• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02389 CORRADO, GRANATO, ANGRISANI, LANNUTTI - Ai Ministri della transizione ecologica e della cultura. - Premesso che a quanto risulta agli interroganti: la società Gesia S.p.A., con sede a...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02389 presentata da MARGHERITA CORRADO
giovedì 1 aprile 2021, seduta n.310

CORRADO, GRANATO, ANGRISANI, LANNUTTI - Ai Ministri della transizione ecologica e della cultura. - Premesso che a quanto risulta agli interroganti:

la società Gesia S.p.A., con sede a Pastorano (Caserta), coinvolta in diverse indagini per reati in materia di smaltimento e trattamento dei rifiuti e turbativa d'asta in vari comuni del Casertano, da giugno 2014 persegue l'obiettivo di realizzare un "impianto industriale per il trattamento di rifiuti pericolosi e non" in località Santa Croce del Comune di Teano, in un fondo di sua proprietà ove insiste un opificio dismesso, che fu costruito negli anni '60 del secolo scorso, con una concessione edilizia in deroga, per la produzione di mobili da cucina e poi riconvertito per la produzione di materiali per l'isolamento termoacustico tramite l'impiego della lana di roccia; attualmente la costruzione giace abbandonata con tutto il suo materiale altamente inquinante, mai bonificata;

l'area dell'impianto di Gesia, sita a brevissima distanza dall'abitato di Teano e adiacente alle stazioni di servizio autostradale Teano Est e Teano Ovest, tra le più grandi poste sulla Roma-Napoli, è classificata dagli strumenti urbanistici come zona agricola. Tutta la località Santa Croce è infatti specializzata in colture pregiate (prevalentemente frutteti e noccioleti), con prodotti apprezzati sul mercato nazionale;

detta area riveste un ruolo strategico per il Comune anche su altre basi: per la sua particolare collocazione geografica, cerniera con i comuni limitrofi di Riardo, Calvi Risorta, Sparanise e Vairano Patenora, per le qualità paesaggistiche e anche per l'elevato interesse archeologico, testimoniato dalle ripetute scoperte di resti antichi in tutta la zona, attestate già da fine Settecento;

parte dell'agro di Teano, inoltre, è inserito nel Parco regionale di Roccamonfina, costituendone il naturale accesso per chi giunge da Caserta e da Napoli, e il territorio adiacente a Santa Croce ospita i pozzi di raccolta della Ferrarelle, regolata a mezzo di una concessione nazionale decennale;

ancora, una fitta rete di case coloniche si concentra in tutta l'area;

considerato che:

la comunità locale, costituitasi in un comitato permanente di lotta denominato "No Imp", sostenuto anche da Coldiretti, Cia, Camera di Commercio di Caserta, Comune di Teano e limitrofi, dal presidente della Provincia di Caserta, dal vescovo della Diocesi di Teano e Calvi, da associazioni locali e nazionali (compresa "Italia Nostra"), nutre il fondato timore che la realizzazione di un impianto per il trattamento di rifiuti, dato il suo impatto potenzialmente inquinante per l'ambiente e nocivo alla salute, arrecherebbe danni gravissimi allo sviluppo sostenibile di Teano e di una parte considerevole dell'alto Casertano. L'impianto, peraltro, cadrebbe a ridosso del limite dell'area archeologica di Teanum Sidicinum, tra i massimi centri urbani della Campania antica, destinata secondo il Piano urbanistico comunale (PUC) a parco archeologico, pregiudicandone la conservazione e la fruizione;

come già riferito, inoltre, fa specie l'idea stessa che tale progetto possa essere destinato ad un'area che non è classificata zona industriale, e perciò risulta priva di qualunque infrastruttura o sottoservizio, né ricade nella zona industriale ASI, per la mancata conclusione del procedimento di attuazione di tale piano, irrimediabilmente scaduto per decorso decennale;

la Regione Campania, del resto, nello stilare l'elenco delle aree ricomprese nel PRGRS (Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali), non fa alcuna menzione dell'area in oggetto che, quindi, non viene ricompresa tra quelle interessate da tale programmazione. L'eventuale rilascio dell'autorizzazione, ad istanza della Gesia S.p.A., porrebbe la Regione in contrasto con le norme di programmazione adottate;

