inquinanti tramite i trasporti veloci ferroviari;

15) a destinare parte delle risorse del PNRR allo sviluppo della cosiddetta «Blue Economy» o economia del mare, con la finalità di realizzare una rete economica produttiva competitiva attraverso l'incremento degli investimenti con effetti sui livelli occupazionali e i volumi di esportazione;

con riferimento ai corridoi TEN-T,

16) con riferimento al settore della giustizia:

a) a prevedere un adeguato stanziamento economico in materia di edilizia penitenziaria, per completare i lavori di adeguamento degli impianti tecnologici di sicurezza, dall'implementazione della videosorveglianza, all'installazione di jammers per schermare i telefoni cellulari, ad adeguati interventi sugli impianti di illuminazione interna ed esterna degli istituti penitenziari, fino alla valutazione dell'impiego di droni di videosorveglianza; si sottolinea, altresì, l'importanza di un investimento importante in materia di adeguamento del personale di polizia penitenziaria che opera all'interno degli istituti penitenziari e da tempo soffre di una cronica carenza di organico;

b) ad assumere le necessarie iniziative in ambito internazionale al fine di implementare i meccanismi di trasferimento dei detenuti al fine dell'esecuzione penale nello Stato di provenienza, anche in mancanza del consenso dell'interessato, in un'ottica di alleggerimento del sovraffollamento carcerario e di impiego ottimale delle risorse impiegate;

c) a varare la riforma della magistratura onoraria, salvaguardando le migliaia di persone che in questi anni hanno garantito il funzionamento della macchina della giustizia, nel rispetto della recentissima sentenza della Corte costituzionale e dell'orientamento della Corte di giustizia europea;

alla Missione 1,

con riferimento alla componente 1, Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA (M1C1):

1) ad assicurare priorità al completamento della digitalizzazione delle procedure di gara per l'affidamento di contratti pubblici, in previsione della futura attuazione del Regolamento UE 1780/2019, che impone entro il mese di ottobre del 2023 la digitalizzazione delle procedure di gara (obbligatorietà dell'uso dei formulari elettronici nella rilevazione e gestione dei contratti pubblici per tutta l'UE), in particolare implementando la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici (BDNCP) operante presso l'ANAC, al fine di affermare il principio di "once only" e realizzare una concreta riduzione degli oneri in capo a operatori economici e stazioni appaltanti; per il raggiungimento del predetto obiettivo appare fondamentale perseguire una strategia di ampio respiro volta a migliorare la competenza delle stazioni appaltanti, in linea con quanto disposto dall'articolo 38 del codice dei contratti pubblici, che per altro non ha trovato allo stato concreta attuazione; andrebbe altresì valutata l'opportunità di istituire una "cabina di regia" a livello centrale che governi le politiche urbane e l'utilizzo delle risorse pubbliche, dichiarando di interesse pubblico gli interventi di rigenerazione urbana e approvando norme volte a superare i molteplici ostacoli che ancora ne impediscono la realizzazione;

2) a potenziare il comparto della pubblica sicurezza prevedendo un incremento della dotazione finanziaria specifico per agevolare il lavoro delle forze dell'ordine attraverso l'adeguamento delle risorse di personale e delle dotazioni strumentali e tecnologiche;

3) a sostenere l'adozione della banda larga, anche nelle zone periferiche, e garantire l'accesso anche ai soggetti meno abbienti tramite specifici incentivi;

4) a favorire l'ammodernamento degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, digitalizzando la rete scolastica per colmare il digital divide;

5) a specificare che i processi di digitalizzazione dovranno essere attuati senza che ne derivino costi sociali;

6) a stanziare risorse specifiche per la realizzazione di reti veloci ed ultraveloci nelle aree montane relative ai piccoli Comuni, a fallimento di mercato o dove gli operatori privati non abbiano ancora avviato la costruzione di infrastrutture di rete, dando attuazione alla legge n. 158/2017 a contrasto del divario digitale;

7) a destinare investimenti alla digitalizzazione ed innovazione nelle attività agricole, con particolare riguardo per le aree montane e rurali;

8) a prevedere investimenti integrati coi Comuni montani per prevedere il recupero del patrimonio edilizio promuovendo la creazione di spazi di co-working ed alberghi diffusi secondo la metodologia delle Comunità verdi (cosiddette Green Communities) e dei Villaggi intelligenti (cosiddetti Smart villages);

9) a promuovere la riforma della giustizia tributaria con l'introduzione di sezioni specializzate e giudici professionisti, nell'ottica di un riequilibrio dei rapporti tra fisco e contribuente;

10) a operare la revisione di alcune disposizioni che creano un eccessivo sbilanciamento a favore dell'Amministrazione finanziaria nell'ambito del procedimento tributario, quali l'immediata esecutività degli accertamenti o la competenza dell'Agenzia delle entrate sulle istanze di reclamo-mediazione presentate dai contribuenti;

11) a promuovere una complessiva semplificazione e razionalizzazione della fisionomia normativa dell'attuale sistema, con l'obiettivo di pervenire a un unico codice tributario;

