• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/02845-A/149    premesso che:     l'articolo 11-ter del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135 (in Gazzetta Ufficiale – Serie generale – n. 290 del 14 dicembre 2018 ), coordinato con...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02845-A/149presentato daMURONI Rossellatesto diMartedì 23 febbraio 2021, seduta n. 461

   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 11-ter del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135 (in Gazzetta Ufficiale – Serie generale – n. 290 del 14 dicembre 2018 ), coordinato con la legge di conversione 11 febbraio 2019, n. 12 recante: «Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione.» stabilisce l'approvazione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI) nelle more della cui adozione sono sospesi i procedimenti amministrativi relativi al conferimento di nuovi permessi di prospezione o di ricerca di idrocarburi, nonché i permessi di prospezione o di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi già in essere: fino al 30 settembre 2021 sono sospese le attività di 73 permessi di ricerca e 79 istanze pendenti di permessi di ricerca, oltre a 5 istanze di permesso di prospezione in mare;
    l'Italia è il Paese più ricco d'Europa per la sua biodiversità marina: la tartaruga marina e la foca monaca abitano ancora nel Mediterraneo. Otto sono le specie di cetacei che solcano comunemente le acque italiane (balenottera comune, capodoglio, tursiope, globicefalo, grampo, stenella, tursiope delfino comune, zifio). Il nostro Paese ha una rete di 27 aree marine protette e ha contribuito a istituire il Santuario internazionali dei cetacei;
    nel Mediterraneo, che costituisce lo 0.8 per cento della superficie totale degli oceani, transita il 25 per cento del traffico mondiale di idrocarburi. Ogni anno vengono sversate tra le 100 e le 150 mila tonnellate di idrocarburi per operazioni di routine. In soli 22 anni a causa di 27 gravi incidenti navali 270 mila tonnellate di idrocarburi sono finiti nel nostro mare;
    la norma sul PiTESAI e il progressivo abbandono delle trivellazioni di gas e petrolio in Italia, a cominciare da quelle nei nostri mari va nella giusta direzione della decarbonizzazione della nostra economia richiesta dall'Europa con l’European Green Deal e soprattutto con lo strumento Next Generation EU che assegna all'Italia nel suo complesso 209 miliardi di euro (il 37 per cento da destinare ad azioni per il clima) e respingerla in Consiglio dei Ministri vorrebbe dire contraddire le scelte green del Governo concordate con l'Europa;
    la Francia dal 2017 ha avviato un progressivo abbandono delle estrazioni di gas e petrolio è del tutto evidente che questa strada ha un vantaggio economico anche per il nostro Paese. In questo modo si creerebbe una filiera economica per lo smantellamento, la bonifica, il recupero e il riuso dei materiali delle piattaforme e dei pozzi a terra e a mare, che assicuri la giusta transizione verso un'economia verde. Nei nostri mari ci sono numerosi relitti di piattaforme non produttive (Greenpeace, WWF e Legambiente con il MiSE ne avevano individuate nel 2018 almeno 34 per cento solo nell'Adriatico, da smantellare) e di servitù petrolifere che mettono a rischio l'ambiente e i settori economici che vivono delle risorse naturali, colpiti duramente da questa pandemia (solo nel settore della pesca sono 60 mila gli addetti in Italia è di turismo costiero vivono almeno 47 mila esercizi);
    si ricorda che il settore dell'estrazione di gas e petrolio sul territorio nazionale (tutte le riserve petrolifere nei nostri mari coprirebbero il fabbisogno nazionale solo per 7 settimane – dati MiSE) sopravvive artificiosamente per i numerosi incentivi, sovvenzioni e esenzioni che lo tengono forzosamente in vita: una per tutte l'esenzione dal pagamento dell'aliquota, al netto delle produzioni, per le estrazioni che arrivino sino 20 milioni di Smc di gas e 20.000 tonnellate di olio prodotti annualmente in terraferma, e i primi 50 milioni di Smc di gas e 50.000 tonnellate di olio prodotti annualmente in mare;
    un vero e proprio sussidio ambientalmente dannoso che sottrae alle casse dello Stato e alla comunità nazionale almeno 40 milioni di euro ogni anno (Catalogo dei Sussidi Ambientalmente Dannosi e Favorevoli-2018);
    si evidenzia che il settore dell'estrazione di gas e petrolio sul territorio nazionale (tutte le riserve petrolifere nei nostri mari coprirebbero il fabbisogno nazionale solo per 7 settimane – dati MiSE) sopravvive artificiosamente per i numerosi incentivi, sovvenzioni e esenzioni che lo tengono forzosamente in vita;
    con l'emendamento approvato a seguito dell'esame nelle Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio, viene ulteriormente posticipato ai 30 settembre 2021 il termine, già scaduto, di approvazione del PiTESAI, uniformando ad esso anche il termine di scadenza della moratoria;
    tale coincidenza temporale appare necessaria considerato che, a decorrere dalla scadenza della moratoria, la mancata adozione del Piano nei termini previsti porterebbe alla ripresa delle attività prodromiche al rilascio di nuove concessioni, nonché delle attività di prospezione e ricerca, anche in aree potenzialmente inidonee, con conseguente rischio di danni all'ambiente, al territorio e alla salute, nonché la potenziale lesione del legittimo affidamento degli operatori allorché fosse approvato il PiTESAI,

impegna il Governo

   a porre in essere ogni iniziativa utile a garantire il rispetto della tempistica prevista per l'approvazione del PiTESAI;
   a prevedere la puntuale e periodica informazione delle Commissioni parlamentari competenti sull'attività svolta nelle diverse fasi di elaborazione del PiTESAI, sugli esisti dell'intesa con la Conferenza unificata, limitatamente alle aree su terraferma, e sulle misure di monitoraggio ambientale pianificate, nonché a rendere sollecite risposte ad eventuali atti di sindacato ispettivo riferiti al suddetto tema.
9/2845-A/149. (Testo modificato nel corso della seduta) Muroni, Fioramonti.