• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.4/07505 (4-07505)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07505presentato daPAGANO Alessandrotesto diVenerdì 13 novembre 2020, seduta n. 427

   ALESSANDRO PAGANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   secondo fonti di stampa, il Governo starebbe finanziando corsi di formazione e seminari destinati ai giornalisti, volti all'utilizzo di parole che evitino discriminazioni etnico-razziali e sessuali; il dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri avrebbe raggiunto due accordi per un costo di circa|78 mila euro;

   con l'associazione Carta-Roma sarebbe previsto di svolgere, in presenza e a distanza fino a maggio 2021, dieci «moduli formativi sul tema dell'uso non discriminatorio delle parole nell'ambito dell'informazione, della correttezza dell'informazione, dei principi deontologici in materia di discriminazione, razzismo, xenofobia e tutela delle minoranze»;

   all'associazione Gaynet sarebbe affidata la formazione rivolta a giornalisti e operatori dei media sul tema della discriminazione nei confronti delle persone LGBTI, con la previsione di «tre seminari di studio e aggiornamento tenuti da formatori/formatrici e i principali riferimenti accademici italiani e internazionali su tematiche di genere e LGBT, diritti umani e non discriminazione» e 5 edizioni del corso «Informazione e persone LGBT», «sulla conoscenza del linguaggio specifico, sull'attenzione ai contesti in cui i termini vengono utilizzati e sugli strumenti critici per decodificare stereotipi e pregiudizi nei media»; l'obiettivo sarebbe «la sensibilizzazione, il contrasto e la prevenzione di fenomeni discriminatori nei confronti delle persone LGBT»;

   il sito internet di Gaynet esprime posizioni in linea con LGBT+; nella sezione «materiale» è inclusa, ad esempio la definizione di «omofobia» dell'istituto A.T.Beck: omofobi «si diventa attraverso l'educazione, i messaggi, diretti e indiretti, che la famiglia, la politica, la Chiesa (...) Molto prima, dunque, di avere una reale comprensione di cosa significhi la parola omosessualità, ereditiamo, da una cultura omofoba (...) Nei paesi a prevalenza cattolica come l'Italia la Chiesa esercita un'alta ingerenza sulle famiglie, sulla politica e sulla capacità legislativa conseguente. (...) Questo tipo di pressione morale, così pervasiva, non può non sfociare nell'omofobia interiorizzata (...) l'omofobia scaturisce da tutti quei messaggi negativi nei confronti degli omosessuali, frutto dell'educazione che abbiamo ricevuto, che dipende ovviamente non solo dalla nostra singola famiglia, ma anche dal posto antropologico in cui siamo nati e cresciuti e dalle principali istituzioni della nostra società, quali la scuola, lo Stato e la Chiesa...»;

   è evidente, per l'interrogante, che la definizione di omofobia secondo Gaynet ha l'obiettivo di cambiare il modo di pensare degli italiani e di andare in contrasto con la famiglia e le confessioni religiose;

   attirano l'attenzione i «10 punti per l'informazione LGBTI», presumibilmente alla base dei corsi pagati dal Governo; in essi si condanna una lunga serie di espressioni verbali, come «tolleranza» e «accettazione» se riferite a omosessuali, parole come «ministro», «sindaco» o locuzioni come «il Presidente», se riferiti a donne, «lobby gay», «condizione omosessuale», le parole «omosessuale», «gay», «lesbica», «bisessuale», «transessuale», «transgender» e «intersessuale» come sostantivi, «papà gay», «mamma gay», «mondo gay», «gusti sessuali», «stili di vita», «scelte» sessuali, «famiglia gay», «adozioni gay», «utero in affitto», «bimbo con due madri» o «con due padri», "«locali gay», e perfino «diritti gay», l'uso del maschile per una persona «transgender» che, di sesso biologico maschile «si identifica nel genere femminile» e viceversa; i «10 punti» condannano altresì l'uso di immagini di «drag queen» per servizi sulle persone transgender –:

   se trovi conferma la spesa di 78 mila euro di cui in premessa e come si giustifichi l'utilizzo di denaro pubblico per corsi poco obiettivi e «super partes» e, ad avviso dell'interrogante, in contrasto, peraltro, con i dettami costituzionali di cui agli articoli 7, 8 19 e 20;

   se e quali iniziative di propria competenza il Governo intenda adottare a tutela del principio costituzionale di cui all'articolo 21, a garanzia, per giornalisti ed operatori dei media dell'utilizzo di espressioni e definizioni oggettivamente non ingiuriose e/o oltraggiose.
(4-07505)