12) a implementare un'infrastruttura digitale che, anche alla luce dell'introduzione del superbonus 110 per cento e degli altri crediti d'imposta cedibili, compresi i crediti maturati dalle imprese per gli investimenti nel Mezzogiorno e per gli investimenti in beni strumentali, garantisca la certificazione dei crediti di imposta stessi e una loro ampia circolazione tra gli operatori come mezzi di pagamento di beni e servizi, anche al fine di immettere una grande capacità finanziaria nel sistema economico senza alimentare debito;

13) a promuovere la semplificazione della disciplina tributaria, secondo il principio della riduzione degli adempimenti - anche derivanti dalla revisione di singole imposte e del relativo apparato di accertamento - non più della parità e trasparenza tra fisco e contribuenti, con una ridefinizione complessiva della struttura del prelievo volta a ridurre complessivamente il peso su imprese e famiglie, come suggerito anche in sede europea, in grado di sostenere i fattori produttivi e incrementare la domanda interna;

14) a prevedere azioni specifiche per affrontare nel medio periodo la tematica della patrimonializzazione delle banche e delle imprese, considerate le previsioni di forte crescita dei crediti deteriorati in ragione del calo del Pil, operando anche in chiave europea per rivedere le regole del calendar provisioning e dell'attività creditizia;

15) a tutelare maggiormente rispetto alla proporzionalità delle regole europee l'attività delle banche territoriali, fondamentali per garantire la resilienza del tessuto economico;

16) ad avviare una riorganizzazione complessiva della struttura amministrativa nazionale delle politiche dell'innovazione, garantendo una struttura amministrativa autonoma e una dotazione finanziaria al Ministero dell'innovazione e della trasformazione digitale, anche attribuendo competenze già in capo ad altri Dicasteri;

17) a favorire la riforma dei processi parlamentari in materia di politiche innovative, garantendo l'istituzione della Commissione parlamentare per l'innovazione, con il compito di affrontare in maniera organica le tematiche relative alla promozione delle politiche nazionali, dell'Unione europea e internazionali concernenti l'uso di nuove tecnologie e, in particolare, di quelle dell'informazione e della comunicazione, necessarie a realizzare la modernizzazione del Paese, con riferimento, fra l'altro, all'economia, alle infrastrutture immateriali, alla pubblica amministrazione e all'inclusione digitale, nonché con compiti di indirizzo e di controllo sull'attuazione delle politiche stesse;

18) ad attivarsi per la sburocratizzazione dei processi autorizzativi per l'infrastrutturazione delle reti di telecomunicazione;

19) a promuovere l'istituzione dell'insegnamento, nelle scuole di ogni ordine e grado, di alfabetizzazione digitale e conoscenza dei rischi del web;

20) a introdurre dirigenti esperti di digitalizzazione nei contesti della pubblica amministrazione e formazione dei dipendenti sia di base che di medio livello;

21) a promuovere il cambiamento di alcune caratteristiche strutturali del sistema universitario italiano, al fine di aumentare il numero di laureati che si inseriscono nel mondo del lavoro, l'offerta formativa interdisciplinare e la competitività internazionale della ricerca italiana, riallineando la formazione con le necessità del mercato del lavoro;

22) a sostenere l'introduzione del libro digitale;

23) a digitalizzare e dematerializzare i servizi consolari all'estero, affinché i cittadini italiani possano beneficiare di un'amministrazione più snella e telematica, che sia vicina alle proprie esigenze di vita quotidiana; potenziare la rete e i servizi consolari all'estero, prevedendo idonee modifiche legislative per consentire agli stranieri che intendano proporre domanda di asilo o di protezione internazionale di rivolgersi direttamente alla rete consolare italiana per proporre tali domande in tutta sicurezza, affinché nessuno più sia costretto a rivolgersi ai trafficanti di esseri umani al fine di varcare illegalmente il confine italiano;

24) a inserire il progetto Operational Training Infrastructure (OTI) per la formazione e l'addestramento del personale delle Forze armate e la trasformazione digitale e cyber security della componente aerea della Difesa;

con riferimento alla componente 2, Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo (M1C2),

1) a favorire la realizzazione di accordi bilaterali e multilaterali che abbiano come destinazione il nostro Paese per la realizzazione di cavi sottomarini a fibra ottica per trasporto dati, quali fattori di progresso economico ed elemento chiave per la competitività della Nazione, nonché ad adoperarsi in ogni contesto per la realizzazione di un progetto nazionale che faccia tornare l'Italia protagonista sul piano tecnologico e industriale della nuova economia digitale globale;

