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Atto a cui si riferisce:
S.1/00336 premesso che: il 2 marzo 2021, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha respinto l'impugnazione dell'autorità antitrust europea che considerava "aiuto di Stato" i fondi concessi dal...



Atto Senato

Mozione 1-00336 presentata da ELIO LANNUTTI
mercoledì 24 marzo 2021, seduta n.307

LANNUTTI, CORRADO, ABATE, ANGRISANI, BOTTO, DESSI', DI NICOLA, MININNO, ORTIS, GIARRUSSO - Il Senato,

premesso che:

il 2 marzo 2021, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha respinto l'impugnazione dell'autorità antitrust europea che considerava "aiuto di Stato" i fondi concessi dal fondo interbancario (FITD) alla Popolare di Bari per il salvataggio di Tercas nel 2014. La Corte ha dunque confermato la sentenza del Tribunale, risalente al 2019, secondo cui i fondi non costituivano aiuti di Stato, in quanto non controllati dalle autorità pubbliche italiane e, di conseguenza, ha bocciato definitivamente quanto deciso dall'antitrust europeo che aveva ordinato all'Italia di recuperare da Tercas aiuti di Stato per un importo pari a 295,14 milioni di euro;

il caso, che risale al 2013, è stato determinante nella successiva gestione delle crisi bancarie. Allora, la Popolare di Bari manifestò l'interesse alla sottoscrizione di un aumento di capitale di Tercas, un'altra banca italiana a capitale privato, che era stata posta in regime di amministrazione straordinaria in seguito ad irregolarità accertate dalla Vigilanza della Banca d'Italia. L'interesse della Popolare di Bari era subordinato al fatto che il FITD coprisse il deficit patrimoniale di Tercas: il FITD è il consorzio di diritto privato tra banche, di tipo mutualistico, che ha l'obbligo di intervenire a titolo di garanzia legale dei depositi in caso di liquidazione coatta amministrativa di uno dei suoi membri. L'intervento, nello specifico, prevedeva: un contributo di 265 milioni di euro a copertura del deficit patrimoniale di banca Tercas; una garanzia di 35 milioni di euro a copertura del rischio di credito associato a determinate esposizioni della stessa; una garanzia di 30 milioni di euro a copertura dei costi derivanti dal trattamento fiscale della prima misura. Banca d'Italia autorizzò l'intervento il 7 luglio 2014;

nel 2014, dopo essersi sincerato che un intervento preventivo a favore di Tercas sarebbe stato economicamente più vantaggioso del rimborso dei depositanti di tale banca in caso di liquidazione coatta amministrativa, il fondo decise di coprire il deficit patrimoniale di Tercas e di concederle garanzie, misure approvate dalla Banca d'Italia. Inoltre, il FITD, in linea con quanto intrapreso per il "caso Tercas", deliberò un intervento di circa 2 miliardi di euro, per il salvataggio di Banca delle Marche, Banca popolare dell'Etruria e del Lazio, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio di Chieti (le "quattro banche"), estendendo il confronto tra la Commissione europea e le autorità italiane. L'intervento preventivo del FITD aveva l'obiettivo di evitare l'ipotesi estrema del mancato rimborso dei depositi garantiti pari, per la seconda ipotesi di salvataggio, a 12,5 miliardi di euro;

la Commissione europea, nel 2015, chiese alle autorità nazionali informazioni in merito al suddetto intervento del FITD, aprendo la procedura per presunti aiuti di Stato per il sostegno finanziario verso banca Tercas. A seguito di ciò, la Direzione generale per la concorrenza della Commissione europea (DG-COMP) notificò alle autorità di vigilanza italiane il divieto di procedere ad una ricapitalizzazione delle "quattro banche", in assenza di una decisione della Commissione europea sull'intervento del FITD per banca Tercas;

a questo punto le autorità italiane avviarono le procedure di risoluzione delle "quattro banche" e disposero l'applicazione delle misure di burden sharing per gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati delle stesse banche (l'operazione di scissione delle "nuove banche" è stata disposta e disciplinata con il decreto-legge 22 novembre 2015, n. 183, poi confluito nella legge 28 dicembre 2015, n. 208). Una mossa che anticipò di un mese il parere negativo preventivo della Commissione sulla questione Tercas, nel quale si chiedeva anche che lo Stato recuperasse i suddetti aiuti. Parere che avrebbe pregiudicato l'utilizzo delle risorse del FITD anche per le "quattro banche" e condizionato la gestione delle ulteriori crisi del Monte Paschi di Siena, di Veneto Banca e di Banca popolare di Vicenza;

