• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/08255 (4-08255)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08255presentato daGASTALDI Flaviotesto diMercoledì 17 febbraio 2021, seduta n. 458

   GASTALDI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il traforo del Fréjus collega Torino, Piemonte meridionale e flussi di traffico della pianura padana con Lione e il nord della Francia; entrato in esercizio il 12 luglio 1980, in seguito alla convenzione Italia-Francia del 1972, è lungo 12,870 chilometri, di cui 6,8 chilometri lato italiano sull'autostrada A32 Torino-Bardonecchia; il 2022 entra in esercizio la seconda galleria che lo rende un'infrastruttura a due canne monodirezionali;

   il traforo del Monte Bianco collega il Piemonte settentrionale, Milano e flussi di traffico della pianura padana con Lione, Svizzera francese e nord della Francia; entrato in esercizio il 19 luglio 1965, in seguito alla convenzione Italia-Francia, del 1953, è lungo 11,6 chilometri, di cui 3,96 chilometri in Italia; prossimamente, si renderanno necessari lavori di manutenzione straordinaria di consolidamento e si discute anche del raddoppio della galleria;

   i concessionari, con scadenza 2050, sono per il Fréjus Sitaf per l'Italia, gestore anche dei 94 chilometri della A32 (azionariato 66 per cento Astm e 31,74 Anas e Sftrf per la Francia, e per il Monte Bianco Sitmb, gestore anche dei 32 chilometri di Rav (azionariato ASPI 51 per cento, Anas 32 per cento, regione Valle d'Aosta 10,6 per cento, cantone e città di Ginevra 6,25 per cento e Atmb per la Francia; Geie-Gep e Geie-Tmb, soggetti giuridici di diritto comunitario, si occupano reciprocamente della manutenzione ordinaria e straordinaria, assumendo direttamente la spesa e dividendola in parti uguali tra le società concessionarie indipendentemente dal territorio in cui sono eseguiti i lavori; gli utili 2019 sono 32,8 milioni per Sitaf e 11,1 milioni per Sitmb;

   il numero di passaggi è, per il Fréjus, di 1.011.526 veicoli leggeri, 26.591 bus, 771.706 veicoli pesanti e, per il Monte Bianco, di 1.315.528 veicoli leggeri, 20.566 bus, 628.011 pesanti; nel 2019 c'è stato un aumento della tariffa pari a 2,73 per cento per i due trafori, 6,71 per cento per la A32 6,32 per cento per il Rav; ultimamente, è stata registrata una diminuzione dei passaggi a nord ovest con incremento dei passaggi per Brennero;

   al 1° gennaio 2021 è stato verificato un incremento del pedaggio dei trafori Fréjus e Monte Bianco, con tariffa agevolata per i mezzi pesanti, che, per ogni singolo passaggio a/r, da 117,45 euro (Iva inclusa) nel 1° gennaio 1999 è passata a 271,55 euro (Iva inclusa), con un aumento del 131,20 per cento nello stesso arco temporale l'inflazione è stata del 39 per cento;

   tali aumenti tariffari dei trafori Fréjus e Monte Bianco sono visti dagli autotrasportatori come veri e propri dazi «occulti» che si scaricano sulle imprese e sui consumatori finali; nell'attuale momento di crisi economica dovuta al Covid-19, in cui occorre fare di tutto per far ripartire l'economia, i trafori alpini sono fondamentali per il libero mercato europeo; tariffe più sostenibili del Fréjus e Monte Bianco verrebbero a sgravare il traffico sugli altri valichi alpini;

   le associazioni di categoria Astra e Confetra Piemonte denunciano l'insostenibilità del «caro trafori» alpini e le storture del sistema che ostacola la libertà di mercato e di impresa;

   occorre accendere un faro su questa problematica, poco conosciuta dalla pubblica opinione, riconoscendo che i trafori sono un patrimonio pubblico ormai ampiamente ammortizzato, sono fondamentali per la nostra economia e per i traffici di merci e persone con l'Europa centrale e non possono continuare ad essere visti come una mera fonte di guadagno di gruppi privati o pubblici –:

   se il Ministro interrogato, sulla base di studi e dati statistici intenda adottare le iniziative di competenza per riesaminare le tariffe di pedaggio dei trafori alpini e gli aumenti esorbitanti sopra esposti, riconoscendo l'importanza dei suddetti trafori per l'economia italiana, con particolare riferimento ai trafori del Fréjus e del Monte Bianco.
(4-08255)