2) a valutare l'inserimento dei seguenti interventi specifici nell'ambito degli interventi per il settore dell'editoria nazionale:

a) riduzione dei costi di produzione e distribuzione;

b) interventi per favorire l'innovazione e il ricambio generazionale;

c) sostegno alla rete di distribuzione;

d) sostegno alla domanda con un bonus annuale in favore dei cittadini over 65 e under 25 per la sottoscrizione di abbonamenti a quotidiani e periodici;

e) sostegno alla transizione al digitale. Sostenere i processi di trasformazione digitale con contributi sulle spese per la digitalizzazione, per la multimedialità, per la gestione delle piattaforme, per la formazione digitale, per il miglioramento dell'efficienza aziendale; interventi a favore della consegna a domicilio delle pubblicazioni, con un piano sinergico fra editori, distributori, operatori postali e edicolanti per la creazione di una rete logistica efficiente ed economicamente sostenibile;

f) informatizzazione delle edicole, con una "rete digitale" tra editori, distributori e punti vendita per l'offerta di servizi aggiuntivi al mercato e per l'implementazione dei servizi delle pubbliche amministrazioni;

g) investimenti nello sviluppo di sistemi e software di raccolta, elaborazione e analisi dati finalizzati alla personalizzazione dell'offerta editoriale disponibile all'utente tramite Internet su dispositivi connessi (investimenti su sistemi di raccomandazione di contenuti);

h) investimenti finalizzati alla realizzazione di sistemi analitici avanzati per la ottimizzazione della pianificazione editoriale e l'analisi delle performance editoriali delle offerte digitali;

i) investimenti finalizzati alla realizzazione di sistemi analitici avanzati per l'offerta di pubblicità profilata e personalizzata su tutti i dispositivi connessi;

j) investimenti finalizzati a coprire i costi di catalogazione (taggatura) di tutti i contenuti disponibili negli archivi delle aziende radio televisive per consentirne l'efficace ricerca, ri-editing e adattamento per i nuovi servizi digitali offerti sulle nuove reti IP fisse e mobili;

k) investimenti di adeguamento alle policy di tutela della privacy (GDPR e futura e-privacy) come da piani operativi e analisi di impatto stilati e costantemente aggiornati;

l) investimenti per coprire i costi di connettività e trasporto contenuti audiovisivi su rete IP, finalizzati alla erogazione tramite rete IP fissa e mobile di contenuti audiovisivi e di trasmissione e ricezione dati;

m) interventi a sostegno delle edicole nel processo di digitalizzazione e di adeguamento tecnologico finalizzato al miglioramento dell'efficienza e dell'organizzazione aziendale in termini di infrastrutturazione (accesso alla banda larga, acquisto apparecchiature tecnologiche hardware, lettore POS, registratore corrispettivi elettronico, lettore ottico, software gestionali, Cyber Security, display interattivi o display per la pubblicità editoriale o commerciale o per veicolare informazioni di pubblica utilità, Lockers, distributori automatici, impianti di videosorveglianza interni ed esterni eccetera) assicurando le condizioni tecniche e strutturali per avviare il processo di digitalizzazione;

n) interventi a sostegno delle edicole, anche istituendo un "voucher digitalizzazione" ovvero l'istituzione e/o il ripristino del credito di imposta in favore degli edicolanti per sostenere i costi per l'adeguamento tecnologico;

3) ad adottare iniziative per sostenere il ruolo strategico delle industrie culturali e a individuare le linee più promettenti di sviluppo nella gestione dati, inclusi quelli sui diritti d'autore, in linea con l'iniziativa europea sulla Copyright Infrastructure e con la EU Data Strategy;

4) a prevedere una maggiore partecipazione italiana al consorzio Gaia-X, nato per creare un'infrastruttura europea dei dati sostenendo la costituzione e lo sviluppo di un cloud federato UE, anche al fine di riportare l'informazione ed il dato all'interno dei confini nazionali;

5) a garantire lo sviluppo di un sistema di cloud computing italiano per favorire la realizzazione di data center nazionali opportunamente collegati da infrastrutture in fibra ottica così da rendere i dati in essi immagazzinati fruibili per i cittadini italiani;

con riferimento alla componente 3, Turismo e cultura 4.0 (M1C3),

1) a sostenere il settore culturale attraverso:

a) l'ampliamento degli interventi relativi alle innovazioni mirate ad accrescere la competitività delle imprese culturali sui mercati internazionali;

b) interventi volti a incentivare la domanda di cultura, tramite specifiche politiche come la detrazione ai fini fiscali dei consumi culturali individuali;

c) interventi a sostegno dello spettacolo dal vivo;

d) la riforma del sistema di finanziamento pubblico dello spettacolo dal vivo, come già richiesto dalla Commissione europea;

e) istituzione di un fondo temporaneo, per gli anni 2021 e 2022, finalizzato al sostegno di progetti culturali delle imprese di produzione e alla diffusione e promozione dei derivanti spettacoli, nei teatri privati che non risultino destinatari dei contributi a valere sul FUS. La proposta intenderebbe prevedere un ruolo attivo da parte dello Stato, nel rispetto della normativa emergenziale inerente gli aiuti di stato, in qualità di propulsore del teatro italiano, supportando direttamente le compagnie nella distribuzione e diffusione culturale e, allo stesso tempo, i teatri privati nella messa in scena di spettacoli e relative repliche;

f) l'istituzione di un Fondo finalizzato alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale, anche in favore delle dimore storiche;

g) l'introduzione di incentivi fiscali introdotti dall'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (decreto Rilancio), in materia di efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici, anche agli immobili soggetti a vincolo storico architettonico ai sensi del D.Lgs 42/04 appartenenti alle categorie catastali A/1, A/8 nonché alle unità immobiliari non aperte al pubblico appartenenti alla categoria catastale A/9;

con riferimento alla Missione 2,

1) a definire puntualmente un'ambiziosa strategia nazionale per le aree urbane, incentrata sui princìpi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, di rigenerazione urbana, di progetti di trasformazione ad alta sostenibilità ambientale ed energetica e superamento dei divari tra centro e periferie;

