Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
Atto a cui si riferisce:
S.3/02301 VALLARDI, MAGORNO, TARICCO, BERGESIO, SBRANA, MOLLAME, ABATE, CALIGIURI, DE BONIS, NATURALE, PUGLIA, TRENTACOSTE, FATTORI - Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e...
Atto Senato
Interrogazione a risposta orale 3-02301 presentata da GIANPAOLO VALLARDI
martedì 2 marzo 2021, seduta n.301
VALLARDI, MAGORNO, TARICCO, BERGESIO, SBRANA, MOLLAME, ABATE, CALIGIURI, DE BONIS, NATURALE, PUGLIA, TRENTACOSTE, FATTORI - Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e dello sviluppo economico. - Premesso che:
per effetto della pandemia, lo stile di vita degli italiani ha subito importanti cambiamenti, non solo da un punto di vista sociale, ma anche alimentare; la chiusura anticipata degli esercizi del canale Ho.Re.Ca. ha infatti comportato un aumento del consumo di cibi in casa, facendo riscoprire i benefici, anche in termini salutistici, di un corretto ed equilibrato consumo giornaliero degli alimenti, basato sui principi della dieta mediterranea;
il peperoncino è un alimento tipico della cucina italiana dalle grandi proprietà nutritive e salutistiche, tanto che il suo consumo è largamente diffuso in tutta la penisola, con una produzione concentrata prevalentemente nei territori della Calabria, che da sola realizza il 25 per cento del peperoncino italiano, della Basilicata, della Campania, del Lazio e dell'Abruzzo;
come denunciato dalla Confederazione italiana agricoltori, questo prodotto è poco tutelato dal punto di vista del dumping estero; in Italia infatti si importano più di 2.000 tonnellate di peperoncino dall'estero, dalla Cina in particolare, spesso di dubbia qualità e con prezzi assolutamente inferiori rispetto a quelli di mercato;
la produzione italiana, di elevatissima qualità, non è in grado di soddisfare il fabbisogno nazionale, la cui domanda è ulteriormente cresciuta a seguito della diffusione della pandemia da COVID-19; il nostro Paese copre infatti non più del 20 per cento del fabbisogno, con una produzione che non supera le 400 tonnellate;
è evidente come l'ingresso non controllato nel nostro Paese di prodotti dall'estero infici la qualità delle produzioni di peperoncino italiano, inquinando il mercato con prodotti che, oltre ad alterare la concorrenza a danno degli agricoltori italiani, sono anche dannosi per salute dei consumatori, spesso poco consapevoli delle loro scelte di acquisto, anche per la mancanza di informazioni chiare e trasparenti nelle etichette;
il prodotto cinese ha un costo medio di circa 3 euro contro i 15 del costo medio italiano; questo dipende dal fatto che, a differenza del peperoncino cinese, quello italiano è controllato e selezionato; il prezzo italiano è infatti dettato dall'elevata qualità del prodotto che viene raccolto a mano e trasformato grazie all'impiego di tecniche d'avanguardia, compresi i macchinari all'ozono per una perfetta essiccazione,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e delle difficoltà che stanno vivendo le imprese italiane che operano nel settore della produzione e della trasformazione del peperoncino e quali iniziative intendano adottare per tutelare l'elevata qualità di questo prodotto tipico della cucina italiana, anche al fine di poterne accrescere la produzione nazionale.
(3-02301)