• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02243 RIZZOTTI, BINI - Al Ministro della salute. - Premesso che: il sopraggiungere dell'emergenza sanitaria da COVID-19 e le conseguenti restrizioni imposte dal Governo hanno visto crescere...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02243 presentata da MARIA RIZZOTTI
mercoledì 20 gennaio 2021, seduta n.294

RIZZOTTI, BINI - Al Ministro della salute. - Premesso che:

il sopraggiungere dell'emergenza sanitaria da COVID-19 e le conseguenti restrizioni imposte dal Governo hanno visto crescere del 30 per cento i casi di disturbi del comportamento alimentare, che rappresentano patologie psichiatriche con una notevole ricaduta non solo sulla salute psicologica ma anche su quella fisica e sociale di chi ne è affetto tanto da rappresentare una delle più importanti cause di disabilità negli adolescenti;

l'ultimo rapporto SISM 2018 ha messo in evidenza il fatto che tali disturbi siano un caso sconosciuto. Nell'attività dei servizi psichiatrici infatti viene segnalata la durata di giornate medie presso strutture residenziali per paziente, pari a 936,5 giorni, mentre nella realtà delle persone affette da DCA, che hanno la "fortuna" di accedere alle cure, nelle poche strutture residenziali dedicate, tralasciando le interminabili liste d'attesa, la durata media del ricovero non supera i 90 giorni;

a parere delle interroganti e di molte associazioni dei pazienti, il mancato aggiornamento del rapporto citato e la grave carenza nella raccolta dei dati relativi ai disturbi del comportamento alimentare non permettono di conoscere a fondo la problematica che rappresenta una vera e propria emergenza sociale. Tanto più se si fa un paragone con i dati raccolti dalle associazioni. Se per il rapporto SISM, infatti, il numero di pazienti affetti da DCA è pari a circa 450.000 donne e 390.000 uomini, i numeri reali forniti dalle associazioni sono ben diversi considerato che le donne sarebbero quasi 3 milioni e gli uomini 700.000;

tali considerazioni non permettono di conseguenza di far emergere che in Italia vi è una grave carenza (o assenza) di percorsi di cura dedicati ai pazienti con DCA, che dovrebbero comprendere non solo personale formato, ma anche un'attenzione sia alle caratteristiche psicopatologiche sia a quelle fisiche di questi pazienti in un'ottica multidisciplinare integrata;

la necessità dunque di conoscere dati reali e servizi specializzati e multidisciplinari comporta inevitabilmente delle scelte precise da parte dei decisori politici nel considerare queste patologie come delle vere e proprie malattie sociali;

con l'atto di sindacato ispettivo 3-02067 la prima firmataria del presente atto chiedeva al Ministro in indirizzo se non ritenesse opportuno inserire i disturbi alimentari del comportamento all'interno dei livelli essenziali di assistenza come una patologia indipendente, atteso che, per i numeri crescenti di casi ogni anno in Italia, supera molte altre patologie presenti e indipendenti;

le associazioni dei pazienti "Mi nutro di vita" e "Perle" onlus in questi mesi hanno più volte inviato richieste agli uffici preposti per richiedere la revisione dei livelli essenziali di assistenza, sostenendo che per le peculiarità dei DCA e per l'approccio che essi necessitano sia indispensabile un'individuazione propria e specifica della patologia;

il Ministero della salute, non comprendendo evidentemente la richiesta specifica delle associazioni di rendere indipendenti i DCA rispetto alla macroarea della salute mentale, ha più volte rigettato la loro richiesta ribadendo semplicemente che essi fossero già inclusi nei LEA;

inoltre, il 24 luglio 2018 il Ministero ha istituito ufficialmente il "codice lilla", un iter ospedaliero pensato appositamente per accogliere e avviare ad un percorso terapeutico mirato chiunque si presenti in pronto soccorso con un sospetto disturbo alimentare. Annunciato come una delle novità più importanti in tema di salute mentale, trattandosi solo di linee guida, non si conoscono i dati relativi a quanti punti di pronto soccorso applichino effettivamente il codice e se il personale sanitario sia stato realmente formato per accogliere dei casi con DCA. Raccolte diverse testimonianze, a distanza di due anni appare evidente che il codice non sia applicato in gran parte degli ospedali italiani e parrebbe che non siano mai stati stanziati fondi per la formazione degli operatori dei punti di pronto soccorso nel territorio nazionale;

a parere delle interroganti, considerati i numeri sempre crescenti, non è più ammissibile che il fenomeno dei disturbi del comportamento alimentare non riceva la giusta attenzione che merita, anche a causa di una carente formazione da parte dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale che di solito sono gli operatori che per primi hanno un approccio con un caso clinico non ancora certificato,

si chiede di sapere:

per quali motivazioni il rapporto SISM non venga aggiornato annualmente, per quali motivi non siano disponibili i dati reali relativi ai DCA e quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere affinché si possa rimediare a tale grave carenza;

se ritenga necessario stanziare risorse adeguate e specifiche affinché i pazienti affetti da disturbi del comportamento alimentare possano ricevere percorsi di cura dedicati che comprendano un'attenzione sia alle caratteristiche psicopatologiche sia a quelle fisiche e per la formazione degli operatori del pronto soccorso, per i pediatri di libera scelta e per i medici di medicina generale;

quali iniziative intenda assumere affinché le linee guida del codice lilla possano essere adottate in ogni ospedale del territorio nazionale e se non ritenga fondamentale prevedere una revisione dei livelli essenziali di assistenza affinché i disturbi del comportamento alimentare possano ricevere un'individuazione propria e specifica.

(3-02243)