2) a sistematizzare in un testo unico e rendere strutturali tutti gli incentivi fiscali previsti a legislazione vigente e orientati all'efficientamento energetico, dal superbonus 110 per cento al bonus verde, sino alla possibilità della cessione de credito per gli interventi di ristrutturazione edilizia;

3) in merito al superbonus 110 per cento, a snellire le procedure autorizzative, in modo tale da fornire alle imprese e ai cittadini un quadro economico giuridico lineare e trasparente;

4) a potenziare i programmi di riconversione industriale, non solo nell'ambito del siderurgico, ma anche nei settori del petrolchimico, dei minerali non metallici o della meccanica, settori che svolgono un ruolo fondamentale nel processo di decarbonizzazione del Paese;

5) a dedicare risorse specifiche a programmi che abbiano per obiettivo il miglioramento della qualità dell'aria, considerate le numerose procedure di infrazione aperte contro l'Italia;

6) in merito al ciclo dei rifiuti e al Piano d'azione sull'economia circolare, a superare le carenze infrastrutturali che investono ampie aree del Paese, e a incentivare la durabilità, la riutilizzabilità, la riparabilità dei prodotti, nonché incentivare il contenuto riciclato nei prodotti;

7) ad agevolare progetti che integrano pratiche dell'economia circolare con le migliori tecniche disponibili, che incentivano la riduzione dell'uso di determinate sostanze pericolose nei processi industriali al fine di ridurre, in ottica preventiva, la pericolosità dei rifiuti;

8) a valutare la concessione di agevolazioni fiscali e contributi, anche sotto forma di credito d'imposta, per i soggetti che acquistano, per poter utilizzare direttamente nei propri cicli di produzione o consumo, semilavorati o prodotti finiti derivanti da processi di riciclo o prodotti costruiti per il riutilizzo; in particolare, prevedere ulteriore rimodulazioni al ribasso degli eco contributi, per quei prodotti che riescono a garantire particolari performance di sostenibilità in termini di riciclabilità, riutilizzabilità e durevolezza;

9) a sviluppare una forte strategia nazionale che preveda incentivi al riuso delle materie prime seconde derivanti dal trattamento degli pneumatici fuori uso, prevedendo la capillarizzazione di impianti di devulcanizzazione, a basso impatto ambientale, secondo i più elevati standard tecnologici attualmente disponibili;

10) al fine di garantire la massima tutela dei nostri mari, a prevedere risorse anche per garantire la tutela degli habitat e della biodiversità marine, nonché il benessere delle comunità costiere, per il sostegno dello sviluppo di biotecnologie blu e lo sviluppo delle energie rinnovabili dal mare, ponendo grande attenzione ad una loro pianificazione nazionale selettiva e organica, adottando una semplificazione normativa e procedurale per la raccolta dei rifiuti in mare e garantire il loro conferimento negli impianti di raccolta da realizzare nelle aree portuali;

11) a semplificare le procedure amministrative ed incentivare la realizzazione di impianti eolici offshore e solari a terra in aree dismesse o da bonificare, in modo tale da creare migliaia di MW di nuovi impianti, da diffondere capillarmente sul territorio nazionale, da integrare con sistemi di accumulo e impianti per la produzione di idrogeno rinnovabile;

12) a incentivare, attraverso risorse specifiche, la produzione di energia attraverso la geotermia a bassa entalpia, che permette di realizzare impianti di climatizzazione di ambienti residenziali ed industriali con pompe di calore geotermiche, attraverso meccanismi ecocompatibili;

13) a sostenere, nella fase di cambiamento sostanziale del paradigma energetico italiano, la produzione di energia da mini impianti idroelettrici, di dimensioni inferiori a 1 MW, che possono essere utilizzati per piccole strutture ed hanno il vantaggio di avere un impatto ambientale e paesaggistico ridotto;

14) a completare rapidamente la Carta geologica e geotematica d'Italia (CARG), in quanto supporto fondamentale per la pianificazione territoriale e per l'azione di contrasto al dissesto idrogeologico;

15) in tema di tutela degli habitat e delle biodiversità, a pianificare, almeno all'interno delle aree protette, piani d'azione e monitoraggio per le specie animali e vegetali a rischio estinzione; favorire la gestione forestale sostenibile, migliorare la capacità di assorbimento della CO2 delle superfici e dei suoli forestali; aumentare la resilienza delle foreste e degli habitat marini ai cambiamenti climatici;

16) a incentivare l'innovazione tecnologica degli impianti di selezione e valorizzazione dell'alluminio da raccolta differenziata per il miglioramento quantitativo e qualitativo delle attività di riciclo;

