• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02378 LOMUTI, LANZI, CROATTI, PAVANELLI, ROMAGNOLI, ANASTASI, EVANGELISTA, PELLEGRINI Marco, PIRRO, SANTILLO, GUIDOLIN, RUSSO, PESCO, TONINELLI, GALLICCHIO, NATURALE, MARINELLO, VACCARO, LOREFICE,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02378 presentata da ARNALDO LOMUTI
martedì 30 marzo 2021, seduta n.308

LOMUTI, LANZI, CROATTI, PAVANELLI, ROMAGNOLI, ANASTASI, EVANGELISTA, PELLEGRINI Marco, PIRRO, SANTILLO, GUIDOLIN, RUSSO, PESCO, TONINELLI, GALLICCHIO, NATURALE, MARINELLO, VACCARO, LOREFICE, AUDDINO, D'ANGELO, NOCERINO, TRENTACOSTE - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:

in questi giorni sta destando preoccupazione il futuro della produzione dello stabilimento automobilistico Stellantis di Melfi (Potenza) e di conseguenza di quello lavorativo di migliaia di operai ex FCA e di quelli appartenenti al suo indotto;

lo stato di tensione deriva dall'incertezza delle prospettive produttive dello stabilimento, a causa dell'abbassamento della produzione, che ha comportato una proroga della cassa integrazione fino al 2 maggio 2021, con rientro in fabbrica previsto per il giorno 3;

quindi, una proroga di 3 settimane, che, sommate alle precedenti, fanno complessivamente 17 settimane di ammortizzatori sociali per tutti gli operai della struttura;

uno scenario di cassa integrazione permanente, allarmante e paradossale, se si pensa che fino a qualche mese fa si intendeva concretizzare l'idea di un terzo turno, impegnandovi ulteriori mille unità lavorative;

le ricadute di una crisi aziendale interesserebbero anche il settore dell'indotto, a partire dalla fornitura delle componenti automobilistiche;

nello stabilimento di Melfi, attualmente, lavorano più di 7.000 persone, e si producono, su due linee, le Jeep (modelli Compass e Renegade) e la 500 X;

il timore è che si tratti di un preludio ad un ridimensionamento strategico dello stabilimento Stellantis di Melfi, nonostante le rassicurazioni aziendali avvenute nelle diverse riunioni sindacali di questi giorni, che non hanno fugato i timori dei lavoratori;

considerato che:

il già programmato terzo turno, che avrebbe interessato la produzione dell'ibrido, non è mai partito;

il sostegno della transizione verso mezzi di trasporto non inquinanti e le filiere produttive è uno dei punti più importanti all'interno delle 6 missioni su cui si fonda il Piano nazionale di ripresa e resilienza: la rivoluzione verde e della transizione ecologica, sulla quale è previsto un investimento di circa 70 miliardi di euro;

la situazione occupazionale della regione Basilicata è delle più negative del mezzogiorno d'Italia e ad oggi le prospettive, purtroppo, appaiono tutt'altro che rosee per il futuro;

in particolare, dall'ultimo rapporto della IRES-CGIL, pubblicato di recente, emerge una fotografia devastante del quadro socio-economico della Basilicata che vede: una economia a pezzi; molte imprese fallite; disoccupazione in aumento; crisi demografica; PIL regionale in calo del 12,6 per cento; fallimenti cresciuti del 133 per cento e delle liquidazioni di imprese del 14,7 per cento;

alle dette criticità si aggiungono 2.000 imprese lucane con vertenze aperte, per oltre 15.000 addetti coinvolti e, di questi, pare che soltanto il 50 per cento abbia possibilità di soluzione favorevole in termini di continuità aziendale;

la paventata crisi dell'automotive presente in Basilicata potrebbe coinvolgere migliaia di famiglie, in una regione con appena circa 560.000 abitanti e che da decenni subisce il fenomeno dello spopolamento in maniera importante;

a parere degli interroganti è doveroso un confronto tra il Governo nazionale, quello regionale e le associazioni di categoria, che rappresentano i lavoratori dello stabilimento e del suo indotto, per dare immediato inizio ad un piano di ampliamento di investimenti e attuare le strategie industriali all'insegna dell'innovazione e dell'eco-sostenibilità, mirate a consolidare il più importante e produttivo insediamento industriale della Basilicata;

tutto questo anche nel rispetto del prestito di 6 miliardi e 300 milioni di euro ottenuto da FCA con una garanzia SACE all'80 per cento per sostenere la ripartenza di una filiera che vale 10.000 piccole imprese e il 6,2 per cento del Pil,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia al corrente della situazione descritta;

quali iniziative, alla luce dei fatti descritti, intenda assumere al riguardo;

se intenda convocare un tavolo di confronto con la regione Basilicata, le associazioni di categoria e i vertici del gruppo Stellantis per trovare tempestivamente una valida e rassicurante soluzione.

(3-02378)