• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02314 BERNINI, MALAN, CANGINI, ALDERISI, GIRO - Al Ministro della cultura. - Premesso che: il settore della cultura, in senso lato, ha sofferto moltissimo in questo anno a causa delle chiusure...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02314 presentata da ANNA MARIA BERNINI
mercoledì 3 marzo 2021, seduta n.302

BERNINI, MALAN, CANGINI, ALDERISI, GIRO - Al Ministro della cultura. - Premesso che:

il settore della cultura, in senso lato, ha sofferto moltissimo in questo anno a causa delle chiusure da pandemia;

in particolare, i settori che esprimono il meglio del talento italiano culturale e artistico, il cinema, il teatro, il balletto, l'opera, i concerti, lo spettacolo dal vivo e quello viaggiante (959.000 lavoratori, che hanno prodotto un valore aggiunto di 60 miliardi di euro nel 2019, l'anno precedente alla pandemia), ma anche i luoghi della cultura, i musei e le mostre d'arte hanno vissuto restrizioni che, oltre a minarne i ricavi, ne hanno impedito persino la mera copertura dei costi vivi;

a seguito dell'emergenza sanitaria, il settore dei beni e delle attività culturali e quello dello spettacolo hanno visto interventi legislativi ad hoc, per porre solo un rimedio parziale al clamoroso calo di risorse proprie, con costi non compensati nemmeno dalle poche aperture al pubblico in periodi o orari limitati;

tra questi interventi si possono ricordare l'incremento delle risorse sul FUS, l'art bonus, il credito d'imposta alla promozione della musica, il sostegno a festival, cori, bande, il contrasto al secondary ticketing ed altri, ma certamente si tratta di poche centinaia di milioni di euro iniettati per sostenere settori che, in tempi normali, generano miliardi di euro e danno lavoro a centinaia di migliaia di persone,

è parso a molti che talune restrizioni, ad esempio nei cinema e nei teatri, ma anche nei musei e nelle mostre d'arte, siano eccessive ed ingiustificate a fronte dei flussi di fruitori che, nella normalità, sono certamente inferiori a quelli che registrano i pendolari nei loro tragitti quotidiani o coloro che frequentano i luoghi della cosiddetta movida,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo, nel rispetto dei rigidi protocolli sanitari e di distanziamento a salvaguardia della salute pubblica, non intenda fare in modo che i luoghi della cultura meno esposti ai possibili assembramenti possano essere raggiunti da un maggior numero di visitatori, così come i luoghi dello spettacolo possano riaprire con un pubblico adeguato a garantire la sicurezza;

se non voglia prendere atto del fatto che, anche prevedendo un maggiore flusso di sostegni o di indennizzi, che certamente si ritengono necessari, ai lavoratori e alle strutture dove si crea e si fruisce la cultura, non si riuscirebbero a coprire tutti i danni economici provocati dalle chiusure, e che quindi la soluzione non può che essere una riapertura graduale e ragionata;

se non ritenga inoltre fondamentale consentire ai cittadini colpiti, anche psicologicamente, da un anno di chiusure più o meno severe, di tornare a fruire delle forme di cultura e dello spettacolo che più desiderano.

(3-02314)