17) a prevedere appositi interventi che valorizzino, oltre all'idrogeno verde prodotto a partire dalle fonti rinnovabili, le potenzialità sia dell'idrogeno blu che del biometano, il quale, in presenza di una impiantistica adeguata, può essere prodotto a partire dagli scarti di numerosi processi produttivi;

18) a favorire la trasformazione delle stazioni di servizio in poli multiservizi, in grado di promuovere la diffusione di soluzioni per la mobilità a basso impatto ambientale e di garantire una rapida diffusione delle infrastrutture di ricarica, attraverso un'effettiva liberalizzazione del mercato delle ricariche;

19) ad attuare un ripensamento della fiscalità energetica, mediante un processo di defiscalizzazione dei carburanti a basso impatto ambientale;

20) a inserire tra le linee di intervento previste la necessità di una transizione ecologica del settore della moda, ad oggi il secondo settore più inquinante al mondo dopo quello petrolifero, al fine di consentire all'artigianato "made in Italy", ineguagliabile e riconosciuto a livello mondiale, di confrontarsi con una realtà in rapida trasformazione, mantenendo un alto grado di competitività rispetto alle produzioni estere;

con riferimento alla componente 1, Agricoltura sostenibile ed economia circolare (M2C1),

1) a inserire un progetto in materia di "Piano nazionale di vuoto a rendere", per il recupero e la valorizzazione dei rifiuti;

2) nell'ambito della prima linea d'azione "Agricoltura sostenibile":

a) a prevedere una riforma della ricomposizione fondiaria finalizzata al miglioramento delle superfici agricole ed alla ricomposizione delle particelle catastali, con particolare riguardo per le aree montane e rurali;

b) ad adottare interventi per la promozione e la delle produzioni tipiche del territorio nelle mense scolastiche per promuovere un'alimentazione a chilometro zero;

c) a istituire certificazioni di alto valore ambientale delle produzioni agroalimentari, che certifichino il basso impatto in termini di consumi ed inquinamento da parte dei produttori. In seconda battuta è altresì necessario accompagnare l'introduzione di queste certificazioni, con l'introduzione di una combinazione tra credito d'imposta al 40 per cento e contributi a fondo perduto per sostenere i costi affrontati dalle aziende agroalimentari nel processo di transizione verso questo tipo di produzione;

d) a promuovere iniziative di investimento nella forma di contributi a fondo perduto e credito d'imposta per sostenere la nascita di produzioni biologiche nel rispetto della sostenibilità economica delle imprese;

con riferimento alla componente 2, Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile (M2C3),

1) a destinare maggiori risorse per la realizzazione di comunità energetiche nelle aree montane e rurali, con attenzione alla costruzione o riconversione di impianti energetici esistenti in impianti idroelettrici a "pompaggio";

con riferimento alla componente 3, Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici (M2C3),

a) a inserire tra le linee d'intervento la decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento;

b) a promuovere la valorizzazione del territorio attraverso una puntuale riqualificazione non solo urbana, ma anche delle aree periferiche o soggette a degrado, prevedendo adeguati finanziamenti per la realizzazione di una rete di videosorveglianza urbana, a tutela della sicurezza dei cittadini;

con riferimento alla componente 4, Tutela del Territorio e della risorsa idrica (M2C4),

1) ad approvare e attuare un Piano organico di iniziative a contrasto del dissesto idrogeologico;

2) ad agire in termini di prevenzione sismica e di tutela delle coste e degli arenili;

3) ad adottare iniziative per la riduzione delle perdite degli acquedotti, dando priorità alla rete di distribuzione cittadina, per contenere gli sprechi e diminuire i volumi d'acqua prelevati all'origine;

4) a completare la rete fognaria, realizzando interventi volti alla separazione delle acque reflue civili da quelle industriali e di prima pioggia; al contempo, riqualificare gli impianti di depurazione esistenti, spesso inefficienti e sottodimensionati, e costruire gli impianti nuovi per porre fine alla cronica emergenza depurativa nel nostro Paese;

5) a promuovere una vasta attività di rimboschimento nazionale per ridurre l'impatto della CO2 e delle emissioni, anche attraverso il rinnovamento del patrimonio forestale;

6) a promuovere la creazione di un modello di gestione integrata delle aree agro-forestali incentrato sul ruolo dei Comuni montani;

con riferimento alla Missione 3,

1) ad assumere iniziative per il potenziamento e l'ammodernamento delle strutture portuali, ma anche la realizzazione di nuovi porti turistici, qualora già progettati;

2) a realizzare la manutenzione, ma anche l'ammodernamento stradale e la costruzione di nuove reti viarie, qualora già progettate;

3) a promuovere l'efficientamento del sistema portuale ed aeroportuale, anche in termini di collegamento delle isole con la terraferma, e di una rete ferroviaria AV/AC (alta velocità-alta capacità) moderna;

4) ad attuare interventi di edilizia scolastica finalizzata a interventi di ammodernamento e messa in sicurezza delle scuole del Mezzogiorno;

