Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
C.4/08624 (4-08624)
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-08624presentato daGALANTINO Davidetesto diVenerdì 19 marzo 2021, seduta n. 471
GALANTINO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, LOLLOBRIGIDA, BIGNAMI, DONZELLI, CIABURRO, MASCHIO, ALBANO e VARCHI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
è di queste ore la notizia che le trincee della Folgore ad El Alamein, in Egitto, rischiano di essere sostituite da grattacieli e autostrade;
secondo quanto confermato dal monitoraggio satellitare, la linea continua difensiva composta da un'infinità di piccoli cerchiolini non è più visibile, al suo posto asfalto e cemento: sul campo di battaglia che vide fronteggiarsi i soldati dell'Asse e gli Alleati sorgerà un'autostrada a otto corsie circondata da una colossale megalopoli, a metà tra una riviera turistica e un elegante distretto, già pianificata dal governo del presidente al-Sisi;
i cantieri avrebbero già rimosso le trincee della divisione Folgore, le buche dalle quali i nostri paracadutisti uscivano per lanciarsi contro i carri armati dell'ottava Armata del generale Montgomery, armati di rudimentali molotov, oppure aggrappandosi ai cingoli per attaccarvi delle letali mine: gesta valse l'ammirazione delle truppe e celebrate annualmente con cerimonie solenni che ricordano i 4.634 caduti, seppelliti in un cimitero militare tra le dune e che oggi rischiano di essere dimenticati definitivamente sotto colate di cemento e asfalto, che non lasceranno tracce del sacrificio e del coraggio dei nostri militari e della storia;
ancora oggi l'assurdità e l'inutilità della guerra viene testimoniata dai sacrari degli eserciti che si susseguono a una manciata di metri l'uno dall'altro e sui quali la bandiera Tricolore, la Union Jack, quella a stelle e strisce e quella tedesca garriscono tutte assieme;
storici e archeologi hanno lanciato un appello per salvare il teatro della battaglia celeberrima che nel 1942 rovesciò le sorti della seconda guerra mondiale e vide affrontarsi le truppe dell'Asse, italiani e tedeschi, contro il Commonwealth e unità di altre nazioni alleate, tra cui anche i francesi;
la memoria di quel teatro di battaglia con le postazioni, circa 30.000 buche, tra quelle dell'Asse e degli Alleati, si deve soprattutto a un colossale progetto di monitoraggio, «Progetto El Alamein», voluto e portato avanti negli ultimi anni da un gruppo di 300 ricercatori e volontari, che ruota attorno all'Università di Padova, alla Società italiana di geografia e geologia militare e diverse associazioni, tra cui la «Congedati della Folgore» e la «paracadutisti d'Italia»: in venti missioni hanno ricostruito tutte le fasi della battaglia, recuperando informazioni richieste anche dagli storici inglesi;
come denunciato dal giornalista Angelo Cimarosti, «Vedere le postazioni della Folgore scomparire sotto un'autostrada a otto corsie fa effetto. Quando l'ingegnere e scrittore Paolo Caccia Dominioni, che qui era stato un militare combattente, percorse il deserto per ritrovare una a una 2.800 salme di caduti italiani e di altre nazioni, lo fece tra sassi, sabbia e vento, e tutto sembrava immutabile. Mai avrebbe immaginato che questa desolazione sarebbe diventata 80 anni dopo una città da due milioni di abitanti. Ma le trincee, o meglio le buche che videro tanti uomini sacrificarsi, hanno subito o stanno per subire il destino capitato a tante vestigia nella storia, quello che gli archeologi riassumono con un verbo: obliterare. Ossia cancellare, rendere illeggibile un edificio, una testimonianza materiale. Ecco, registrare quanto è possibile prima che lo si cancelli per sempre è un dovere, per la storia, per gli studi futuri e anche per rispetto alla memoria di quei giovani» –:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali immediate iniziative di competenza intenda adottare, avviando contatti con le autorità egiziane, per salvare la storia del campo di battaglia di El Alamein e onorare la memoria dei caduti, salvaguardando le postazioni, i resti, i documenti e le molte testimonianze materiali che può ancora restituire il deserto a ovest di Alessandria d'Egitto.
(4-08624)