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Atto a cui si riferisce:
C.1/00448    premesso che:     nel 2021 ricorre il settimo centenario della morte di Dante Alighieri, nato a Firenze nel 1265 e scomparso a Ravenna nel 1321;     Dante...



Atto Camera

Mozione 1-00448presentato daMELONI Giorgiatesto diVenerdì 26 marzo 2021, seduta n. 475

   La Camera,

   premesso che:

    nel 2021 ricorre il settimo centenario della morte di Dante Alighieri, nato a Firenze nel 1265 e scomparso a Ravenna nel 1321;

    Dante Alighieri è unanimemente considerato il «padre» della lingua italiana; la sua fama, come noto, è dovuta soprattutto alla «Divina Commedia», universalmente considerata la più grande opera scritta in lingua italiana e uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale;

    è opportuno dare un segnale forte di attenzione alla promozione della nostra lingua anche in continuità con gli sforzi compiuti a livello parlamentare per ammodernare il sistema di promozione e diffusione linguistica italiana nel mondo e tra le comunità italiane all'estero;

    la lingua italiana, il quarto idioma più studiato al mondo, rappresenta l'identità della nostra Nazione, il nostro elemento unificante e il nostro patrimonio immateriale più antico che deve essere opportunamente tutelato e valorizzato; la lingua e la letteratura italiana costituiscono, inoltre, uno straordinario apporto dato dall'Italia alla cultura mondiale;

    sono ormai anni che studiosi, esperti, istituzioni, come l'Accademia della Crusca, denunciano il progressivo scadimento del valore attribuito alla nostra lingua e segnalano l'importanza di una maggiore tutela dell'italiano e del suo utilizzo anche nella terminologia amministrativa da parte dello Stato; una tutela che deve riguardare anche le sue articolazioni nei vari territori e negli strumenti pubblici di diffusione culturale;

    l'uso sempre più frequente di termini in inglese è diventata una prassi comunicativa, mortificante per il nostro patrimonio linguistico e culturale; le parole prese a prestito dal mondo anglosassone sono ormai così tante, che è stato fondato il termine «itanglese» per definire l'invasione di vocaboli stranieri nel corrente dizionario italiano: pratica che rasenta spesso l'abuso; secondo le ultime stime, infatti, dal 2000 ad oggi il numero di parole inglesi confluite nella lingua scritta italiana è aumentato del 773 per cento: quasi 9.000 sono gli anglicismi attualmente presenti nel dizionario della Treccani su circa 800.000 tra lemmi ed accezioni. Da un confronto tra gli anglicismi registrati nel Devoto Oli 1990 e quello del 2017 si è passati da circa 1.600 a 3.500, con una media di introduzione di 74 all'anno;

    questa anglicizzazione ossessiva rischia, al di là delle necessità di una lingua internazionale comune, di portare nel lungo termine a un collasso dell'uso della lingua italiana, fino alla sua progressiva scomparsa che alcuni studiosi prevedono nell'arco di ottant'anni;

    da tempo la globalizzazione e il monolinguismo stereotipato che conduce all'inglese rappresenta un pericolo per le lingue locali, anche nell'ambito della pubblica amministrazione;

    in Francia, la legge Toubon del 1994 ha reso obbligatorio l'uso della lingua francese nelle pubblicazioni del Governo, nelle pubblicità, nei luoghi di lavoro, in ogni tipologia di contratto, nei servizi, nell'insegnamento nelle scuole statali, negli scambi; ogni cartello pubblicitario con uno slogan, in inglese deve contenere per legge la traduzione in francese; la stessa Costituzione, a differenza di quella italiana, sancisce la difesa del francese quale «lingua della Repubblica» e riconosce al cittadino il diritto a esprimersi e a ricevere in francese ogni informazione;

    l'Italia, invece, non ha mai adottato alcuna politica linguistica in un'ottica di salvaguardia nazionale e di difesa identitaria; è invece prioritario che ciò avvenga. Si rende necessaria, come in Francia, una legislazione che tuteli il nostro patrimonio idiomatico sul piano economico, sociale, culturale, professionale. Non è più ammissibile che si impongano termini stranieri la cui corrispondenza italiana esiste ed è pienamente esaustiva;

    già con l'approvazione, in questa legislatura, della mozione Meloni n. 1/00278, il Governo si impegnava «ad adottare ogni opportuna iniziativa volta a tutelare e valorizzare la lingua italiana, quale grande patrimonio nazionale e a garantirne e promuoverne l'utilizzo pieno e corretto a partire dalle istituzioni .pubbliche, nazionali e locali»;

    i firmatari del presente atto di indirizzo ritengono, inoltre, che sarebbe auspicabile – come Fratelli d'Italia ha ipotizzato in una sua proposta di legge – l'istituzione del Consiglio superiore della lingua italiana, concepito come un organismo di ausilio al Governo nazionale, in cui la componente politica e quella culturale e accademica possano confrontarsi nell'ambito delle rispettive competenze; un istituto che collabori con le istituzioni pubbliche e private che hanno analoghe finalità,

impegna il Governo

1) ad adottare iniziative normative di rango costituzionale volte all'introduzione nella Costituzione previsione della lingua italiana come «lingua ufficiale della Repubblica italiana»;

2) ad adottare iniziative per tutelare il patrimonio linguistico garantendone la fruizione nell'informazione e nella comunicazione, nelle attività scolastiche e universitarie, nonché nei rapporti di lavoro e nelle strutture organizzative degli enti pubblici e privati;

3) ad adottare le iniziative di competenza per garantire l'utilizzo esclusivo della lingua italiana negli atti della pubblica amministrazione centrale, così come quelli degli enti locali e delle regioni, fatte salve le specifiche tutele costituzionalmente garantite;

4) a valutare l'opportunità di adottare iniziative per l'istituzione del Consiglio superiore della lingua italiana (Csli), volto alla tutela, alla valorizzazione e alla diffusione della lingua italiana nel territorio nazionale e all'estero;

5) ad adottare le iniziative di competenza per garantire che i percorsi formativi non specificamente rivolti all'apprendimento delle lingue straniere – negli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nonché nelle università pubbliche italiane – siano offerti e predisposti sempre in lingua italiana.
(1-00448) «Meloni, Lollobrigida, Rampelli, Mollicone, Frassinetti, Donzelli, Montaruli, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Deidda, Delmastro Delle Vedove, De Toma; Ferro, Foti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Osnato, Prisco, Rizzetto, Rotelli, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».