5) a investire in infrastrutture tecnologiche in termini di banda larga affinché il Mezzogiorno torni ad essere competitivo e attrattivo per le aziende;

6) a prevedere un intervento specifico per la sostenibilità ambientale del trasporto pubblico su gomma e del trasporto pubblico non di linea (taxi, NCC);

alla Missione 4,

con riferimento alla componente 1, Potenziamento delle competenze e diritto allo studio (M4C1),

1) ad assumere iniziative per potenziare le competenze di base nella scuola secondaria di I e II grado, con interventi capaci di ridurre il tasso di abbandono scolastico e favorire l'inclusione delle fasce più emarginate, si preveda l'introduzione della figura dello psicologo scolastico, anche ai fini del contrasto all'esclusione sociale dell'infanzia e dell'adolescenza, alla valorizzazione del potenziale di bambini/e e ragazzi/e e favorire politiche di inclusività, collaborando a interventi finalizzati al recupero della povertà educativa e al contrasto alla dispersione scolastica;

2) a valorizzare la funzione svolta dalla medicina scolastica, per tornare a garantire capillarmente la gestione dell'igiene pubblica e le attività di prevenzione e la salute degli alunni;

3) a integrare il Piano asili nido specificando l'obiettivo di raggiungere il 60 per cento di posti nido entro il 2030;

4) a includere nelle politiche a favore del diritto allo studio del sostegno all'acquisto di libri e contenuti digitali per l'apprendimento nei percorsi scolastici e universitari;

e) ad attuare misure volte alla riduzione del numero di alunni per classe, ridimensionamento dei parametri numerici delle istituzioni scolastiche;

f) a promuovere il reclutamento attraverso la stabilizzazione di tutti i docenti, prioritariamente quelli con 36 mesi di servizio e successivamente gli altri, prevedendo procedure periodiche snelle;

g) a potenziare il sistema di formazione in servizio;

h) a potenziare l'insegnamento STEM inserendo oltre alle discipline tecnico-scientifiche anche lo studio della lingua italiana ed altre materie a indirizzo umanistico;

i) a rivedere tasse universitarie e facilitazioni per gli studenti meritevoli per evitare abbandoni e il calo delle immatricolazioni;

j) a reintrodurre la figura del ricercatore a tempo indeterminato per rendere più attrattivo l'ingresso dei giovani nel mondo accademico;

con riferimento alla componente 2, Dalla ricerca all'impresa (M4C2),

1) a prevedere investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo delle macchine agricole, coinvolgendo università, istituti scolastici ed enti di ricerca comunque denominati ed imprese e privilegiando i progetti a maggior valore ambientale;

alla Missione 5,

con riferimento alla componente 1, Politiche per il lavoro (M5C1),

1) a reintrodurre lo strumento del voucher in agricoltura;

2) a individuare i settori produttivi di interesse nazionale, soprattutto quelli legati alla produzione di materiali per affrontare la crisi pandemica, da sostenere mediante apposite politiche di rilocalizzazione, al fine di aumentare l'occupazione nazionale e mediante il reimpiego dei percettori di sussidi alla disoccupazione e favorire l'autosufficienza produttiva in specifici settori;

3) a promuovere l'uguaglianza di genere con riferimento alla presenza numerica di lavoratrici donne, retribuzione e progressione di carriera;

4) a sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, favorendo la conciliazione tra le esigenze produttive aziendali e la responsabilità sociale svolta dalla donna nella gestione della famiglia;

5) a garantire in modo strutturale l'accesso al lavoro agile per le prestazioni che per la loro natura possono essere svolte mediante tale forma di organizzazione del lavoro, in particolare in presenza di figli minori nel nucleo familiare;

con riferimento alla componente 2, Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore (M5C2),

1) a implementare l'assegno unico e universale per i figli a carico, al fine di sostenere la genitorialità e la natalità, favorire la conciliazione tra attività lavorativa e vita privata, con particolare attenzione alle fasce sociali più a rischio di esclusione in ragione della presenza di situazioni di fragilità;

2) a supportare con specifici impegni finanziari iniziative dirette a contrastare la crisi demografica ormai presente, con l'obiettivo di portare il tasso di fecondità nazionale (1,29 figli per donna) al livello della media dell'Unione europea (1,56), attraverso un piano organico di sostegno alla natalità e alle famiglie, in particolare alle famiglie numerose, introducendo nel sistema fiscale il concetto di "quoziente familiare", elevando parallelamente le tutele per entrambi i genitori lavoratori;

3) con specifico riferimento al settore dello sport, a promuovere la digitalizzazione degli impianti sportivi, messa in sicurezza e cablaggio; la creazione di meccanismi di agevolazione del credito bancario per le società e le associazioni sportive; la rigenerazione degli impianti sportivi esistenti; la creazione di startup sportive, con impatto sociale; forme di incentivo dello sport nelle scuole, anche innovando le palestre scolastiche;