la decisione della commissaria europea Margrethe Vestager, a giudizio dei proponenti del presente atto servile agli interessi tedeschi, procurò danni enormi al sistema bancario, costringendo la Banca d'Italia ad anticipare il bail-in il 21 novembre 2015 per quattro banche in risoluzione, gettando sul lastrico ben 130.000 famiglie, determinando suicidi e disperazione in quei risparmiatori che si erano visti azzerare tutti i sudati risparmi di una vita. Il fermo al fondo interbancario ebbe enormi effetti anche nelle crisi successive a quelle di Tercas, a cominciare dalle quattro banche (Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara) che con il FITD non sarebbero finite in risoluzione. È giusto ricordare che per quelle quattro banche il Governo italiano di allora, guidato da Matteo Renzi, varò il decreto banche sugli arbitrati, che prevedeva un recupero solo dell'80 per cento dei risparmi dei correntisti, con una perdita secca del 20 per cento, dunque, che qualcuno ora dovrebbe loro restituire;

l'Italia fece ricorso sostenendo che tale intervento non era, né imputabile allo Stato italiano, né finanziato mediante risorse statali essendo l'intervento del FITD di carattere privatistico e, pertanto, non rientrante nel perimetro degli aiuti di Stato;

considerato che il Tribunale dell'Unione europea il 19 marzo 2019 ha annullato la decisione della Commissione europea, qualificando l'intervento del FITD come legittimo e compatibile con la normativa europea. E successivamente la Corte di giustizia dell'Unione europea (il 2 marzo 2021) ha respinto il ricorso della Commissione, confermando le tesi del FITD, di Banca d'Italia e di Banca popolare di Bari. Si legge nella sentenza: "Il tribunale non ha commesso errori dichiarando che gli indizi presentati dalla commissione per dimostrare l'influenza delle autorità pubbliche italiane sul FITD non permettono di imputare il suo intervento a favore di Tercas alle autorità italiane";

ritenuto che:

le decisioni della Commissione europea hanno comportato ingenti danni economici a carico sia dello Stato italiano che dei risparmiatori delle banche sottoposte alle procedure di risoluzione e liquidazione. È opportuno, altresì, non tralasciare l'immagine negativa subita dal sistema bancario italiano, con tutte le conseguenti difficoltà nelle operazioni di finanziamento e di collocamento delle passività, sia tra gli operatori di mercato che tra la clientela retail;

il fermo al FITD ha costretto il settore bancario a spendere 2,5 miliardi di euro e ha provocato una svalutazione dei crediti deteriorati imposti dalla procedura UE al 17 per cento. La decisione della commissaria Vestager, dunque, oltre a provocare costi visibili e conteggiabili per banche e risparmiatori, ha largamente inciso sulla fiducia verso il mercato finanziario e bancario italiano, tanto che lo stesso presidente dell'ABI Antonio Patuelli ne ha chiesto le dimissioni, oltre al rimborso di risparmiatori e banche danneggiate, e ha provocato danni incalcolabili al futuro economico-finanziario del Paese,

impegna il Governo:

1) ad attivarsi presso le competenti sedi, nazionali ed europee, al fine di richiedere il totale risarcimento dei danni, sia diretti che indiretti, relativi alla gestione delle crisi bancarie dal 2015 a oggi e alle conseguenze causate nella riparametrazione del rischio Paese e tutti i maggiori costi sostenuti dallo Stato italiano nel collocamento del debito sovrano;

2) a intraprendere iniziative a tutela delle banche potenzialmente danneggiate e dei risparmiatori saccheggiati a causa di quell'illecita decisione, dei loro complessi aziendali, dei territori in cui operano e, soprattutto, dei loro azionisti e di tutti gli stakeholder colpiti dalle interpretazioni della Commissione europea in tema di aiuti di Stato con riferimento alle nuove agevolazioni in tema di imposte attive differite (cosiddette DTA).

(1-00336)