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Atto a cui si riferisce:
S.1/00301 premesso che; secondo la Ragioneria di Stato i debiti sanitari accumulati dalla Regione Calabria negli anni sono tra i più alti d'Italia. Si parte da un segno negativo pari a 55 milioni...



Atto Senato

Mozione 1-00301 presentata da GAETANO QUAGLIARIELLO
giovedì 26 novembre 2020, seduta n.278

QUAGLIARIELLO, BERUTTI, BIASOTTI, BONINO, CALIGIURI, DE FALCO, MINUTO, RICHETTI, ROMANI, SACCONE, SERAFINI - Il Senato,

premesso che;

secondo la Ragioneria di Stato i debiti sanitari accumulati dalla Regione Calabria negli anni sono tra i più alti d'Italia. Si parte da un segno negativo pari a 55 milioni nel 2006 per arrivare al 2007 all'esorbitante cifra di 270 milioni;

dal 2007 al 2013 la Calabria vede ridurre le spese sanitarie che raggiungono un minimo di 33 milioni. Tuttavia, a partire dal 2013 il disavanzo torna a crescere enormemente e nel 2019 torna a raggiungere la cifra di 116 milioni di euro;

premesso inoltre che;

la Regione Calabria è stata sottoposta a Piano di rientro dal disavanzo della spesa sanitaria approvato con DGR n. 845 del 16 dicembre 2009 e sulla base dell'Accordo per il triennio 2010-2012 siglato in data 17 dicembre 2009 (poi recepito con deliberazione della Giunta regionale - DGR 908/2009) con la previsione di interventi volti a ristabilire l'equilibrio economico-finanziario della Regione;

già nei primi mesi del 2010, nel corso delle consuete verifiche operate dai Tavoli di monitoraggio del Piano di rientro, sono state evidenziate inadempienze da parte della Regione negli interventi di risanamento, riequilibrio economico finanziario e di riorganizzazione del Servizio sanitario regionale, con conseguente attivazione della procedura di commissariamento della Regione, con conferimento del mandato commissariale al Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti (deliberazione del Consiglio dei ministri adottata nella seduta del 30 luglio 2010);

a seguito delle dimissioni del Presidente della Regione Calabria, nel settembre 2014, l'incarico di commissario ad acta è stato quindi momentaneamente conferito (fino all'insediamento del nuovo Presidente) al gen. Luciano Pezzi, già sub commissario (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 19 settembre 2014);

nel marzo 2015, ai sensi di quanto disposto dalla legge di stabilità per il 2015 (art. 1, commi da 569 a 572, legge n. 190 del 2014) circa l'incompatibilità della nomina a commissario ad acta con qualsiasi incarico istituzionale presso la regione soggetta a commissariamento, è stato nominato l'ingegner Massimo Scura, quale commissario ad acta (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 marzo 2015);

contemporaneamente, secondo quanto previsto dall'art. 2, comma 88, della legge n. 191 del 2009, il Piano di rientro è proseguito con il Programma operativo 2013-2015 (decreto del commissario ad acta - DCA 14 del 2 aprile 2015), seguito dal Programma operativo 2016-2018, adottato con DCA n. 119 del 4 novembre 2016;

nel corso del 2018, le verifiche operate dai Tavoli di monitoraggio hanno rilevato un disavanzo 2018 superiore a 160 milioni di euro, non coerente con le coperture previste dal Piano di rientro (pari a circa 100 milioni di euro). Il commissario ad acta ha ribadito le varie criticità, in particolare l'assenza di un sub commissario, le forti carenze di personale nella struttura sanitaria regionale, nonché la poca sinergia con la Regione, disegnando di fatto una situazione emergenziale. Il tutto ha portato ad una sostanziale inerzia rispetto allo stato di attuazione del Programma operativo 2016-2018;

il Consiglio dei ministri, con delibera del 7 dicembre 2018, ha nominato il generale Saverio Cotticelli, quale commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del SSR della Calabria secondo i programmi operativi, di cui all'art. 2, comma 88, della legge 23 dicembre 2009, n. 191, e successive modificazioni ed integrazioni;

il decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 1° luglio 2019, n. 152), recante le misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria, fortemente voluto dal ministro pro tempore Giulia Grillo, è stato adottato dal Governo "ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di prevedere, allo scopo di tutelare il rispetto dei livelli essenziali di assistenza (LEA) in ambito sanitario di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, nonché di garantire il fondamentale diritto alla salute, misure eccezionali, volte anche alla risoluzione delle riscontrate, gravi inadempienze amministrative e gestionali, per la Regione Calabria, supportando l'azione commissariale di risanamento del servizio sanitario regionale";

da ultimo, lo scorso 4 novembre 2020 il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto "Decreto Calabria bis" che, nonostante gli annunci di discontinuità rispetto al "modello Grillo", imposto con il decreto-legge n. 35 del 2019, proroga il commissariamento per ulteriori due anni;