4) a prevedere, nell'ambito delle riforme da realizzare in relazione al progetto "Servizi socio assistenziali, disabilità e marginalità", i seguenti interventi di riforma: riforma e semplificazione del sistema di valutazione della condizione di disabilità, incentrandola sulla persona e sull'interazione con fattori ambientali, e sociali; il recepimento della Direttiva UE 2019/88 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 aprile 2019 (Accessibility Act) sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi; la realizzazione del codice unico per le disabilità; la definizione dei livelli sociali essenziali delle persone non autosufficienti, anche dal punto di vita intellettivo relazionale, che rappresenta lo strumento necessario per garantirne la presa in carico;

5) a introdurre un progetto volto ad attuare la linea di intervento sulla disabilità in tema di accessibilità, in particolare con riferimento agli spazi costruiti (edifici, viabilità, trasporti e altre strutture interne ed esterne), secondo i principi della progettazione universale e la rapida adozione da parte di tutti i Comuni italiani, secondo criteri omogenei su tutto il territorio nazionale, dei Piani di eliminazione delle barriere architettoniche di cui all'articolo 32, comma 21, della legge n. 41 del 1986;

6) a favorire esperienze di piena cittadinanza delle persone con disabilità, attraverso interventi di digitalizzazione volti a favorire la piena partecipazione democratica, nonché assicurando il benessere fisico e psicologico attraverso il rafforzamento delle esperienze di sport inclusivo, anche attraverso l'abbattimento delle barriere architettoniche e culturali e l'accessibilità degli impianti sportivi pubblici;

7) a prevedere un maggior investimento sul potenziale delle persone con disabilità come membri attivi della società a vantaggio dello sviluppo sostenibile del paese non solo con forme e modalità di sostegno personalizzato ma anche attraverso una concreta e reale applicazione della legge n. 68 del 1999 al fine di consentire un accesso più equo al mondo del lavoro delle persone con disabilità, e in particolare delle donne, indipendentemente dalla tipologia di disabilità; tale obiettivo dovrebbe concretizzarsi, in primis, in una linea di finanziamento dedicata allo sviluppo di percorsi personalizzati di accompagnamento al lavoro di persone disabili;

8) con riferimento alla parte relativa ai programmi di housing temporaneo, a precisare che alla realizzazione dei programmi partecipano gli enti del Terzo settore, istituzioni e articolazioni della pubblica amministrazione, anche attraverso la rete di protezione sociale;

9) in relazione al progetto "Rigenerazione urbana e housing sociale", ad assicurare interventi di supporto delle persone vulnerabili e delle famiglie in difficoltà, attraverso l'azione di équipe multidisciplinari, comprensive di una adeguata assistenza psicologica;

10) a implementare la rete dei Consultori familiari per rafforzare l'assistenza, anche psicologica, così come prevista nei LEA, la tutela e diritti della donna, anche con disabilità, la tutela della salute riproduttiva e sessuale, il sostegno della procreazione libera e consapevole nonché l'educazione alla genitorialità responsabile, avendo riguardo anche alle esigenze specifiche delle donne con disabilità;

11) a investire in progetti di cohousing per giovani con occupazioni non stabili, per incentivare l'autonomia economica e abitativa dalla famiglia di origine e per sostenere le coppie con uno o più figli o monogenitoriali a rischio di disagio abitativo;

12) a rafforzare la "Casa come primo luogo di cura. Assistenza domiciliare (ADI)", attraverso le prestazioni professionali del personale sanitario e socio-sanitario nei confronti dei pazienti, oltre che mediante il potenziamento dei supporti tecnologici e digitali, come richiesto dai LEA; occorre integrare gli interventi di natura sanitaria e assistenziale, riconoscendo l'esigenza delle reti informali di supporto e prevedendo sia la presenza di operatori che siano un punto di riferimento certo nel tempo per i soggetti coinvolti sia azioni di affiancamento e sostegno dedicate a caregiver familiari e badanti;

13) a promuovere, all'interno dei Centri per l'impiego, la costituzione di una rete di contatti, con le imprese, le società, i consorzi, le cooperative, gli studi associati, gli studi professionali, le fondazioni e le associazioni - e svolgere, in particolare, attività di ricerca e di selezione di personale provvedendo a trasmettere periodicamente ai soggetti costituenti la rete i profili professionali del personale selezionato ritenuto idoneo allo svolgimento delle attività richieste;

con riferimento alla componente 3, Interventi speciali di coesione territoriale (M5C3),

1) con riferimento ai 4 miliardi di euro destinati alla fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud, a dare immediato avvio alle zone economiche speciali, ad oggi attivate solo per Campania e Calabria;

2) a valutare la possibilità di inserire investimenti volti al potenziamento dei collegamenti interni soprattutto nelle aree rurali e in quelle delle zone terremotate e investimenti e di rivedere il sistema di calcolo degli Indici sui servizi;

3) a prevedere l'istituzione di zone franche montane a regime burocratico e fiscale agevolato per favorire il ripopolamento delle Alte terre e la presenza di attività produttive nei territori montani;

4) a prevedere l'istituzione di una agenda rurale mediante potenziamento della Strategia nazionale per le aree interne, includendo incentivi alla nascita di luoghi di socialità ed aggregazione nei Comuni situati nelle Alte terre ed appositi contratti di investimento nella per la nascita di attività sostenibili ed avanzate nelle aree interne;

