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Atto a cui si riferisce:
S.1/00323 premesso che: l'accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010, recante "Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli...



Atto Senato

Mozione 1-00323 presentata da GABRIELLA DI GIROLAMO
mercoledì 24 febbraio 2021, seduta n.299

DI GIROLAMO, DONNO, ROMANO, TRENTACOSTE, ORTIS, EVANGELISTA, PAVANELLI, ANGRISANI, DE LUCIA, RICCIARDI, L'ABBATE, GAUDIANO, VANIN, LANZI, MANTERO, PISANI Giuseppe, ROMAGNOLI, PIARULLI, PIRRO, SILERI, COLTORTI, FEDE, LUPO, AIROLA, SANTILLO, FERRARA, CROATTI - Il Senato,

premesso che:

l'accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010, recante "Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo", ha definito gli elementi tecnico-organizzativi per il miglioramento della qualità, appropriatezza e sicurezza del percorso nascita, con l'obiettivo di razionalizzare i punti nascita con un numero di parti inferiore a 1.000 unità;

con successivo provvedimento, adottato con il decreto del Ministro della salute 2 aprile 2015, n. 70, sono stati definiti gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi delle strutture dedicate all'assistenza ospedaliera, per garantire livelli di assistenza adeguati alle migliori tecniche, al fine di garantire il diritto costituzionale alla salute;

il Comitato percorso nascita nazionale (CPNn), costituito con decreto ministeriale 12 aprile 2011, rinnovato con decreto ministeriale 11 aprile 2018, supporta tutte le Regioni e Province autonome nell'attuare le migliori strategie di riorganizzazione dei punti nascita e verifica che siano coerenti con quanto definito nell'accordo Stato-Regioni, con "piena facoltà di declinare e rendere operative opportune misure di monitoraggio sui requisiti operativi, tecnologici e di sicurezza dei Punti nascita di I e II Livello, sull'integrazione tra i Livelli di assistenza materno/neonatale territoriale e ospedaliera, sulla piena implementazione delle Linee Guida nazionali relative agli aspetti materno/neonatali e sulla formazione del personale";

con decreto ministeriale 11 novembre 2015, al CPNn è stato attribuito l'ulteriore compito di esprimere un parere "consultivo" su richieste di deroga relativamente a punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti all'anno avanzate da Regioni e Province autonome, valutando standard operativi, tecnologici e di sicurezza del punto nascita in deroga; descrizione della prevista rete dei punti nascita, incluso STAM/STEN 3; bacino d'utenza attuale e potenziale per il punto nascita in deroga; definizione del responsabile del punto nascita in deroga e formazione e analisi dei costi;

considerato che:

in Italia continua a registrarsi il record negativo delle nascite, nel 2017 sono nati 458.000 bambini, con un calo percentuale rispetto allo stesso periodo dello scorso anno del 3,8 per cento, il numero delle nascite del 2018 è sceso di 9.000 unità rispetto al 2017 e nel 2019 con 420.084 nascite, si è registrata quindi un ulteriore decrescita del 4,5 per cento sul 2018;

l'ISTAT nel rapporto "Natalità e fecondità della popolazione residente -anno 2019" ha rilevato che i nati del 2019 sono quasi 20.000 in meno rispetto all'anno precedente e oltre 156.000 in meno nel confronto con il 2008. A diminuire sono soprattutto i nati da genitori entrambi italiani: 327.724 nel 2019, oltre 152.000 in meno rispetto al 2008. Il numero medio di figli per donna continua a scendere: 1,27 per il complesso delle donne residenti (1,29 nel 2018 e 1,46 nel 2010, anno di massimo relativo della fecondità);

dall'attuazione della normativa si è verificata una progressiva chiusura dei reparti in questione soprattutto nelle aree territoriali interne dove incombono difficoltà di natura economica, di carenza di infrastrutture, e di un costante calo demografico nello specifico per le fasce di età in cui statisticamente le donne concepiscono il primo figlio;

in questi anni sono stati messi in campo tutti gli strumenti normativi per ottenere le deroghe e in diverse regioni c'è stato l'accorpamento dei punti nascita. Si apprende dagli organi di stampa, ancora oggi, di bambini nati vivi, per aver avuto nelle vicinanze punti nascita che secondo gli standard qualitativi attualmente in vigore hanno ricevuto parere negativo del CPNn alla richiesta di deroga al decreto ministeriale n. 70 del 2015 come avvenuto per il nosocomio "S.S. Annunziata" di Sulmona (L'Aquila) del 9 gennaio 2020 e del 18 novembre 2019, quello 16 febbraio 2016 a Petralia (Palermo). Il 22 gennaio 2021 il Ministero della salute ha comunicato alla Regione Sardegna la risposta alla richiesta di deroga per i punti nascita degli ospedali "CTO" (Iglesias), "Paolo Dettori" (Tempio Pausania) e "Paolo Merlo" (La Maddalena): parere positivo per il primo, negativo per il secondo e un terzo parere interlocutorio in corso;

la Regione Lombardia nel giugno 2016, e nel febbraio 2017, ha chiesto la deroga per mantenere aperti i punti nascita dei reparti degli ospedali di Angera (Varese), Oglio Po di Casalmaggiore (Cremona), Piario (Bergamo) e uno tra Gravedona (Como) e Chiavenna (Sondrio), ma il Ministero della salute, sentito il parere del Comitato nascite nazionale, ha dato parere negativo. La Regione Campania in un comunicato stampa del 13 novembre 2018 ha dichiarato che la deroga richiesta al Governo prevista per le aree disagiate del territorio, in riferimento ai punti nascita nei presidi ospedalieri, ha ricevuto parere sfavorevole per i punti nascita di Piedimonte Matese, Polla e Sapri. La Regione Emilia-Romagna in un comunicato stampa del 24 gennaio 2020 ha annunciato la riattivazione dei punti nascita di Alto Reno Terme (Bologna), Pavullo nel Frignano (Modena), Castelnuovo ne' Monti (Reggio Emilia) e Borgo Val di Taro (Parma), chiusi nel 2017 nonostante le richieste di deroga non accolte, ma ad oggi tali punti nascita risultano ancora non operativi;

durante l'attuale XVIII Legislatura sono numerosissimi gli atti di sindacato ispettivo, disegni e proposte legislative depositati dai parlamentari di tutte di varie forze politiche volte a rivedere i criteri definiti dal decreto ministeriale n. 70 del 2015;

la Conferenza Stato-Regioni nella riunione del 18 dicembre 2019 ha sancito l'intesa concernente il patto per la salute per gli anni 2019-2021. Nella scheda 15 si conviene sulla necessità di revisione del decreto sugli standard ospedalieri, aggiornandone i contenuti sulla base delle evidenze e delle criticità di implementazione individuate dalle diverse Regioni, nonché integrandolo con indirizzi specifici per alcune tipologie di ambiti assistenziali e prevedendo specifiche deroghe per le regioni più piccole;

l'articolo 32 della Costituzione recita "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti",

impegna il Governo:

1) a definire con apposito intervento normativo, come già indicato nel patto per la salute 2019-2021, nuovi criteri per la riorganizzazione dei punti nascita al fine di assicurare la salute delle partorienti e dei neonati e garantire loro la sicurezza delle prestazioni assistenziali;

2) a valutare nuovi protocolli di sicurezza volti a garantire elevati standard operativi, tecnologici e di sicurezza dei punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti annui per i quali vengono avanzate richieste di mantenimento delle loro attività da parte delle Regioni e delle Province autonome in deroga a quanto previsto dall'accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010.

(1-00323)