al contrario, l'evidente pregio ambientale della zona è stato recepito dalla pianificazione territoriale regionale e provinciale, che attraverso il Piano territoriale regionale (PTR) e il Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) consolidano, su Teano, l'interesse naturalistico e la vocazione agricola, mentre la legge regionale n. 14 del 2016 ha introdotto il divieto di localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti nelle aree individuate dal PTR Campania come sistemi territoriali di sviluppo dominanti a matrice naturalistica (zone A);

l'importanza agricola della località Santa Croce non solo è indicata nel vecchio Programma di fabbricazione del Comune di Teano, ma è stata recepita anche dal PUC, adottato con delibera di Giunta n. 85 del 24 luglio 2020, che ha confermato la vocazione agricola del fondo di proprietà della Gesia, prevedendo espressamente l'impossibilità di realizzare in tale zona discariche e impianti per il trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi;

valutato che:

la progettazione presentata dalla società Gesia violerebbe sotto vari aspetti la normativa in materia ambientale, in primis, la Valutazione di impatto ambientale (VIA), posta a presupposto dell'autorizzazione unica dell'impianto rifiuti in oggetto, autorizzata il 2 febbraio 2016 e recentemente prorogata di altri 5 anni, infrangerebbe gli obblighi di informazione, trasparenza e pubblicità. È mancata totalmente la partecipazione della comunità interessata alla procedura di VIA, priva della valutazione delle opzioni alternative progettuali in termini di impatto ambientale, tra cui anche l'opzione zero, cioè la non effettuazione dell'intervento; manca la valutazione delle conseguenze sulle realtà rurali e sulle attività antropiche già insediate nell'area; manca una valutazione reale dell'impatto ambientale derivante dalla realizzazione delle strade a servizio del futuro insediamento industriale; altererebbe i dati circa la distanza dal centro urbano e dai più vicini siti residenziali;

appare, inoltre, strumentale e fuorviante, da parte della Gesia S.p.A., prendere a presupposto la certificazione di destinazione urbanistica, rilasciata dal Comune di Teano in data 26 luglio 2013 (atto valido un anno e dunque scaduto alla data della richiesta di assoggettabilità a VIA, avanzata ad ottobre 2014), la quale accerterebbe che:"…l'area ricade in zona agricola" (…) "e rientra nel Piano per le A.S.I. del Consorzio di Caserta - Agglomerato n.20 denominato Teano - Maiorisi approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 29 del 27/08/2008". Il Piano ASI citato, però, non è vigente in quanto l'iter approvativo non è mai stato concluso, così come ribadito dallo stesso Consorzio ASI in tutte le Conferenze di servizi in cui è stato coinvolto;

è da precisare, altresì, che le conferenze di servizi sono state reiterate ben oltre i limiti consentiti dalle normative vigenti: alla prima ne sono infatti seguite altre 8 (tra sospensioni, rinvii, riconvocazioni) e la prossima è prevista per il 14 aprile 2021. La società è stata invitata a rimodulare ben 11 volte il progetto iniziale, soprattutto a causa dell'ingente quantitativo di rifiuti che intende trattare. La VIA, approvata nel 2016, nonostante le criticità esposte, è stata inspiegabilmente prorogata per altri 5 anni sul presupposto erroneo che "i lavori (…) sono stati sospesi per cause non imputabili alla ditta",

si chiede di sapere:

se il Ministro della transizione ecologica non intenda disporre una immediata verifica della compatibilità dell'impianto Gesia con le caratteristiche naturali e agricole dei luoghi, nonché, contestualmente, sollecitare la Regione Campania ad intraprendere le azioni opportune per evitare da un lato la distruzione di un'area di grande valenza agricola e ambientale e dall'altro esporre migliaia di cittadini ad un rischio severo per la salute;

se il Ministro della cultura non ritenga di adoperarsi, per quanto è nelle sue possibilità, affinché l'ufficio di tutela territorialmente competente, che è la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio di Benevento e Caserta, avvii la procedura di assoggettamento a vincolo ex art. 142, comma 1, lettera m) del Codice dei beni culturali e del paesaggio (di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004) sulla località Santa Croce.

(3-02389)