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Atto a cui si riferisce:
C.4/04218 (4-04218)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Domenica 27 dicembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 446
4-04218
presentata da
FOSCOLO Sara

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame, gli interroganti riferiscono della chiusura del carcere di Savona e delle conseguenti criticità, anche in termini di sovraffollamento e sproporzione tra numero di detenuti ed operatori penitenziari, delle carceri viciniori, quindi delle sorti del progetto di realizzazione del nuovo istituto penitenziario sostituivo, sollevando quesiti circa ulteriori notizie tese alla risoluzione delle problematiche evidenziate.
  Orbene, come riferito in sede di risposta a recentissima interpellanza, mi pregio ribadire quanto segue.
  Va preliminarmente evidenziato che il Ministero ben conosce le conseguenze materiali derivanti dalla soppressione di un carcere, ed intento perseguito è, certamente, quello di limitare al massimo le criticità e le difficoltà incontrate dagli operatori penitenziari e giudiziari, magistrati, quindi avvocati ed in primis congiunti dei reclusi; difficoltà certamente dovute all'assenza di un carcere di «prossimità» vicino ai luoghi ove si opera e vicino ai famigliari dei reclusi.
  Ciò premesso vanno rammentate le ragioni dell'occorsa soppressione del carcere di Savona e quanto sinora effettuato per giungere alla realizzazione di un nuovo istituto penitenziario sostituivo.
  La casa circondariale di Savona, avente sede nell'antico convento di Sant'Agostino in centro urbano, è stata soppressa in data 28 dicembre 2015, poiché ritenuta inadeguata alle esigenze funzionali e istituzionali di un moderno complesso carcerario, nonché anti economica, attesa la modesta capacità ricettiva regolamentare, pari a 49 posti, compresa la sezione per i semiliberi.
  I detenuti presenti sono stati distribuiti sulle altre sedi del distretto, quindi presso la casa circondariale di Genova «Marassi», la casa di reclusione di Sanremo e la casa circondariale di La Spezia.
  Quanto alla costruzione di un nuovo complesso sostitutivo, invero già dal 2003 sussisteva un progetto poi non andato a buon fine.
  Successivamente, nel 2015 l'intervento di realizzazione del nuovo complesso venne inserito nella proposta di variazione del piano carceri, con un finanziamento per un importo di 25 milioni di euro.
  Nel marzo 2016 gli uffici tecnici del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria evidenziarono l'esigenza di un nuovo progetto, in linea con le moderne indicazioni sull'edilizia penitenziaria, conformata ai nuovi modelli trattamentali; progetto non andato a buon fine tanto che nel luglio 2016 il comitato paritetico deliberava di procedere alla valutazione di idonee alternative, ancora oggi tuttavia senza concreto esito positivo, rispetto alle ricerche di aree con adeguate caratteristiche presso i comuni di Savona, Albisola, Cengio, Cairo Montenotte e Albenga.
  L'amministrazione penitenziaria, nell'ambito della specifica competenza attribuita dal comma 2, dell'articolo 7 del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, anche in materia di individuazione di siti per la realizzazione di nuovi istituti penitenziari, sta continuando l'attività di ricerca di cespiti demaniali riconvertibili in istituto penitenziario.
  Tale attività di verifica, tuttavia, non è risultata agevole relativamente al circondario di Savona, soprattutto a causa della particolare conformazione orografica e stradale del territorio provinciale.
  Per completezza, si riferisce che l'ufficio tecnico del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha elaborato uno studio di prefattibilità per la realizzazione di un complesso penitenziario per 140 posti detentivi regolamentari nell'area libera di circa 1,8 ettari compresa tra il palazzo di giustizia e il torrente Letimbro.
  Tale soluzione, qualora fosse approvata, potrebbe essere poi proposta agli organi competenti in materia urbanistica e di tutela paesaggistica e ambientale.
  Questa l'analitica ricostruzione degli eventi.
