Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
Atto a cui si riferisce:
S.3/02203 CORRADO, GRANATO, MARINELLO, PISANI Giuseppe, VACCARO, LANNUTTI, PRESUTTO, MONTEVECCHI, ANGRISANI, RUSSO, CROATTI, FLORIDIA, TRENTACOSTE, CAMPAGNA, LOREFICE, D'ANGELO, ANASTASI, DE LUCIA,...
Atto Senato
Interrogazione a risposta orale 3-02203 presentata da MARGHERITA CORRADO
mercoledì 30 dicembre 2020, seduta n.289
CORRADO, GRANATO, MARINELLO, PISANI Giuseppe, VACCARO, LANNUTTI, PRESUTTO, MONTEVECCHI, ANGRISANI, RUSSO, CROATTI, FLORIDIA, TRENTACOSTE, CAMPAGNA, LOREFICE, D'ANGELO, ANASTASI, DE LUCIA, LEONE, VANIN, SANTANGELO, MORRA - Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. - Premesso che:
risulta all'interrogante che il 12 dicembre 2020 "il Fatto Quotidiano" abbia pubblicato un editoriale di Salvatore Settis, intitolato "La Sicilia e la tutela scempio dell'arte", in cui il noto archeologo esprime con sottile ironia, ma senza celare una genuina preoccupazione, le sue forti perplessità nei confronti del decreto n. 74 del titolare dell'Assessorato dei Beni Culturali e dell'Identità siciliana, Alberto Samonà, approvato il 30 novembre 2020 dall'Assemblea Regionale Siciliana;
causa di un dibattito molto acceso che non accenna a placarsi, tale decreto, denominato "Carta di Catania" per evocare ben altre e più alte dichiarazioni d'intenti (Atene 1931 e Venezia 1964), statuisce che "i beni culturali appartenenti alla Regione Siciliana che si trovano custoditi nei depositi regionali potranno essere valorizzati attraverso l'esposizione in luoghi pubblici o privati aperti al pubblico" e che ciò avverrà grazie ad apposite concessioni stipulate a valle della presentazione di un non meglio specificato "documento tecnico o un progetto di valorizzazione", in cambio del "pagamento di un corrispettivo che potrà avvenire, oltre che in denaro, anche attraverso la fornitura di beni e/o servizi";
soprintendenze, parchi archeologici, musei, gallerie e biblioteche siciliani sarebbero dunque autorizzati a cedere in uso reperti archeologici e opere d'arte finora custoditi nei loro depositi, purché a pagamento (per una somma/prestazione di valore non inferiore ad un decimo della stima del bene) e con la prospettiva che l'oggetto della concessione, al minimo biennale e al massimo settennale, ma rinnovabile tacitamente, possa anche uscire dai confini regionali;
la dottoressa Rosalba Panvini, soprintendente di Catania appena collocata in quiescenza e rimpiazzata dalla dottoressa Donatella Aprile, si sarebbe fatta promotrice dell'iniziativa, sulla scia di un convegno organizzato a febbraio 2020 nel capoluogo etneo, insieme ad un archeologo del suo staff, il dottor Fabrizio Nicoletti, all'avvocato Nunzio Condorelli Caff dell'associazione "Sicilia Antica" e al presidente della sezione Europa della federazione mondiale delle associazioni delle agenzie di viaggi (UFTAA), Mario Bevacqua;
l'entusiasmo della Panvini e degli altri "artefici" del nuovo corso siciliano all'idea che beni decontestualizzati possano essere "finalmente esposti e fruiti da tutti" non ha contagiato il professor Settis, il quale, convinto invece che "per valorizzare i depositi non bisogna svuotarli, bisogna studiarli e conoscerli", stigmatizza la grettezza mentale di chi, in spregio alla competenza, prevede di far redigere gli "elenchi di beni, suddivisi per lotti omogenei" da "studenti universitari in discipline connesse alla conservazione dei beni culturali che opereranno in regime di tirocinio formativo";
soprattutto, egli lamenta che la "Carta di Catania" non tenga in alcun conto le esigenze della tutela, corollario imprescindibile di una valorizzazione del patrimonio realizzata nel perimetro dell'articolo 9 della Costituzione, e deplora il fatto che il documento programmatico di Samonà sia stato pensato e si proponga come modello da imitare anche fuori dall'isola;
considerato che:
la larghissima autonomia di cui gode la Sicilia anche in materia di beni culturali non autorizza l'assessore al ramo, né l'Assemblea Regionale a violare la Costituzione e, nel merito, il "Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio" (di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004) che ha adottato anch'essa come propria legge di tutela;
in tema di valorizzazione, l'art. 6 del "Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio" chiarisce come questa sia tesa a "promuovere lo sviluppo della cultura", cioè a ricavare dai beni culturali non mero godimento estetico, né solo vantaggi economici ma, prioritariamente, un incremento del sapere, dello spirito identitario e della coscienza civile dell'individuo;
le concessioni in uso, inoltre, così come i prestiti di beni culturali, sono regolati in modo puntuale dal "Codice" che, nel sancire: "la Repubblica favorisce e sostiene la partecipazione dei soggetti privati, singoli o associati, alla valorizzazione del patrimonio culturale", statuisce anche che "La valorizzazione è attuata in forme compatibili con la tutela e tali da non pregiudicarne le esigenze",
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo abbia già assunto le iniziative di competenza e, in specie, se abbia avviato l'istruttoria atta ad impugnare il provvedimento della Regione Sicilia;
se non intenda farsi portavoce degli interessi della Nazione respingendo il "nuovo corso" della valorizzazione proposto dall'assessore Samonà, prendendo esplicitamente le distanze da chiunque, in un Paese malato di esterofilia cronica, stenti a riconoscere come risorsa i magazzini degli Istituti culturali, mentre, come affermato da Settis, tutti i musei importanti del mondo hanno vastissimi depositi, e li curano come una specie di riserva aurea, che raccoglie materiali su cui si svolgono studi e ricerche e da cui spesso vengono preziose scoperte.
(3-02203)