• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
S.6/00158 udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sulla riunione del Consiglio europeo dei prossimi 10-11 dicembre 2020; premesso che: il meccanismo europeo di stabilità...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00158 presentata da CARLO MARTELLI
mercoledì 9 dicembre 2020, seduta n.280

Il Senato della Repubblica,
udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sulla riunione del Consiglio europeo dei prossimi 10-11 dicembre 2020;
premesso che:
il meccanismo europeo di stabilità (MES) è un ente intergovernativo istituito con un trattato siglato soltanto da 19 stati su 28 Paesi dell'Unione. Si tratta di un organismo nato nel 2012, nel pieno della crisi dei debiti sovrani, in sostituzione del Fondo europeo di stabilità finanziaria, e che più comunemente è stato associato al termine di "fondo salva Stati". Di fatto, il meccanismo europeo di stabilità è pensato per fornire assistenza finanziaria a Stati in difficoltà in cambio del rispetto di una serie di condizioni stringenti per il rispetto dei conti pubblici;
le procedure per la concessione del credito prevedono una prima linea chiamata PCCL (precautionary conditioned credit line) accessibile a tutti i Paesi dell'area euro, la cui situazione economica e finanziaria è fondamentalmente solida. I Paesi devono soddisfare alcuni criteri (il più noto dei quali è quello del rapporto debito-PIL che deve essere entro il 60 per cento) oltre ad impegnarsi nel rispetto del patto di stabilità e della procedura per i disavanzi eccessivi. I Paesi devono avere un debito pubblico sostenibile e l'assenza di problemi di solvibilità bancaria;
la seconda linea di credito è l'ECCL (enhanced conditions credit line); essa è accessibile a tutti i Paesi dell'area euro con una situazione economica e finanziaria in generale solida, senza bisogno però di soddisfare alcuni dei criteri di ammissibilità per l'accesso al PCCL, primo fra questi come abbiamo visto il rapporto debito-PIL sotto al 60 per cento (all'ECCL accedono i Paesi con un rapporto debito-PIL superiore al 60 per cento). Il Paese sarà obbligato ad adottare misure correttive per rientrare nei parametri non rispettati ed evitare eventuali difficoltà future per quanto riguarda l'accesso al finanziamento del mercato;
attualmente i Paesi che hanno un rapporto debito-PIL superiore al 60 per cento sono: Grecia, Italia, Portogallo, Belgio, Cipro, Francia, Spagna, Austria, Slovenia e Irlanda. Tali Paesi saranno obbligati ad adottare misure correttive per rientrare nei paramenti non rispettati ed evitare difficoltà future per quanto riguarda l'accesso al finanziamento del mercato;
l'ipotesi di una ristrutturazione del debito per i Paesi che chiedono di accedere ai programmi di sostegno è stata prevista per evitare che un Paese in difficoltà possa far ricorso all'aiuto del MES senza procedere ad alcun tipo di riforma o intervento strutturale, limitandosi in pratica a incassare il prestito senza tenere sotto controllo i conti pubblici, sapendo che un soggetto terzo provvederà a saldare i creditori;
per ricevere l'aiuto, uno Stato deve accettare un piano di riforme la cui applicazione sarà sottoposta alla vigilanza della "Troika", cioè il comitato costituito da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale. Il piano delle riforme prevede misure impopolari, come il taglio alla spesa pubblica, e particolarmente alle pensioni, privatizzazioni di enti statali, liberalizzazioni economiche e una maggiore flessibilità delle leggi sul lavoro, allo scopo di tenere sotto controllo i conti pubblici;
considerato che:
la proposta di riforma del MES renderà ancora più stringente la vigilanza dell'Unione europea sull'utilizzo degli eventuali fondi che una nazione dovesse richiedere;
tra le principali modifiche previste si ricordano il "backstop", ovvero la possibilità di utilizzare il MES come fondo per le risoluzioni bancarie (ossia le ristrutturazioni gestite da autorità indipendenti) e le procedure per la ristrutturazione del debito pubblico, ossia una riduzione concordata del valore del prestito fatto allo Stato;
non vi è conformità tra il trattato di riforma del MES, che vincola i salvataggi del settore bancario al rispetto pluriennale dei vincoli di bilancio, e l'articolo 47 della Costituzione, che tutela il risparmio dei privati cittadini i quali potrebbero essere oggetto di operazioni di spossessamento dei propri risparmi,
impegna il Governo:
a comunicare in sede di Consiglio europeo la non disponibilità dell'Italia ad accettare la modifica del meccanismo europeo di stabilità;
a comunicare altresì l'intenzione dell'Italia di recedere dalla propria adesione al trattato "MES".
(6-00158)
Martelli, Ciampolillo.