  Quanto alla riferita condizione di affollamento del carcere di Genova Pontedecimo ed in generale degli istituti penitenziari liguri, alla data del 12 novembre 2020, si riferisce di un indice di affollamento, pari al 170,83 per cento registrato presso la casa circondariale di Genova «Pontedecimo», vista la presenza di n. 164 detenuti rispetto ai 96 previsti.
  Per quanto concerne le riferite problematiche di disagio mentale, senza dubbio, si sono riscontrati e si riscontrano situazioni individuali di disadattamento al contesto penitenziario da affrontarsi con adeguati servizi di consulenza psichiatrica e con appropriati interventi di supporto psicologico.
  Tuttavia, su tale versante, si segnalano alcune persistenti criticità, atteso che si tratta di servizi riconducibili alla sfera di competenza e organizzazione degli enti sanitari.
  Allo stato, il dipartimento di salute mentale di Genova ha reso disponibile un contingente composto da un consulente in psichiatria e uno psicologo, assegnando a ciascuna professionalità due accessi settimanali, senza, purtroppo, prevedere standardizzati meccanismi di sostituzione per tutti i casi di assenza delle unità incaricate, nonostante le reiteriate richieste della direzione dell'istituto.
  Parimenti vani sono stati i numerosi interventi promossi, negli anni, nei confronti dell'Asl 3 genovese per ottenere, in conformità, peraltro, al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 aprile 2008, prestazioni di assistenza psicologica per il servizio di accoglienza dei detenuti nuovi giunti e per il sostegno alle situazioni di fragilità.
  Tali interlocuzioni, invero, si sono verificate del tutto improduttive, atteso che nessun consulente è stato reso disponibile dalla Asl 3 genovese, adducendo la riconducibilità del servizio al dipartimento di salute mentale.
  L'autorità dirigente dell'istituto ha comunque impartito disposizioni all'area del trattamento finalizzate all'immediata segnalazione dei detenuti nuovi giunti e delle situazioni di sostegno alle professionalità del dipartimento di salute mentale.
  Inoltre, si evidenzia come da tempo sia attivo il collegio di riesame delle misure custodiali della grande sorveglianza, con sedute settimanali, durante le quali trovano disamina e trattazione, in un'ottica di approccio multiprofessionale, anche gli ingressi della settimana.
  Presso il carcere di Sanremo risulta la presenza di n. 276 detenuti, rispetto alla capienza regolamentare di 240 posti, quindi con un indice percentuale di affollamento pari al 115 per cento.
  Presso il carcere di Genova «Marassi» risulta invece la presenza di n. 710 detenuti, rispetto a una capienza regolamentare pari a 521 posti, con indice percentuale di affollamento pari al 136,28 per cento.
  La casa circondariale di Imperia registra un indice di affollamento pari al 142,55 per cento in ragione della presenza di n. 67 detenuti rispetto ai 60 previsti, di cui 13 non disponibili a vario titolo.
  Infine, presso la casa circondariale della Spezia risultano presenti 175 detenuti rispetto ai 151 posti disponibili, così registrando un indice di affollamento pari al 115,89 per cento.
  Si evidenzia comunque il pieno rispetto dei parametri spaziali indicati dalla Corte Edu.
  Ciò riferito, come più volte ribadito, è indubbio che l'opera della polizia penitenziaria sia di primaria importanza, per la sicurezza interna così come per quella esterna, di cui costituiscono primo baluardo, ma altresì per l'alto contributo che forniscono nell'attività di rieducazione e reinserimento dei condannati nel consorzio sociale.
  Il Ministero, pertanto, pone forte attenzione alle esigenze di garantire un efficace turn over del personale, risultando indubbie le criticità evidenziate e ricollegabili altresì ad organici ridotti o comunque fortemente limitati.
  Sul piano generale va evidenziato come, al fine di determinare un concreto ridimensionamento, anche numerico, degli eventi critici che si verificano all'interno degli istituti penitenziari, e ferma la costante attenzione nel tempo da parte dell'amministrazione, da ultimo è stata diramata la circolare 22 luglio 2020, n. 3689/6139, a firma congiunta del capo e del vice-capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria recante: «Aggressioni al personale - linee di intervento».
