• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/05555 (5-05555)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05555presentato daVIVIANI Lorenzotesto diMartedì 23 marzo 2021, seduta n. 473

   VIVIANI, COMENCINI, BUBISUTTI, GASTALDI, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI, LOSS e MANZATO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il mercato cinese costituisce per il nostro agroalimentare una grande possibilità di crescita, soprattutto per le eccellenze del made in Italy rappresentate dai consorzi di tutela;

   secondo quanto denunciato da alcune associazioni di categoria, sembrerebbe che la Cina, applicando «in modo estensivo» una norma di legge cinese del 2017, considererebbe i consorzi di tutela alla stregua delle organizzazioni non governative, obbligandoli quindi ad avere un rappresentante legale cinese per proseguire le attività di promozione delle Igp già programmate, comprese quelle presenti anche negli Ocm in corso in scadenza a fine marzo 2021;

   questa decisione si applicherebbe ai mercati internazionali vinicoli imponendo delle nuove barriere, questa volta, non tariffarie alla promozione dei vini italiani;

   i Consorzi dovrebbero, quindi, riconoscere nell'immediato che ad essi stessi vengano applicate le norme nazionali in materia di organizzazioni non governative, il che equivarrebbe a dichiarare che le attività promozionali in corso di svolgimento e ancora da realizzare sul territorio cinese costituirebbero una violazione della legge nazionale senza la sottoscrizione di una lettera di intenti; inoltre, si paventa l'applicazione di sanzioni nei confronti dei Consorzi di tutela del vino, quali l'esclusione per un quinquennio da qualsiasi attività promozionale sul proprio territorio; conseguenze di questa decisione unilaterale cinese non sono di poco conto, perché ci sono enti che si trovano a dover nominare un proprio rappresentante in Cina per svolgere le proprie attività, e i costi da affrontare sono notevoli;

   questa decisione coglie di sorpresa i rappresentanti dei Consorzi di tutela, per alcuni dei quali lo sbocco è ricco di potenzialità; essi inoltre, subirebbero una grave battuta di arresto nell'attività di promozione, soprattutto per quei consorzi che hanno attività promozionali in corso, arrecando così un grave danno alla visibilità del «made in Italy»;

   la notizia, inoltre, giunge a pochi giorni di distanza dall'entrata in vigore dell'accordo bilaterale Unione europa-Cina del 1° marzo, riguardante proprio la tutela e la protezione dei prodotti Ig;

   agli interroganti risulta che le istituzioni cinesi stiano già applicando la norma in questione anche ai comitati interprofessionali del vino francesi e ad altri soggetti che si occupano di promozione dei vini europei a Ig;

   i consorzi di tutela dei vini hanno dichiarato che «risulta già complesso per il singolo produttore commerciare con la Cina, poi se si vengono ad aggiungere delle nuove difficoltà, può diventare uno scenario da abbandonare per il momento rivolgendosi ad altri mercati» e si chiedono, inoltre, con quale criterio un esponente cinese potrebbe giudicare regole della vitivinicoltura italiana stratificate in decine di anni;

   a parere degli interroganti appare piuttosto evidente come una simile richiesta sia incomprensibile e che si configuri come dumping, creando una barriera questa volta non tariffaria imposta in modo unilaterale dal Governo cinese;

   questa decisione rischia non solo di aumentare la burocrazia, ma anche imitazioni di prodotti italiani in Cina, mettendo in crisi il sistema. Sarebbe un ulteriore duro colpo per il settore, già provato, dai danni della pandemia;

   l'auspicio degli interroganti è che la diserzione agli eventi fieristici previsti nel Paese a settembre da parte degli stessi consorzi si possa evitare –:

   se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritengano necessario, per quanto di competenza, fornire un chiarimento sulla questione e attivarsi anche a livello di Commissione europea;

   quali iniziative intendano mettere in atto per quanto di competenza, allo scopo di porre rimedio alle conseguenze di questa decisione unilaterale da parte della Cina che inferisce un duro colpo ai consorzi, verificando anche se non sussistano i presupposti per pervenire a forme di flessibilità per i consorzi che non riescono, per causa di forza maggiore, a realizzare le proprie attività in Cina.
(5-05555)