• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/04870 LANNUTTI, LOREFICE, TRENTACOSTE, ACCOTO, CROATTI, ROMANO, VANIN, PAVANELLI, PRESUTTO - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che: in queste settimane i clienti dei gestori...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-04870 presentata da ELIO LANNUTTI
martedì 2 febbraio 2021, seduta n.297

LANNUTTI, LOREFICE, TRENTACOSTE, ACCOTO, CROATTI, ROMANO, VANIN, PAVANELLI, PRESUTTO - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:

in queste settimane i clienti dei gestori telefonici delle linee fisse stanno ricevendo in bolletta, sotto forma di voce singola o accorpata ad altri servizi a pagamento, l'addebito per la consegna delle Pagine bianche, ovvero gli elenchi telefonici stampati e distribuiti da Italiaonline, ex Seat Pagine gialle;

il compenso per tale servizio inserito in bolletta (si tratta di tariffe non regolamentate) varia da 1,80 a 3,90 euro compresa IVA (in casi particolari arriva anche 5 euro), un giro d'affari per le società di telecomunicazioni che oscilla tra i 30 e i 40 milioni di euro, per un servizio peraltro di dubbia utilità, visto che oggi si possono reperire le informazioni di contatto dei soggetti presenti negli elenchi telefonici consultando agevolmente internet (Pagine bianche ha infatti un proprio sito, accessibile da qualsiasi dispositivo in modo del tutto gratuito) o chiamando i numeri speciali a questo dedicati (a pagamento);

la consegna dell'elenco telefonico negli oltre 8.000 comuni in Italia avviene solitamente "a terra", cioè negli androni di condomini e uffici, e in alcuni casi sui marciapiedi, una consegna del tutto "anomala" per chi avrebbe diritto a un recapito personale per il quale paga annualmente un costo in bolletta;

gli elenchi telefonici incustoditi, se non ritirati dagli utenti, rimangono tali sino al successivo recupero, trasformandosi in tonnellate di carta destinata al macero, causando non solo uno spreco di denaro a carico del contribuente, ma anche un danno ambientale per via dell'uso "inutile" della carta;

considerato che:

fino al 2012 la spedizione degli elenchi rientrava nei servizi universali di "pubblica utilità", come le comunicazioni postali o la fornitura di energia elettrica. In seguito, con il decreto legislativo n. 70 del 2012, la spedizione è stata esclusa dagli obblighi e, nonostante questo, gli elenchi telefonici hanno continuato a essere recapitati in tutte le case degli italiani, anche in quelle degli utenti che non ne hanno fatto esplicita richiesta;

a marzo 2015 la questione è arrivata sul tavolo dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM), che ha aperto 3 procedimenti nei confronti di Vodafone, Wind e Telecom per "l'omissione informativa sulla possibilità di rinunciare alla fornitura degli elenchi e quindi all'addebito in bolletta dell'importo relativo";

dal 2016 ai nuovi clienti non viene più addebitato questo costo, per tutti gli altri invece l'addebito automatico resta. I clienti di Tim, ad esempio, sono così costretti a pagare 3,9 euro all'anno (per i clienti business si arriva a 5 euro). Tim ha 10,450 milioni di linee fisse (ultimo dato disponibile, 30 settembre 2018), ma assicura che "è possibile rinunciare gratuitamente in qualsiasi momento al servizio di consegna degli elenchi telefonici, contattando telefonicamente il Servizio Clienti linea fissa 187 o inviando una comunicazione scritta all'indirizzo Telecom Italia indicato sulla Fattura o al numero verde fax 800000187 del Servizio Clienti; in tal caso TIM provvederà a non addebitare più il relativo importo". Il che significa che l'utente deve preoccuparsi di disdire, spendendo tempo e denaro per un servizio non richiesto;

è evidente dunque che le società di telecomunicazioni hanno preferito applicare la cosiddetta strategia dell'opt out (ovvero se il cliente non vuole il servizio, e quindi non vuole l'addebito del servizio, deve fare esplicita richiesta al gestore), una strategia vietata dal codice del consumo, di cui al decreto legislativo n. 206 del 2005,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto;

se ritenga di doversi adoperare per evitare in futuro l'iniquo addebito in bolletta, in palese violazione del codice del consumo, laddove il servizio non sia esplicitamente richiesto;

se ritenga che la consegna degli elenchi rappresenti un giro d'affari "improprio" per le società di telecomunicazioni dovuto all'esborso da parte dei clienti per un servizio non richiesto, e un grande spreco di carta, e dunque un danno ambientale, in quanto questi elenchi troppo spesso finiscono al macero.

(4-04870)