• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01020 (2-01020) «Lollobrigida, Meloni, Foti, Butti, Rotelli, Silvestroni».



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01020presentato daLOLLOBRIGIDA Francescotesto diMartedì 24 novembre 2020, seduta n. 431

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   in relazione all'annosa questione di Autostrade per l'Italia (ASPI) è da rilevare che gli atti aggiuntivi alla Convenzione unica sottoscritta tra l'Anas s.p.a., (allora concedente) e Autostrade per l'Italia il 12 ottobre 2007, approvata con la legge n. 101 del 2008 – atti che si sono succeduti nel tempo – non hanno modificato in modo sostanziale le «asimmetrie convenzionali» in favore del concessionario, essendo stati finalizzati esclusivamente all'aggiornamento quinquennale del piano economico-finanziario (da qui in poi Pef) allegato alla convenzione stessa;

   nella convenzione unica sottoscritta il 12 ottobre 2007, vi erano privilegi contrattuali in favore di Aspi, in particolare, si ricorda che l'articolo 11 della Convenzione, recante la disciplina sul piano economico-finanziario, al comma 2 prevede che solo il concessionario ha facoltà di richiedere una revisione del Pef in presenza di un nuovo piano di investimenti, consentendo, così, solo allo stesso concessionario di decidere quali nuove opere realizzare, sottraendo, di conseguenza, al concedente – che è il titolare dell'interesse pubblico – ogni determinazione al riguardo, con il conseguente rischio che il concessionario si adoperi (e si sia adoperato in passato) per la realizzazione delle opere per lui più convenienti, piuttosto che per le opere utili per la collettività;

   l'articolo 11 della convenzione unica riconosce altresì la possibilità di prorogare la durata della Convenzione per consentire il completamento dell'ammortamento finanziario delle eventuali opere assentite in concessione (proroga, oggi espressamente vietata dal codice dei contratti pubblici); inoltre, «annullando» ogni forma di rischio d'impresa, la Convenzione stabilisce che il valore dei ricavi debba essere attualizzato rispetto al valore attualizzato dei maggiori costi ed oneri degli investimenti: ciò significa che i maggiori costi per la realizzazione degli interventi rispetto a quelli inizialmente ipotizzati finiscono per gravare sempre sugli utenti sotto forma di incrementi tariffari, anche quando l'incremento di tali costi sia riconducibile a fatti o a responsabilità del concessionario;

   l'articolo 21 della stessa convenzione disciplina gli incrementi tariffari conseguenti ai nuovi investimenti programmati senza, tuttavia, ricollegarli alla effettiva realizzazione di nuovi interventi: ciò ha consentito, in passato, ad Aspi di incrementare le tariffe per ripianare costi mai sostenuti per la realizzazione di interventi programmati, con il risultato di aver aumentato a dismisura i profitti, senza alcun vantaggio per gli utenti e per la parte pubblica del rapporto concessorio;

   a seguito del crollo del ponte Morandi, nonché dei recenti fatti di cronaca concernenti la caduta delle barriere antirumore sui viadotti Rezza e Castagna A12, sono emerse da fonti di stampa, come dalle intercettazioni pubblicate, gravissime condotte da parte dei massimi vertici di Autostrade per l'Italia s.p.a., tese a massimizzare i profitti a scapito della sicurezza della rete autostradale e della vita degli utenti che la percorrono;

   il Governo, anziché concludere la procedura di revoca già avviata per grave inadempimento di Autostrade per l'Italia, ha deciso di sospendere tale procedura nel mese di luglio 2019, a seguito della richiesta di Aspi stessa di avviare una fase finalizzata ad un accordo transattivo e ad una modifica della convenzione;

   il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha affermato che tale eventuale transazione sarà volta a garantire la piena realizzazione degli interessi pubblici connessi alle esigenze dell'utenza. Il Pef così come predisposto da Aspi prevede una variazione tariffaria media annua dell'1,75 per cento (per il periodo 2020-2038) ottenuta attraverso l'inclusione in tariffa di costi impropri, derivanti dalla previsione in tariffa dei costi relativi alle «manutenzioni incrementali», in realtà dovute dal concessionario a compensazione delle inadempienze gestionali degli anni precedenti, sopra evidenziate, per un addebito agli utenti di 1,2 miliardi di euro, con l'aberrante effetto di riconoscere in tariffa alla concessionaria costi per i quali la concessionaria, almeno in parte, è già stata remunerata in passato per opere programmate e mai realizzate;

   ne consegue quindi che, il Pef predisposto da Aspi per periodo 2020-2038 non risponde affatto né agli interessi pubblici né tanto meno tutela gli interessi degli utenti;

   l'operazione che si vuole mettere in campo è quella di una ricapitalizzazione di Autostrade mediante un aumento di capitale di quest'ultima, al quale gli azionisti di riferimento di Aspi hanno già dichiarato che non parteciperanno. L'aumento di capitale verrà sottoscritto quindi da Cassa depositi e prestiti con iniezione di denaro pubblico; ciò provocherà un effetto favorevole per gli azionisti che, pur vedendo la propria quota sociale post aumento ridotta dall'attuale 88,06 per cento di Aspi al 37 per cento (a fronte di un 33 per cento in favore di Cassa depositi e prestiti), beneficeranno della patrimonializzazione di Autostrade per l'Italia grazie all'aumento di capitale sottoscritto da Cassa depositi e prestiti e all'aumento di valore della società ove, per ipotesi, il Pef venisse approvato nella versione proposta da Aspi;

   inoltre, la proposta transattiva prevede che la restante parte del capitale sociale – pari a circa il 22 per cento del totale – verrà sottoscritta da investitori istituzionali, che non sono altro che fondi privati di investimento che raccolgono risparmio privato –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per l'espunzione, dall'articolato della convenzione nonché dalla proposta transattiva presentata da Aspi, di tutte quelle clausole che finiscono per determinare ingiustificabili favori ed indebiti profitti in favore di Autostrade per l'Italia e soprattutto dei suoi azionisti;

   quali iniziative di competenza intenda adottare affinché sia modificato il Piano economico-finanziario presentato da Aspi in modo che esso rappresenti e persegua effettivamente gli interessi pubblici sottesi e dal Ministro interpellato più volte richiamati;

   quali iniziative intenda assumere per disciplinare l'aspetto delle conseguenze economiche derivanti dalle azioni risarcitorie avviate a seguito del crollo del ponte Morandi che non potranno che essere accollate agli azionisti di Autostrade per l'Italia.
(2-01020) «Lollobrigida, Meloni, Foti, Butti, Rotelli, Silvestroni».