Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
S.4/05075 ARRIGONI, RIPAMONTI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e della transizione ecologica. - Premesso che
a causa della pandemia e delle misure di contenimento adottate, secondo i...
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-05075 presentata da PAOLO ARRIGONI
martedì 16 marzo 2021, seduta n.306
ARRIGONI, RIPAMONTI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e della transizione ecologica. - Premesso che
a causa della pandemia e delle misure di contenimento adottate, secondo i dati diffusi dal Ministero dello sviluppo economico, nel 2020 i consumi petroliferi italiani si sono ridotti di ben 10 milioni 267.000 tonnellate rispetto all'anno precedente, precipitando a 49 milioni 921.000 tonnellate dai 60 milioni 188.000 tonnellate del 2019;
considerato che:
l'Ufficio Studi di Confcommercio indica come l'effetto combinato delle misure di contenimento dell'infezione da coronavirus e del crollo dei consumi abbia portato alla chiusura 390.000 imprese nel commercio non alimentare. Osservando lo spaccato dei settori più colpiti, si vede che nell'ambito della distribuzione di carburante sul territorio nazionale si registra la chiusura del 10,1 per cento delle imprese;
secondo i dati elaborati da CERVED, sono oltre 140.000 le società a rischio di usura e riciclaggio, il doppio rispetto all'anno scorso. Non solo, i cambi di proprietà sono sempre più frequenti, soprattutto nelle regioni e nei settori dove i fenomeni di infiltrazione mafiosa sono più comuni. Tra i comparti che soffrono in modo particolare vi è quello della rete distributiva dei carburanti. L'allerta lanciata da CERVED viene conferma anche da Banca d'Italia;
il rapporto della DIA relativo al primo semestre 2020 riporta tra i settori colpiti anche quello dei carburanti. In particolare, nel primo semestre 2020, la DIA ha registrato un deciso aumento di casi di frodi carburanti;
ritenuto che:
per contrastare il fenomeno delle frodi nel settore dei carburanti negli ultimi cinque anni è stata introdotta una mole di norme, che non ha precedenti nella storia del diritto tributario;
questi adempimenti sono stati promossi e accolti con fiducia dalle aziende oneste del settore, che se ne sono fatte totalmente carico, sia dal punto di vista economico, che da quello operativo;
a distanza di cinque anni, tuttavia, la percezione diffusa è che i risultati in termini di antifrode delle suddette misure siano ancora piuttosto modesti;
in tale contesto gli operatori onesti continuano a lavorare in un mercato fortemente inquinato dall'illegalità e sono sempre più oppressi da una quantità spropositata di obblighi, per l'adempimento dei quali non dispongono di alcuna facilitazione o sgravio fiscale;
le PMI si trovano a dover sopportare, già oggi, una lunghissima serie di costosi adempimenti antifrode introdotti per legge e in via di prassi nell'ultimo quinquennio. Occorre evitare il rischio che questa categoria di imprese sia estromessa dal mercato, stretta nella morsa tra concorrenza sleale di matrice criminale da un lato, e continui aggravi burocratici operativi dall'altro, oneri che risultano insostenibili specie in una congiuntura socioeconomica così difficile;
alla luce di ciò, una riflessione sul metodo con il quale si intende continuare a perseguire il contrasto alle frodi nel settore carburanti non è più rinviabile,
si chiede di sapere:
quali valutazioni di competenza i Ministri in indirizzo intendano esprimere, con riferimento a quanto esposto in premessa;
se condividano le criticità richiamate e in caso affermativo, quali iniziative urgenti e necessarie intendano intraprendere, nell'ambito delle rispettive competenze, al fine di:
promuovere un'efficiente attività di contrasto all'illegalità nel settore dei carburanti, attraverso l'istituzione di una "cabina di regia", che potenzi l'azione di controllo e repressione con iniziative congiunte e strettamente coordinate tra tutti gli organi dello Stato a diverso titolo implicati: il Ministero dell'Economia e delle Finanze, gli altri ministeri ed enti coinvolti, le Agenzie Dogane e Monopoli ed Entrate, la Guardia di finanza, nonché la DNA, dato che i fenomeni evasivi sono in larghissima parte riconducibili alla criminalità organizzata;
riconsiderare l'attuale modus operandi del legislatore e dell'amministrazione, al fine di attuare, anche in sinergia con il mercato, un'efficace strategia di contrasto alle frodi senza, tuttavia, che tale contrasto gravi in modo sproporzionato sul sistema delle piccole e medie imprese della distribuzione che operano nella legalità;
far precedere in ogni caso l'introduzione di nuove misure e adempimenti da una relazione che ne valuti l'impatto sul mercato e la correlata quantificazione dei costi, prevedendo forme di incentivo, compensazione, ammortamento e simili che considerino sia i costi vivi che i costi di gestione a regime delle misure.
(4-05075)