  Nello specifico, si è stabilito che nei casi di aggressioni consumate ai danni del personale, valutati tutti gli elementi, la direzione dell'istituto penitenziario procederà tempestivamente a trasmettere richiesta di trasferimento al Provveditorato competente, per motivi di sicurezza ai sensi dell'articolo 42 O.p., dei detenuti coinvolti.
  Inoltre, nei casi da considerarsi di particolare rilevanza, le direzioni degli istituti valuteranno di avanzare proposta di attivazione della procedura volta all'applicazione del regime di sorveglianza particolare ex articolo 14-bis O.p., strumento che consente una ferma e decisa risposta dell'amministrazione a comportamenti spesso connotati dalla compromissione della sicurezza o dalla turbativa dell'ordine degli istituti, nonché dalla inclinazione alla violenza e alla sopraffazione nella vita penitenziaria.
  Ancora, con nota del 16 ottobre 2020, n. 365549, il capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha nuovamente ribadito a tutti i provveditori regionali, direttori penitenziari e comandanti di reparto ad assumere ogni necessaria iniziativa a tutela dell'ordine e della sicurezza all'interno degli istituti di pena del Paese, sensibilizzandoli ulteriormente a una scrupolosa e doverosa osservanza delle disposizioni contenute nella citata circolare.
  Passando all'annosa problematica della carenza di personale di polizia penitenziaria, si rappresenta che la dotazione organica complessiva, riferita a tutti i ruoli del corpo, come da ultimo rimodulata dal decreto legislativo 27 dicembre 2019, n. 172, è così riassumibile: a fronte di una dotazione organica complessiva a 41.667 unità ne risultano effettivamente presenti 37.654, con scopertura pari al 9,63 per cento.
  Con specifico riguardo all'organico della casa di reclusione di Genova Pontedecimo, di recente incrementata di 3 unità, allo stato risulta un contingente di 133 unità di forza amministrata a fronte delle 142 tabellarmente previste, con presenza in concreto di 124 operatori, tenuto conto del personale distaccato in entrata ed in uscita.
  La carenza maggiore si riferisce ai ruoli apicali e intermedi, peraltro comune alla generalità degli istituti presenti sul territorio nazionale, per via delle riduzioni di organico occorse nel tempo.
  Va segnalato che recentemente si sono concluse le procedure per il concorso interno a complessivi n. 2.851 posti per la nomina alla qualifica iniziale di vice sovrintendente, i cui corsi di formazione tecnico-professionale sono già stati avviati.
  Relativamente alla carenza nel ruolo degli ispettori, invece, si segnala che è stato indetto un concorso interno, per titoli, a complessivi n. 691 posti.
  Si comunica, altresì, che è in via di conclusione il concorso pubblico per il reclutamento di complessivi n. 754 posti di allievo agente del corpo di polizia penitenziaria, le cui assunzioni avverranno entro il mese di dicembre 2020.
  Infine, merita rammentare che ai sensi dell'articolo 259-bis del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, è stata altresì prevista l'assunzione di 650 allievi agenti del corpo di polizia penitenziaria, in via prioritaria, mediante scorrimento della graduatoria degli idonei del concorso pubblico a 302 posti, elevati a 376, di allievo agente del corpo di polizia penitenziaria.
  Ancora, risulta in fase di definizione il bando del concorso pubblico per circa 970 allievi agenti, riservato ai sensi dell'articolo 703, comma 1, lettera d), del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, a valere sulle cessazioni (turn over) anno 2019 e sulle assunzioni straordinarie autorizzate ai sensi dell'articolo 1, comma 236, lettera c), della legge n. 205 del 2017 e dell'articolo 1, comma 381, lettera b), della legge n. 145 del 2018.
  Inoltre, l'articolo 259 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 introduce peraltro una serie di misure in materia di procedure concorsuali per la funzionalità delle forze annate e di polizia, con la possibilità di disporre, anche in deroga alla normativa di settore, modalità semplificate di svolgimento delle procedure in considerazione della situazione di emergenza epidemiologica. La stessa norma autorizza, inoltre, il rinvio delle assunzioni previste per l'anno 2020 entro il 31 dicembre 2021.
Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.