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Atto a cui si riferisce:
S.2/00075 BONINO, RICHETTI, DE FALCO - Al Ministro della salute. - Premesso che: il 27 dicembre si è celebrato il "Vaccine Day", con l'avvio dichiaratamente "simbolico" della campagna di...



Atto Senato

Interpellanza 2-00075 presentata da EMMA BONINO
lunedì 28 dicembre 2020, seduta n.287

BONINO, RICHETTI, DE FALCO - Al Ministro della salute. - Premesso che:

il 27 dicembre si è celebrato il "Vaccine Day", con l'avvio dichiaratamente "simbolico" della campagna di vaccinazione anti COVID-19 e della somministrazione delle prime 9.750 dosi del vaccino Pfizer-Biontech;

nelle scorse settimane erano stati suscitati allarmi circa il ritardo nella conclusione della sperimentazione e del rilascio delle relative autorizzazioni da parte dell'EMA per alcuni dei vaccini anti COVID-19; nondimeno il Governo tuttora prevede che la disponibilità di dosi destinata dalla UE all'Italia nel primo semestre 2021 (85,5 ml di dosi, di cui 14,8 ml a somministrazione singola, sufficienti per 50,1 ml di persone) potrebbe teoricamente consentire la copertura dell'80 per cento della popolazione entro il giugno 2021 e nello stesso tempo non ha predisposto un piano che punti coerentemente a raggiungere questo obiettivo;

a differenza degli allarmi sull'approvvigionamento dei vaccini, rischiano di non rivelarsi infondati i timori su potenziali ritardi legati al processo di somministrazione, in ragione di possibili inefficienze organizzative della campagna nazionale, come desumibili dal Piano Vaccini (si veda "Piano Strategico - Elementi di preparazione e di implementazione della strategia vaccinale" del Ministero della salute, aggiornamento del 12 dicembre 2020 comunicato alle Regioni);

il nostro Paese, d'altra parte, ha iniziato a accumulare ritardi fin dalla fase di progettazione della campagna: l'agenda della Commissione UE prevedeva che le operazioni di preparazione della campagna vaccinale cominciassero da ottobre 2020; il bando per la ricerca di 12.000 infermieri e 3.000 medici e? stato pubblicato solo l'11 dicembre 2020. I tempi per la selezione e la formazione non saranno brevi e potranno comportare ritardi sulla somministrazione delle dosi gia? disponibili;

per la distribuzione delle prime 1.833.975 dosi tra le Regioni, il Governo prospetta inizialmente la disponibilità di soli 2.850 tra medici e infermieri, e di 1.603 tra OSS e personale amministrativo. Di conseguenza, in numerose regioni i tempi di erogazione del primo lotto di dosi stimati dallo stesso Governo risulterebbero molto lunghi (più di un mese per la Lombardia, quasi tre mesi per la Puglia), salvo che non intervenga l'allocazione urgente di altro personale sanitario;

l'analisi del piano del Governo, condotta con la collaborazione di membri del comitato scientifico di +Europa, evidenzia significativi fattori di rischio e in particolare:

quanto alle dotazioni di personale: il numero e l'effettiva disponibilità dei medici (3.000) e infermieri (12.000) inclusi nei bandi del Governo, nonché del personale operativo di supporto, appaiono non del tutto adeguati, sulla base di assunzioni prudenti sui tempi medi del processo di somministrazione, considerata anche l'incidenza dei trattamenti a domicilio, a garantire la somministrazione delle dosi di vaccino indicate dal Piano;

quanto al possibile convenzionamento di strutture sanitarie private: non risulta agli atti alcuna previsione circa il loro coinvolgimento per la messa a disposizione di risorse professionali necessarie a far fronte al carico di somministrazioni, coerente con il piano di disponibilità dei vaccini e sufficiente in linea teorica a vaccinare l'80 per cento della popolazione entro la fine di giugno 2021. Il piano di consegna delle dosi di vaccino, se rispettato e associato al coinvolgimento di strutture private convenzionate, consentirebbe già entro il primo semestre 2021 di effettuare molti milioni di trattamenti in più delle somministrazioni estrapolabili dal Piano del Governo, che prevede di usare solo risorse pubbliche, assumendo nuovo personale da selezionare e formare, invece di utilizzare le risorse già esistenti e formate del settore privato;

quanto alla rete di erogazione: non sono state chiaramente comunicate, nonostante la campagna vaccinale sia iniziata il 27 dicembre 2020, le modalità relative alla logistica di prenotazione e di accesso, né ai primi 300 punti di erogazione, né ai 1.500 punti totali previsti dal Ministero della salute sul territorio nazionale; questi ultimi dovranno supportare un carico medio prossimo a 30-40.000 persone ciascuno, in massima parte con doppia somministrazione, con flussi organizzati di accesso con distanziamento sociale, preparazione, sottoscrizione del consenso informato, somministrazione, sorveglianza post somministrazione in zone dedicate, sanificazione degli ambienti ed eventuali interventi di supporto emergenziale. Non sono noti i volumi e gli impegni logistici per le somministrazioni a domicilio, che comporteranno una significativa riduzione della produttività media giornaliera. Non sono state comunicate le disponibilità, né calendariali, né territoriali, delle necessarie dotazioni mediche (siringhe, aghi, DPI, sistemi di conservazione, medicinali per gli eventuali interventi di mitigazione degli eventuali effetti collaterali), con il rischio che possibili carenze ritardino il Piano stesso o provochino disservizi per i cittadini;