5) ad adottare misure volte a ridurre le disparità tra aree montane e rurali ed aree centrali ed investimenti tra le stesse, in particolar modo per il ruolo ricoperto da tali aree nel mantenimento dell'equilibrio dell'ecosistema e nella tutela del patrimonio paesaggistico nazionale;

alla Missione 6,

con riferimento alla componente 1, Assistenza di prossimità e telemedicina (M6C1),

1) per quanto concerne il progetto "Casa della Comunità e presa in carico delle persone", ad assicurare uniformità sull'intero territorio nazionale attraverso l'adozione di precisi standard minimi;

2) a ripensare il percorso formativo dei medici di medicina generale e il loro ruolo, insieme ai pediatri di libera scelta all'interno della medicina territoriale favorendo la medicina di iniziativa e l'offerta di servizi diagnostici in sede o a domicilio, lavorando in team multidisciplinari, come le UCCP (unità complesse di cure primarie), anche con strumenti di teleassistenza, così come le AFT (aggregazioni funzionali territoriali); ripensare, altresì, il percorso formativo degli infermieri e il loro ruolo, favorendo l'infermieristica di famiglia e comunità, nonché l'apporto di competenze specialistiche nei team multidisciplinari, case della salute, ospedali di comunità e assistenza domiciliare;

3) a dare piena applicazione alla legge n. 38 del 2010 sulle cure palliative e la terapia del dolore, potenziando a tal fine le cure palliative domiciliari;

4) ad effettuare una revisione del sistema di riorganizzazione della rete territoriale nazionale di cui al decreto ministeriale n. 70 del 2015, anche prevedendo l'offerta di prestazioni e posti letto per la riabilitazione, con particolare attenzione al monitoraggio e agli esiti da Covid-19;

4) a incentivare la telemedicina soprattutto nelle aree rurali;

5) ad aggiornare il cosiddetto "decreto tariffe" e il nomenclatore tariffario delle prestazioni sanitarie protesiche;

6) a introdurre, in maniera trasversale, per assicurare l'integrazione sociosanitaria lo strumento del budget di salute, inteso non come redistribuzione delle risorse esistenti, ma come individuazione e destinazione di fondi idonei a rispondere al progetto redatto;

7) a potenziare i servizi di salute mentale per adulti, di neuropsichiatria infantile e i servizi per le dipendenze patologiche;

8) a riformare il servizio di emergenza territoriale 118, in modo da superare la disomogeneità territoriale concernente le qualifiche professionali e la dotazione organica del personale;

9) con riferimento alla linea progettuale "Salute ambiente e clima. Sanità pubblica ecologica", a colmare la lacuna costituita dall'assenza di un riferimento esplicito alla sanità pubblica veterinaria;

10) rafforzare la rete di sorveglianza per un sistema sanitario nazionale ed europeo più resiliente soprattutto rispetto alle malattie infettive, con il potenziamento dei dipartimenti di prevenzione, e alla problematica legata all'antimicrobico resistenza, dando spazio ai reparti di microbiologia, ospedalieri e non, al fine di introdurre programmi di screening attivo con tecnologie diagnostiche rapide; rafforzare il sistema di prevenzione, anche mediante la realizzazione di campagne di sensibilizzazione in materia di sane abitudini, con un focus specifico sulla prevenzione secondaria e terziaria;

con riferimento alla componente 2, Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell'assistenza sanitaria (M6C2),

di rafforzare gli investimenti nella ricerca di base, attraverso la previsione di bandi specifici per la ricerca in terapie innovative e nel "trasferimento tecnologico";

1) a promuovere la creazione di un hub nazionale di eccellenza sulla Digital Health;

2) a investire nel capitale umano attraverso lo sviluppo e il riconoscimento delle competenze dei professionisti sanitari, secondo un'impostazione funzionale, coinvolgendo proattivamente tutti i soggetti concretamente coinvolti nelle attività socio-sanitarie;

3) a potenziare la ricerca sanitaria;

4) a promuovere la creazione di un'Agenzia nazionale per la ricerca e l'innovazione nelle scienze della vita e lo One Stop Shop, quale sportello unico a cui fare riferimento per ogni tipo di investimento nel settore;

5) a stanziare risorse per l'incremento dei contratti di formazione specialistica dei medici;

6) a implementare l'offerta di corsi di formazione del personale sanitario non medico;

7) con riferimento alla riforma degli IRCCS, a prevederne una più equilibrata distribuzione geografica nel Paese, e a favorire l'istituzione di un numero maggiore di IRCCS con personalità giuridica di diritto pubblico;

8) a ripristinare e potenziare tutti gli Istituti di ricerca in materia di malattie infettive.
(6-00183)
Calandrini, Rauti, Balboni, Barbaro, de Bertoldi, De Carlo, Drago, Garnero Santanchè, Iannone, La Pietra, La Russa, Maffoni, Nastri, Petrenga, Ruspandini, Totaro, Urso, Zaffini.