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Atto a cui si riferisce:
C.4/06858 (4-06858)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 23 dicembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 445
4-06858
presentata da
MULÈ Giorgio

  Risposta. — Ringrazio innanzitutto gli interroganti per i quesiti che hanno posto, che mi permettono di fare chiarezza sulla posizione del Governo rispetto alle dinamiche politiche libanesi in uno dei momenti di maggiore criticità nella storia recente del Paese.
  Nella sua proiezione esterna, in particolare nel Mediterraneo, area di maggior rilievo della nostra politica estera, l'Italia continua a muoversi in piena coerenza con i tradizionali pilastri della sua azione internazionale, ovvero l'Alleanza Atlantica e l'appartenenza all'Unione europea. Lavoriamo per la stabilizzazione delle crisi regionali, per la promozione di un'agenda positiva e per lo sviluppo dei rapporti con tutti i Paesi della sponda Sud, incluso Israele, con cui condividiamo fondamentali interessi strategici.
  In Libano l'Italia ha fatto un investimento di lungo periodo, sostenendo senza riserve nel corso degli anni la stabilità, la sicurezza, l'unità, e la prosperità del Paese dei Cedri. L'impegno si è articolato: 1) nella nostra qualificata partecipazione in Unifil, in cui siamo presenti con il secondo contingente per rilevanza numerica di circa 1000 uomini, esprimiamo il Force Commander Del Col e deteniamo il comando del «Sector West»; 2) nel sostegno alle forze armate e di sicurezza libanesi, culminato nelle due Conferenze di Roma (2014 e 2018) organizzate nell'ambito dell'International Support Group (ISG); 3) in una pluralità di iniziative di cooperazione allo sviluppo, da ultimo con i 120 milioni di euro assicurati in occasione della Conferenza Cedre di Parigi. Questo impegno è stato riaffermato anche a seguito delle esplosioni del 4 agosto, quando l'Italia ha messo in campo un ampio ventaglio di strumenti quali contributi finanziari, donazioni di materiale sanitario, dispiegamento di un ospedale da campo e di vari team di esperti. Si aggiungerà nelle prossime settimane l'invio di una task force di «United4Heritage» (i cosiddetti «caschi blu della cultura») per fornire assistenza nel restauro dei siti storici di Beirut danneggiati dall'incidente nel porto.
  Rispetto a Hezbollah, l'Italia rimane in linea con la posizione comune dell'Unione europea, che distingue nettamente tra l'ala politica del movimento, considerata legittima, e l'ala militare dell'organizzazione, oggetto di sanzioni. Dal giugno 2013, a seguito dell'attentato di Burgas in Bulgaria costato la vita a 5 cittadini israeliani, l'Unione europea ha infatti inserito, su proposta britannica, la sola componente militare di Hezbollah nella lista delle organizzazioni terroristiche.
  Anche se alcuni Paesi europei hanno successivamente deciso di estendere il regime sanzionatorio a Hezbollah nella sua interezza, superando cioè la distinzione tra ala politica e militare del movimento sciita, rimaniamo convinti che la prosecuzione dell'azione italiana – di sostegno alla stabilità e prosperità del Libano, anche in ambito Unfil, non possa prescindere da una continua e articolata interlocuzione con tutti gli attori che compongono il variegato mosaico politico-confessionale del Paese. Per quanto certamente problematica, Hezbollah è una forza politica legittimata dal voto popolare. Alle elezioni legislative del 2018 il movimento ha infatti ottenuto 13 seggi che, sommati ai 15 dell'altro partito sciita Amal, vanno a comporre uno dei principali blocchi all'interno del Parlamento libanese.
  Mantenere la distinzione tra l'ala politica e l'ala militare della formazione sciita non vuol dire astenerci dall'assumere, quando necessario, posizioni critiche nei confronti dell'operato di Hezbollah, né tanto meno implica, lo ribadisco con forza, un allentamento della vigilanza sulle attività dell'organizzazione in Italia. Anche in relazione alle recenti dichiarazioni del Coordinatore antiterrorismo degli Stati Uniti, posso assicurarvi che l'operato di Hezbollah rimane attentamente e costantemente monitorato.
La Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale: Marina Sereni.