quanto alla trasparenza dei dati: non sono stati forniti il piano di rilasci e le specifiche tecniche del sistema informativo che dovrà garantire la necessaria governance del Piano Vaccini, pianificando in modo rigoroso gli appuntamenti di somministrazione e integrandosi con i sistemi regionali e possibilmente con le strutture private convenzionate, e rilasciando in modalità "open data" i dati anonimi aggregati a scopo di monitoraggio e analisi scientifica. Ciò può comportare possibili ritardi, oltre che possibili discriminazioni verso le categorie più a rischio e mancanza della trasparenza necessaria a creare ampio consenso tra la popolazione;

quanto alla strategia di comunicazione: non è stata resa pubblica, al di là delle intenzioni dichiarate, una chiara strategia di comunicazione o di "nudging" per sollecitare l'adesione della popolazione target alla campagna vaccinale, fattore particolarmente preoccupante visti i sondaggi che stimano in circa il 31,9 per cento coloro che sono intenzionati a vaccinarsi "il prima possibile", su un totale di soli 47 italiani su 100 esplicitamente intenzionati a sottoporsi alla vaccinazione, e ben il 34 per cento contrari a vaccinarsi, con il grave rischio di non raggiungere il target minimo per ottenere l'effetto atteso dell'immunità di gregge (fonte: SWG, 22 dicembre 2020);

in ogni caso, anche il raggiungimento dell'obiettivo della vaccinazione dell'80 per cento della popolazione italiana entro il terzo trimestre del 2021 (dunque con tempi superiori a quelli che i tempi di approvvigionamento previsti teoricamente consentirebbero) sembra su queste basi alquanto problematico; esige infatti una capacità di somministrazione (a 2 dosi a persona) di circa 356.000 trattamenti medi giornalieri su un periodo di 270 giorni, con 1.500 centri che dovrebbero quindi erogare circa 1.660 dosi a settimana per 9 mesi, partendo peraltro da una base iniziale di soli 300 centri attivati; per dare un termine di paragone, dopo quasi 3 settimane dall'avvio, il volume di trattamento comunicato dal Governo del Regno Unito è di circa 586.000 dosi a settimana su oltre 500 centri di erogazione, pari a circa 84.000 dosi al giorno (1.173 dosi a settimana per ogni centro), malgrado il Regno Unito abbia previsto l'utilizzo nel processo di somministrazione di figure professionali (dagli odontoiatri ai farmacisti, dai fisioterapisti agli igienisti dentali) non previste dal piano italiano;

di fronte al rischio, che il disordine organizzativo aggrava, che l'ordine di priorità delle vaccinazioni non rifletta principi di efficienza sanitaria, è opportuno stabilire e rendere pubblici i criteri e accessibili i risultati sulla vaccinazione dei soggetti fragili e di quanti (familiari o personale sanitario e assistenziale) si prende cura di loro e attende quotidianamente alle loro necessità,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo possa fornire il cronoprogramma dettagliato del piano di ricerca, selezione, formazione e operatività del personale medico e infermieristico previsto, nonché del personale socio-sanitario e amministrativo di supporto, e i relativi costi stimati;

quale sia la distribuzione pianificata di tale personale per turni di lavoro, squadre medico-infermieristiche, punti di erogazione e logistica, incluse le previsioni aggregate per i volumi di somministrazioni a domicilio;

quali siano gli orari di apertura, le modalità di accesso e i livelli di sicurezza, sanificazione e protezione e la capacità prevista di somministrazione dei primi 300 punti di erogazione attivati, nonché del totale dei 1.500 punti sul territorio nazionale;

quali siano le caratteristiche e i canali di contatto dei sistemi di prenotazione o di convocazione dei cittadini per gli appuntamenti di somministrazione delle prime e delle seconde dosi;

quali le previsioni dettagliate sui volumi e sui tempi di somministrazione stimati, disaggregati per area geografica e per categorie di cittadini, pianificate in base alle priorità stabilite, a partire dalle esigenze dei soggetti fragili e di quanti si prendono cura di loro;

quali le specifiche funzionali di massima del sistema informativo di monitoraggio del piano vaccinale e la struttura degli "open data" anonimizzati da esporre per la ricerca scientifica e lo scrutinio democratico;

quali siano, infine, gli eventuali piani di coinvolgimento di ulteriori risorse professionali non sanitarie e di convenzionamento con le strutture private o, in alternativa, i piani di potenziamento delle risorse medico-infermieristiche pubbliche necessarie per massimizzare la capacità di somministrazione in modo coerente con la disponibilità prevista dei vaccini, corredati dalla relativa analisi comparativa di costi e benefici.

(2-00075)