il decreto rafforza i poteri del commissario ad acta, distaccandoli ancor più dal vertice politico regionale, attribuendogli l'incarico non solo di attuare i programmi operativi di prosecuzione del piano di rientro dai disavanzi del Servizio sanitario regionale e di conseguire l'obiettivo del riequilibrio finanziario economico e contabile, ma anche di attuare il Piano operativo anti-COVID, implementato in collaborazione con il commissario straordinario del Governo per l'emergenza coronavirus, Domenico Arcuri;

considerato che;

nel frattempo, con ordinanza del Ministro della salute emanata il 3 novembre 2020, la Regione Calabria veniva inserita tra le regioni a rischio massimo, classificate come "zona rossa";

nel corso di un servizio giornalistico andato in onda nella puntata del 6 novembre 2020, della trasmissione "Titolo V", un giornalista si recava negli uffici della struttura commissariale per chiedere al commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del SSR della Calabria, quale fosse il piano anti COVID, messo in atto dalla struttura commissariale stessa per fronteggiare l'emergenza sanitaria nel territorio della Calabria;

il commissario Cotticelli ha dichiarato in quella sede di apprendere apparentemente solo in quel momento che, nelle regioni sottoposte a piano di rientro e commissariate, il potere-dovere di predisporre il programma operativo COVID-19, competesse esclusivamente alla struttura commissariale;

dopo l'infelice intervista del commissario Saverio Cotticelli, le dimissioni e la nomina di Giuseppe Zuccatelli, con l'immediata comparsa sui social di dichiarazioni sull'inutilità della mascherina e la conseguente rinuncia, si è registrata nell'arco di pochi giorni anche la nomina e la quasi contemporanea rinuncia dell'ex rettore della "Sapienza", Eugenio Gaudio e la più volte adombrata e ritirata ipotesi dell'incarico a Gino Strada;

preso atto che:

il nuovo decreto continua a sottrarre la gestione della sanità alla Regione, attribuendo tutti i poteri al super commissario ad acta, incurante dell'esperienza fallimentare maturata in più di 10 anni di gestione straordinaria della sanità;

la sanità calabrese versa ancora oggi in una situazione di assoluta emergenza, con servizi ridotti all'osso, ospedali al collasso, disavanzi e ASP sciolte per infiltrazioni della criminalità, sulla quale si è abbattuta l'ulteriore calamità sanitaria causata dal COVID (la classificazione in zona rossa della regione non sarebbe infatti stata motivata dai contagi, ma dalla fragilità del sistema sanitario, dalle sue condizioni ambientali e di personale);

l'esperienza dell'amministrazione commissariale ha già mostrato sufficiente inadeguatezza e incapacità di risolvere la crisi cronica della sanità calabrese, tanto in termini di servizi, quanto in quelli di gestione finanziaria del servizio sanitario;

il blocco del turnover imposto per il personale sanitario nell'ultimo decennio ha contribuito a indebolire ulteriormente il tessuto di servizi e competenze mediche e ospedaliere nella regione;

l'incapacità delle gestioni commissariali che si sono succedute nel tempo hanno avuto quale conseguenza l'aumento esponenziale della migrazione sanitaria verso altre Regioni, prevalentemente settentrionali, aggravando ulteriormente la frattura in termini di servizi e introiti sanitari tra nord e sud del Paese,

impegna il Governo:

1) ad attuare la programmazione di un intervento straordinario, anche in termini finanziari, per la ricostruzione del tessuto sanitario calabrese, che la crisi sanitaria connessa al COVID-19 rende ancor più improcrastinabile, tanto più considerando le risorse emergenziali messe a disposizione dall'Ue nell'ambito del Meccanismo Europeo di Stabilità;

2) a porre fine al commissariamento ad acta entro un anno, o ancor meglio subito dopo il prossimo rinnovo della governance regionale, riportando il controllo della gestione al futuro nuovo Presidente della Regione (come già accade nel Lazio e in Campania);

3) a provvedere alla nomina di un collegio commissariale ad acta, e non invece di unico commissario, formato da commissari di chiara fama e competenza in materia sanitaria e gestionale che possano suddividersi l'onere e la responsabilità del raggiungimento degli obiettivi di rientro e di ripristino dei LEA;

4) a selezionare i nomi dei componenti del collegio commissariale da una rosa di nomi proposti in accordo con le principali istituzioni ed entità rappresentative territoriali, fermo restando il rispetto di rigidi requisiti di competenza dei candidati;

5) a scorporare, anche in considerazione della grave impasse in cui si trova il processo di nomina (e a differenza di quanto prevede il decreto-legge approvato in data 4 novembre 2020), dalle competenze attribuite al commissario quella dell'emergenza COVID-19 e dei relativi Piani operativi, riportandola, come nelle altre Regioni, sotto il controllo del Governo politico della Regione.

(1-00301)